Il racconto dei migranti feriti in Libia «A sparare banditi con abiti lunghi»

Hanno trascorso la notte al caldo e al sicuro dopo aver viaggiato per tre giorni feriti i tre migranti sbarcati lunedì dal pattugliatore della Guardia Costiera Dattilo. Due giorni fa sono stati i primi a mettere piede sul molo Marconi e la loro testimonianza ha permesso agli investigatori della squadra mobile di ricostruire cosa era accaduto in Libia, dove sarebbero stati feriti e per non essere uccisi hanno chiesto di poter salire sui barconi. 

«Circa sei mesi fa – racconta Tomos, 27enne della Sierra Leone – ho lasciato il mio Paese perché dopo l’epidemia di ebola non c’era più lavoro. Sono andato a Tripoli per cercare un’occupazione e l’ho trovata tramite una persona del luogo che ci ha ospitato nella sua abitazione». Il racconto del 27enne è simile a quelli di tanti altri migranti, 346 quelli arrivati lunedì  a Messina dopo essere stati soccorsi in tre distinte operazioni nelle acque del canale di Sicilia. «Mentre mi trovavo all’interno di questa abitazione, sono arrivati degli uomini armati che fanno parte di una banda di predatori. Questi banditi che erano soliti indossare una veste lunga sotto la quale nascondevano armi, ogni tanto venivano a pretendere soldi. Li avevo già visti in altre occasioni in cui avevano sparato ad altri uomini. Pochi giorni fa senza apparente motivo questi banditi dopo essere entrati all’interno dell’abitazione hanno iniziato a sparare ferendomi al braccio sinistro ed anche ad altri ospiti della casa». 

Secondo la ricostruzione del 27enne, sarebbe riuscito a scappare insieme ad altri amici, «arrivando in una spiaggia della quale non so dire il nome. A causa della ferita – continua – perdevo molto sangue e stavo male. Alcune persone vedendomi si sono impietosite e mi hanno caricato su un gommone diretto verso l’Europa». Oltre a Tomos altri due migranti feriti sarebbero stati fatti salire sui barconi. Il racconto è al vaglio degli investigatori. 

Intanto la squadra mobile grazie ai racconti dei migranti e alla stretta collaborazione con i militari della Guardia costiera è riuscita ad individuare i sei presunti scafisti. In manette sono finiti gli uomini che avrebbero guidato i tre barconi malconci partiti sabato sera dalle coste libiche. Si tratta di Dawde Sakou, 28 anni; Moustapha Maraminethiare, 28 anni; Mamadou Dieng, 30 anni; Ndiogou Ngom, 30 anni, tutti di origini senegalesi, e di altri due uomini provenienti dal Gambia, Ablie Manneh, 29 anni e Alpha Algali, 28 anni. Il sostituto procuratore Francesco Massara ha disposto per loro il trasferimento al carcere di Gazzi.

Simona Arena

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