Il successo in rimonta ottenuto al «Ferraris» dopo nove ko consecutivi potrebbe dare alla formazione di Corini l'impulso per invertire definitivamente il trend. I rosa, che non vincevano dal 21 settembre, hanno interrotto l'imbattibilità casalinga di una squadra che aveva anche la migliore difesa interna del torneo
Il Palermo rivede la luce in fondo al tunnel In casa del Genoa la vittoria della svolta?
Se si giocasse solo in trasferta il Palermo avrebbe ottime possibilità di centrare l’obiettivo salvezza. Di solito, le formazioni che lottano per la sopravvivenza consolidano in casa la base sulla quale costruire il proprio edificio. I rosanero, invece, stanno seguendo un’altra strada sfruttando il feeling instaurato con le gare esterne. Partite nelle quali la squadra, meno appesantita da pressioni di natura psicologica, si esprime meglio rispetto alle sfide da disputare al «Barbera». Il Palermo formato trasferta è vivo e lo ha confermato ieri conquistando contro il Genoa una vittoria incredibile. Nell’arco di un campionato ci sono momenti o episodi che segnano una svolta, in positivo o in negativo. Il successo ottenuto a Marassi, soprattutto per il modo in cui è maturato, può dare alla compagine di Corini le energie e l’impulso per invertire definitivamente il trend e legittimare le proprie ambizioni. E’ stata un’affermazione di fondamentale importanza per la classifica (i rosa, che non vincevano dal 21 settembre, hanno lasciato l’ultimo posto e agganciato il Crotone a quota 9 punti) ma soprattutto sul piano mentale in termini di fiducia, autostima e consapevolezza dei propri mezzi. Una boccata di ossigeno.
L’effetto sliding doors ha riaperto scenari che alla vigilia del match sembravano inimmaginabili: al 24’ del secondo tempo il Palermo perdeva 3-1 ed era sull’orlo del baratro tenendo conto anche dell’iniziale distacco di 8 punti dal quartultimo posto occupato dall’Empoli. Nell’ultima porzione della gara, invece, ecco il colpo di scena che potrebbe cambiare la storia del campionato rosanero. L’undici di Corini, colpito e affondato da una doppietta di Simeone (intervallata da un acuto di Quaison) e dal gol di Ninkovic su assist del Cholito, tocca il fondo ma ha la forza di risalire e costruire una rimonta clamorosa. L’incantesimo si è rotto. Dopo nove sconfitte consecutive la squadra rivede la luce. Il film ambientato ieri a Marassi, scoppiettante e ricco di emozioni, ha pure degli effetti speciali prodotti dalle storie personali di coloro che hanno lasciato il segno permettendo in extremis al Palermo di rimanere a galla. In copertina finiscono Goldaniga, che si è riscattato dopo l’errore da matita blu commesso contro il Chievo ed alcune sbavature mostrate ieri prima di realizzare il gol della speranza, Rispoli (uno dei punti di riferimento dello spogliatoio in cerca di continuità dopo un periodo in chiaroscuro) e il neo-entrato Trajkovski. Il macedone, all’esordio stagionale dopo un lungo calvario, è l’eroe che non ti aspetti. Autore di un gol che, per importanza e peso specifico, può essere paragonato a quello realizzato lo scorso 24 aprile a Frosinone in un match decisivo per la salvezza della passata stagione. E poi c’è Diamanti, subentrato nella ripresa a Bruno Henrique. Ottimo l’impatto sulla gara del numero 23 rosanero, entrato in tutti e tre i gol con cui i rosanero hanno ribaltato il punteggio.
In ogni caso, se i componenti del coro hanno funzionato, il merito è soprattutto del direttore di orchestra. Corini, che sabato aveva pungolato nell’orgoglio i giocatori, ha dato gli input giusti e ha messo il gruppo nelle condizioni di compiere la grande impresa. Un miracolo sportivo accompagnato, peraltro, da alcune curiosità statistiche. I rosa, ad esempio, finora non avevano mai segnato in una gara più di un gol e ne hanno fatti quattro a Marassi (lì dove avevano ottenuto l’ultimo risultato utile) contro un Genoa imbattuto tra le mura amiche e con la migliore difesa interna del campionato. E’ proprio vero: nel calcio ciò che è valido in una partita, in quella successiva può essere smentito e sostituito da altre verità. Il match con il Chievo, sulla falsariga di altre partite simili, aveva proposto un Palermo con gravi lacune sul piano della personalità. Ma, al netto delle disattenzioni difensive dei liguri, una squadra senza carattere e senza personalità come fa a rimontare da 1-3 a 4-3 su un campo difficile come quello di Genova? Il Palermo ha stupito tutti (forse anche se stesso) e ha dimostrato di avere tutte le carte in regola per potersi salvare conquistando un successo prezioso anche in funzione dei prossimi due scontri diretti: con il Pescara giovedì al «Barbera» e ad Empoli dopo la sosta natalizia.