L'aula 24 del Monastero dei Benedettini come i laboratori della Facoltà di Farmacia. Il nuovo statuto d'ateneo approvato all'unanimità. L'università di Catania in crescita nelle classifiche nazionali sotto l'attuale amministrazione. Queste le poche risposte da parte del rettore Antonino Recca alle tante domande postegli durante la conferenza stampa di giovedì al Palazzo Centrale. Tra le proteste "dei soliti dieci facinorosi"- L'ex gestore della Radio: "Tanti interrogativi sulle verità del Rettore"
Il rettore fa il punto sullo statuto d’ateneo Step1 e Radio Zammù note a margine
“Il past rettore, che oggi non c’è più, non è che non ha chiuso i laboratori della facoltà di Farmacia perché voleva che la gente morisse, ammesso che ci siano responsabilità dell’ateneo. Aveva la preoccupazione delle proteste”. Così, per non incorrere nell’errore del predecessore, il rettore dell’ateneo di Catania, professore Antonino Recca, ha deciso di chiudere l’aula 24. E’ l’unica spiegazione fornita dal Magnifico alla chiusura dell’aula dell’ex Monastero dei Benedettini, sede per anni delle redazioni di Step1 e Radio Zammù. Appena un inciso, seppur tra le tante domande rivolte a Recca durante la conferenza stampa di ieri. Il punto, per lui, era un altro: l’approvazione del nuovo statuto d’ateneo. Decisione anche quella contestata, fino a ieri, dagli studenti, ricercatori e docenti del Coordinamento unico d’ateneo, a cui è stato impedito di prendere parte alla conferenza. “Siamo qua per fare le domande a un rettore che ci ha privato del confronto democratico”, urlano gli studenti al megafono. Tutti vestiti di bianco, come i fantasmi, “perché siamo invisibili agli occhi del Magnifico”, spiegano. La loro protesta fa da sottofondo, mentre nelle stanze del rettorato Recca loda la risoluzione “unanime” raggiunta sullo statuto: 18 voti favorevoli e 4 contrari in Consiglio d’Amministrazione e 21 favorevoli, 5 contrari e 2 astenuti in Senato accademico (in basso il riepilogo). “E’ assolutamente falso che non ci sia stato dibattito all’interno dell’Ateneo – attacca -. Sostenerlo è fortemente offensivo”. Eppure, i “fantasmi” sotto le stanze del rettorato, non la pensano così. “Una decina di facinorosi – li liquida il rettore -, una sparuta minoranza che violenta la comunità accademica”.
Una nota amara, subito rimpiazzata dal rettore con i “dati positivi”. Le 12 posizioni guadagnate da UniCt dal 2009 a oggi nella classifica de Il Sole 24 Ore. I milioni di euro risparmiati con il taglio alle sedi decentrate durante la sua amministrazione. “E sono sicuro che con questo statuto faremo ancora meglio – aggiunge Recca -, perché non abbiamo ceduto a richieste demagogiche che sono arrivate da una sparuta minoranza, anche negli organi di governo”.
Ma per il Magnifico al lavoro non sembra esserci pace. Tanto che Recca arriva a citare il premier Silvio Berlusconi e le sue denunce di “persecuzione politica”. Come nel caso del dissesto dell’Università di Catania, denunciato da Michele Spalletta su Ustation. “Falso”, secondo il rettore, una voce messa in giro da “un incosciente” che vuole penalizzare l’ateneo. Una critica che non tiene conto delle situazioni di crisi affrontate dall’attuale amministrazione, specifica il Magnifico. Come i 9 milioni di euro di debiti di “una facoltà”: Lingue, mai nominata “per ovvie ragioni di bicchiere mezzo pieno”, “ma il cui nome si può leggere nel documento che faccio girare”, aggiunge Recca. Un bilancio così preciso che si è scelto di non inserire “risorse che siamo sicuri non verranno acquisite”. Come la cifra del consorzio ennese?, chiediamo. “Non c’è nessun problema di bilancio”, è la non-risposta. Così chiara che il rettore ci tiene a essere multilingue: “There’s no problem in the balance of the University of Catania”.
