Sono circa le 22 di lunedì 29 dicembre quando le luci si abbassano, le persone si accalcano nella piccola sala del centro Zo e i fumi artificiali vengono attivati: è arrivata la cantantessa. Carmen Consoli inizia subito a cantare i brani di“Mediamente isterica” inciso per la prima volta dieci anni fa e che per l’anniversario è diventato deluxe in una versione molto più rocchettara. Ha voluto finire a Catania, la sua terra e con una tre sere, il suo tour internazionale iniziato a settembre negli USA, continuato in Canada e che si è protratto fino a novembre per tutta Italia. Saluta il pubblico con un semplice “Buonasera” solo dopo aver cantato ben tre canzoni, ovvero ‘Bèsame Giuda‘, ‘Puramente casuale’ e ‘Sentivo l’odore’, ma d’altra parte i fans di Carmen ci sono abituati. “Preferisco parlare con la mia musica”, ha sempre detto.
La sala del centro Zo era piccola e afosa, conteneva troppe persone, mancava l’aria, qualcuno è svenuto ed è stato accompagnato fuori, ma chi è rimasto ha cercato comunque di godersela. Nonostante lo spazio limitato, infatti (la gente si è trasformata un po’ in sardina per l’occasione) si è cercato di ballare e di cantare, di seguire quei ritmi rock così invitanti che la cantantessa ha pensato per i suoi fans. Ha cantato tutte le canzoni del CD, compreso l’inedito ‘L’uomo meschino’, che la stessa Carmen ha presentato così: “Questa canzone avrebbe dovuto essere parte del cd del ‘ 98 ma non lo è stato perché la tematica è simile a quella di ‘Bèsame Giuda’. Quest’anno mi sono convinta e eccola per voi…”
Dopo circa quindici canzoni è arrivato il momento per Carmen di riposarsi un po’ lasciando il pubblico ad ascoltare il classico momento di sola musica in cui bassista, batterista e chitarrista si sono divertiti a giocare con le note fino quasi all’esasperazione. Musica, infatti, tutt’altro che classica, ricordava piuttosto l’heavy metal! Le persone in sala non sembravano gradire molto, forse non era la musica più adatta per il popolo di Carmen. La maggior parte di quelli che prima ballavano si sono fermati di botto, qualcuno ne ha approfittato per raggiungere il bar o prendere una boccata d’aria fresca.
Passano appena dieci minuti, che però sembrano infiniti, e si ricomincia con la musica di certo più gradita: da ‘Per niente stanca’ a ‘‘Confusa e felice’ . Alla fine Carmen saluta e si dilegua in pochi secondi, ma il pubblico catanese non ci sta e inizia a chiamarla a squarciagola, prima “cantantessaaaaaa” e poi “Carmennnnn”, fino a quando, con enorme sorpresa di molti, (non è solita fare bis o fermarsi molto a parlare con la gente in sala) non è riapparsa sul palco. Ha scherzato un po’ con il pubblico, ha fatto qualche battuta in dialetto e, infine, accompagnata soltanto dalla chitarra o dal mandolino di Massimo Roccaforte, ha cantato ‘La bellezza delle cose’ e ‘Amore di plastica’: sono passati tanti anni, ma queste canzoni non sono destinate a invecchiare.
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