Quarta volta in due mesi nel capoluogo siciliano per Matteo Renzi, in vista del voto del 4 dicembre. Stoccate per i 5stelle e per Matteo Salvini. «Io posso lasciare anche domani mattina ma non cambia niente»
Il premier chiude a Palermo la campagna referendaria «La Sicilia è decisiva, in 48 ore può succedere di tutto»
«Voi in Sicilia siete decisivi, perché la Sicilia in politica è sempre anticipatrice». È l’appello del premier Matteo Renzi, giunto questo mattina al teatro Politeama per la chiusura della campagna referendaria. Mentre fuori imperversano le proteste, il presidente del Consiglio ha ostentato ottimismo alla vigilia del voto del 4 dicembre. «In questo territorio – ha detto – noi siamo partito indietro, altri erano più avanti. Adesso che è chiara la domanda io sento che il vento è cambiato, che il clima e diverso. In 48 ore può succedere di tutto e io vi chiedo una mano».
Alla quarta volta negli ultimi due mesi in città, Renzi ha deciso di puntare sul voto degli indecisi. «Per me servire questo Paese è un onore – ha continuato -. Il punto non è la permanenza di un governo o di un presidente del Consiglio. Il punto è avere un sistema che finalmente funziona e se questo accade siamo più forti». A Palermo poi non poteva mancare la stoccata ai 5stelle, in affanno con il caso delle firme ricopiate: «Ieri il presidente Delio Napoleone ha detto che se vince il Sì il Cnel resterà comunque, e subito il M5s si è messo a diffondere queste notizie false. Ma si sa, a Palermo, i Cinque Stelle sono affezionati alle cose false. È bello vederli sfilare tutti e sentirli dire che si avvalgono della facoltà di non rispondere. La vera trasparenza siamo noi». Riferimenti poi anche nei confronti di Matteo Salvini, il più in vista tra i sostenitori del No, che è stato tacciato di essere un «fannullone», per via dell’assenza di ieri del segretario della Lega Nord – che è anche eurodeputato – alla votazione sullo sblocco dei fondi comunitari per la ricostruzione: «L’Europa ha votato su di noi e lui non c’era».
Qualche dubbio in platea per la chiusura dell’intervento. L’ex sindaco di Firenze, infatti, sembrava guardare alla propria esperienza al passato: «Io posso lasciare anche domattina ma non cambia niente. Servire questo Paese è stata la cosa più bella, alzarsi la mattina a palazzo Chigi e inchinarsi davanti alla bandiera». Intanto poco fa è arrivata la condanna alle proteste studentesche da parte della sottosegretaria ai Trasporti e alla Infrastrutture Simona Vicari. «La libertà di espressione, il diritto al voto, la possibilità di esprimere le proprie idee politiche sono la base della democrazia e del nostro Paese – ha scritto in una nota – . Sono disgustata per quel gruppo di ragazzi che oggi a Palermo ha bruciato un manichino con la foto di Matteo Renzi. Ci tengo a sottolineare che Palermo al contrario di quello che è successo oggi, è grata al premier per molte cose: i patti del Sud, per le risorse date, per l’impegno a risollevare l’isola e la città. Episodi come quello di oggi devono essere condannati».