«Mi ero preso una pausa», dice, lui che di sinistra non è mai stato, ma ha puntato su un'idea di centrismo, quella rappresentata da Italia Viva, che alla fine non lo ha soddisfatto. E su una candidatura alle Comunali non si sbilancia
Il neoleghista Scoma e gli appuntamenti elettorali «Il centrodestra dovrà fare quadrato, divisi si perde»
«Mi ero preso una pausa, un black out in politica ogni tanto ci sta». Più che un cambio di casacca un ritorno alle origini quello di Francesco Scoma, ex vicesindaco in quota Forza Italia dell’amministrazione Cammarata a Palermo, che dopo 25 anni nel partito di Berlusconi, l’anno scorso aveva scelto altri lidi per continuare il suo percorso in politica. Era il 2020 e Davide Faraone, non solo capo dei senatori di Italia Viva, ma deus ex machina del renzismo in Sicilia, parlava già della possibilità che il dopo Orlando, a Palermo, potesse essere targato Renzi. E il pensiero, tra i papabili, era andato subito al nuovo acquisto della compagine di Italia Viva, un nome sempre tirato in ballo in tempo di toto-candidatura.
Poi qualcosa è andato storto. «Avevao pensato che il progetto centrista di Renzi avesse un futuro – dice Scoma a MeridioNews – Sull’uomo niente da dire, ha notevoli capacità politiche, ma non è stato possibile creare percorso legato a uno sviluppo politico in Sicilia. Se avevo scelto una pausa c’erano state delle motivazioni a livello locale che mi impedivano di continuare con serenità. L’ho fatto probabilmente pensando a un centrismo che non c’è mai stato».
E adesso l’approdo alla Lega, come già Sammartino, Sudano e Cafeo prima di lui. Un esodo, quello da Italia Viva, che l’ha privata di tutti i suoi campioni di preferenze su scala regionale. «La Lega insieme a Fratelli d’Italia è il partito che guida il centrodestra – continua il deputato – e il centrodestra sa che se vuole vincere deve essere unito. Se si va divisi al Comune e alla Regione si perde. E perdere non fa piacere a nessuno, ma quando si affronterà il problema reale del governo delle città importanti la strada si troverà. L’importante dovrà essere il ritorno alla politica, a partire anzitutto dall’individuazione dei nomi giusti. A volte va bene un tecnico, ma non sempre. Non esiste una regola certa in politica, ma penso che il tecnico debba affiancare il politico, anche se il politico alla fine vince sempre».
Un politico come lo stesso Francesco Scoma? «Non mi sento di dire dopo cosa sarà, non ci sono interessi specifici – conclude – Le ambizioni personali non sono legate alla realtà delle ambizioni politiche. L’anno venturo è fatto di appuntamenti elettorali importanti: la nomina del presidente della Repubblica, le comunali, le regionali, le nazionali. È al tavolo nazionale che i partiti del centrodestra dovranno fare quadrare intenzioni e accordi. Poi ogni partito avanzerà le proprie proposte e farà le proprie scelte».