Da un'idea di Giorgio Albertazzi, Omaggio a Tondelli di Vladimir Luxuria in scena il 21 aprile al Garibaldi a Modica si è rivelato ricco di sorprese
Il Tondelli che è in noi
Intenso, struggente e con una sottile vena umoristica che suscita un riso amaro che solo il tempo può portare alle bocche di una nuova società, che accetta, comprende e abbraccia il diverso, una volta deriso, mortificato, esiliato dal mondo “normale”. Queste le considerazioni al termine dello spettacolo Omaggio a Tondelli di Vladimir Luxuria, portato in scena sabato 21 aprile al teatro Garibaldi di Modica, unica data della rappresentazione in Sicilia.
Nato nel 2004 da un’idea di Giorgio Albertazzi, Omaggio a Tondelli vuole ricordare la persona di Pier Vittorio Tondelli attraverso stralci dei suoi romanzi e i suoi brani musicali preferiti scelti ed interpretati da Luxuria.
Scrittore e giornalista, Pier Vittorio Tondelli esordisce sulla scena letteraria italiana nel 1979-80 con il romanzo Altri Libertini (Feltrinelli) che ebbe un grande successo di pubblico e critica. Purtroppo, a tre settimane dall’uscita, ne fu ordinato il sequestro da parte delle autorità giudiziarie per bestemmie a causa di un linguaggio forte, crudele, choccante, che anticipa il genere pulp. Successivamente, il processo vedrà assolti autore ed editore. Il 1980 è l’anno dell’inizio della collaborazione con “Il resto del Carlino”, a cui succederanno l’incontro con Linus e la pubblicazione di Pao Pao, suo secondo romanzo.
Nel 1991 Tondelli viene ricoverato all’ospedale dopo il rientro da un viaggio in Tunisia, e sceglierà uno stretto riserbo sull’aids, la malattia di cui morirà nel dicembre dello stesso anno.
Lo spettacolo al Garibaldi è cominciato con un forte impatto sul pubblico. In verità, l’incipit è stato disarmante, un’esplosione di cruente e disperate parole che, tra urla e pathos della stessa Luxuria, lasciava basita la Modica bene accorsa per assistere all’evento. Pochi applausi, poi I giardini di marzo ed il ritorno alla quiete. Ancora pezzi da Camere separate, Il diario del soldato Acci ed infine l’angosciante extrait di Pao Pao, che lascia un nodo alla gola e la sensazione che queste drammatiche e tormentate storie piene di solitudine continueranno ad esistere, come una maledizione o una condanna che continua a ripetersi…
Altri brani selezionati tra i preferiti di Tondelli, eseguiti magnificamente da Luxuria, hanno stretto il cuore del pubblico e rievocato dolci emozioni: i pezzi di Tim Barkley, De André, Culture Club ci hanno avvicinato più alla persona che alla figura di letterato di Pier Vittorio, ai suoi pensieri, ai suoi sentimenti, il tutto senza leziosità e spesso, paradossalmente, facendoci sorridere delle vicende narrate con quel pizzico d’ironia che non si trova spesso in chi viene molestato, schernito ed insultato semplicemente per quel che è.
La figura di Tondelli si va così delineando come scrittore del vero, delle dinamiche di una società intimorita dall’uomo che non è “uomo” nella concezione maschilista del termine, e che diventa, nei racconti di Pier Vittorio, inclassificabile dal resto del mondo, e quindi più sospetto degli altri, rendendo grottesca l’immagine del diverso e ridicola quella di chi si sente normale. Lo scrittore quindi rientra, con Tondelli, a far parte della collettività e non è più visto come membro di un élite ristretta ed ermetica, la cui visione dell’esterno è condivisa da pochi e le parole spese a descriverla comprese da pochissimi; al contrario, ognuno può (e forse deve) immedesimarsi nei suoi personaggi ed in lui, dato che tutti, indistintamente, per un motivo o per l’altro, ci sentiamo e siamo diversi da chi ci sta accanto. Tondelli incarna il romanziere che è in noi.
Non più un artista border line ma un uomo che è in me, in te, e che continua a vivere tra le righe dei suoi romanzi.