Adesso, con il nuovo statuto, l’ordine aumenterà, ne è convinto Recca. “Si passa dall’autonomia, che sfociava qualche volta in anarchia, alla libertà che sfociava qualche volta in abuso”. Lavorando “ognuno con le proprie competenze”, “a comunicare dal fatto che la politica dell’ateneo la faranno il rettore e gli organi di governi preposti”, spiega. Proprio quello che viene contestato da parte dell’università, che vede nel provvedimento un gesto accentratore.
Ma il rettore, almeno ieri, non era aperto alle domande. L’interesse dei colleghi di giornali e tv per altre questioni non era condiviso da Recca. Come per la situazione di Step1 e Radio Zammù, a cui dedica poche parole e nessuna spiegazione. “Radio Zammù non è chiusa, perché non è scritto da nessuna parte che il gestore di una struttura pubblica dev’essere sempre lo stesso – spiega -. Sta riprendendo a lavorare per l’università e non per altro”. Step1 “mi risulta che è falso che abbia chiuso le attività perché mi dicono che fino a oggi sta lavorando”, aggiunge. Magari da casa propria, considerata la chiusura della sua redazione, per motivi di sicurezza. “Quello è un laboratorio, ci sono delle attrezzature elettroniche, computer, e la sicurezza richiesta è diversa dalle aule dove si fa solo lezione”, aggiunge il rettore, giustificando così la diversità di trattamento con il resto delle aule del Monastero. E dopo i lavori di adeguamento, che ne sarà dell’aula 24? “Compatibilmente con le risorse dell’ateneo – risponde Recca evasivo – stiamo lavorando perché possa essere rimessa al più presto in sella”. Questioni che, secondo il rettore, riguardano più il direttore amministrativo Lucio Maggio, presente alla conferenza. Sulla sua nomina a dirigente di prima fascia, all’interno dell’ateneo esistono diverse perplessità, legate a titoli ed esperienza. “Dalle carte leggete se è illegittimo – risponde il rettore mentre si allontana – perché io non sono così bravo da capire cosa faccio di legittimo oppure no”. Una non-risposta comunque a favore di telecamera. Perché, dice il rettore, “lei sta registrando tutto e poi tra un minuto saremo a fare sorridere i suoi dieci colleghi”.
I voti del Consiglio d’amministrazione e del Senato accademico allo statuto
Deliberazione del Consiglio d’Amministrazione
20/07/2011
Deliberazione del Senato accademico
21/07/2011
Favorevoli
– prof. Antonino Recca
– prof.ssa Maria Luisa Carnazza
– prof. Agostino Serra
– prof. Carmelo Crimi
– prof. Salvatore S. Signorelli
– prof. Giuseppe Bentivegna
– prof. Vincenzo Perciavalle
– prof. Giuseppe Cozzo
– prof. Giovanni Cascone
– prof.ssa Maria A. Toscano
– il Prefetto dott. Vincenzo Santoro
– sig. Ugo Bellavia
– sig. Marco Leonardi
– sig. Aldo Polizzi
– prof. Lucio Maggio
– dott. Massimiliano Giammusso
– dott. Francesco Barbagallo
– dott. Salvatore Scuvera
Contrari
– prof. Giacomo Pignataro
– sig.ra Antonina Lanzafame
– sig. Salvatore La Giglia
– dott. Flavio Romano Arcerito
Favorevoli
– prof. Antonino Recca
– prof. Enrico Iachello
– prof. Francesco Basile
– prof. Guido Li Volsi
– prof. Giuseppe Ronsisvalle
– prof. Agatino Russo
– prof. Luigi Fortuna
– prof.ssa Febronia Elia
– prof. Carlo Truppi
– prof.ssa Francesca Biondi
– prof. Pietro Platania
– prof.ssa Grazia Maria Lombardo
– prof. Francesco Priolo
– prof. Andrea Mangiameli
– prof.ssa Grazia Lombardo
– prof.ssa Maria Grazia Cinquegrani
– dott.ssa Giuseppina Raciti
– sig. Antonino Milazzo
– sig. Dario Walter Giuffrida
– sig. Giovanni Pappalardo
– sig. Filippo Antonio Catania
Contrari
– prof. Vincenzo Di Cataldo
– prof. Nunzio Famoso
– prof. Mario Barcellona
– dott.ssa Giovanna Laudani
– sig. Salvatore Bellinvia
Astenuti
– prof. Carmelo Buttà
– dott.ssa Rosa Anna Ciraldo