«Fabrizio vive nei cuori ultras», un messaggio che non ha bisogno di interpretazioni, impresso da anni in un muro dell’ex monastero dei Benedettini, a piazza Dante. Lo stesso nei pressi del quale ieri sera si sono ritrovati decine di sostenitori del Calcio Catania, squadra di cui Fabrizio Lo Presti era tifoso prima di morire in un incidente stradale nel 2001, mentre raggiungeva l’Aquila per una trasferta dei rossazzuri. Gli ultras ieri, in occasione dei vent’anni dalla scomparsa, hanno deciso di ricordarlo in strada nonostante la pandemia. Fatto notato da diversi residenti della zona che hanno immortalato le scene, tra ceri e un fumogeno rosso acceso poco prima delle 21.
«Davvero in tanti tra i partecipanti
non indossavano le mascherine – lamenta un residente – per non parlare del distanziamento sociale, praticamente del tutto ignorato con un maxi assembramento». Ma a fare infuriare più di ogni altra cosa alcuni abitanti della zona è stato il mancato intervento delle forze dell’ordine, in un giorno particolare con la festa di Sant’Agata che ha accesso i riflettori sul capoluogo etneo per il rispetto delle prescrizioni anti-contagio. Tanto più che proprio a pochi metri dal punto della commemorazione, in via Teatro Greco, c’è una caserma dei Carabinieri. E alcune auto dei militari sarebbero passate anche davanti alla folla.
Gli assembramenti, stando alle testimonianze raccolte, seppure in numeri più contenuti, si ripetono ogni sera. Compreso il
3 febbraio, giorno in cui il Catania è stato impegnato nel turno infrasettimanale con la Juve Stabia. «Quel giorno ho chiesto ai carabinieri – continua un’abitante – e la risposta è stata “signora, c’è la partita“». Tuttavia, ieri sera, la competenza del controllo in quella zona della città risulta della polizia che, fa sapere a MeridioNews, di non avere ricevuto segnalazioni.
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