Il siciliano Nibali sogna il podio

Un sogno: veder svettare vincitore oggi pomeriggio il messinese Vincenzo Nibali sul traguardo della mitica Milano-Sanremo ciclistica, la classicissima di Primavera che sinora ha precluso ai siciliani i gradini aurei del podio. Perché Nibali: per il semplice motivo che il possente atleta peloritano, che difende i colori della Liquigas-Cannondale di Sesto al Reghena, ha appena dimostrato il proprio splendido stato di forma, vincendo di forza la Tirreno-Adriatico a tappe. Ventisette anni, Nibali è stato undicesimo nel ranking mondiale 2011, confermando la propria grandissima abilità nelle discese ed una certa attitudine a ben figurare nelle crono come nelle corse lunghe (circa 300 km. da affrontare oggi). Chiaro che sul suo cammino ci sono mostri come il campione del mondo, l’inglese Marck Cavendish, ma anche Cunego, Di Luca e Goss. Ma è auspicabile che – semprecché non si approdi ad un arrivo in volata del plotone – Nibali possa trovare quanto meno nel finale lo spunto della fuga buona. Appuntamento alle 14,55 su Rati 3 oppure alle 15,45 su Eurosport.

La fiaba della Sanremo è antica; si cominciò addirittura il 2 aprile 1906; vinse Lucien Petit Breton alla ‘favolosa’ media di 26,206 kmh; si gareggiava con bici da quindici chili, su strade tremende per le buche ed il terriccio (assicurate cinque, sei e forse più forature a cranio, quindi le piaghe sul fondoschiena). Record di sette vittorie per il mitico belga Eddy Merckx, sei per nonno Costante Girardengo, quattro per Gino Bartali e tre per Fausto Coppi.

Negli anni Venti e Trenta ci provarono pionieri palermitani come Nicola Mammina, Tano Martorana, Mimì Puleo e Ciccio Patti. Fate mente locale: partivano il martedì sera con la nave per Napoli, proseguivano mercoledì, giovedì e venerdì in bici con tappe da 400 km. ed oltre, gravati da zaini ricolmi di vettovaglie, indumenti e tubolari; dormivano nelle sale d’aspetto delle stazioni ferroviarie, cercando di fare in tempo per prendere il via da Milano all’alba del sabato. E poi, conclusa la corsa, rientro a casa con gli stessi avventurosissimi mezzi.

 

Gaetano Sconso

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