Pasqua o festa della liberazione? le antenne del muos di niscemi si accenderanno in tempo per celebrare la resurrezione di cristo o in coincidenza del 25 aprile?
Il Muos in funzione ad Aprile. Intanto un viaggio alle Hawai per la stampa
Pasqua o Festa della Liberazione? Le antenne del Muos di Niscemi si accenderanno in tempo per celebrare la Resurrezione di Cristo o in coincidenza del 25 Aprile?
In entrambi i casi, per la Sicilia, ci sarà poco da festeggiare. La cosa ormai certa è che le tre parabole dellapparato di guerra statunitense sono state montate da poche settimane e che Aprile è il mese in cui saranno messe in funzione.Prima però, un viaggio ‘premio’ per la stampa italiana (tutta o quella più friendly?).
Ci giunge notizia che l’Ambasciata americana sta organizzando un media tour in Virginia e alle Hawai, per fare visitare ai giornalisti prescelti i siti dove già ci sono Muos funzionanti. Una gita prevista per i primi di Marzo.
A loro sarà affidato il compito di scrivere quanto sono belle le Hawai e quanta letizia ci sia tra gli abitanti nonostante la presenza dei paraboloni. Almeno questo sperano gli Usa.
Intanto, mentre si prepara una manifestazione nazionale No Muos il prossimo primo Marzo e mentre cresce l’attesa per il giudizio del Tar, previsto per fine Marzo, ci si chiede se ormai la battaglia contro il Muos sia irrimediabilmente persa.
No, secondo Massimo Zucchetti, docente del Politecnico di Torino, da sempre impegnato, a suon di studi scientifici, nella battaglia contro il nuovo sistema di comunicazione satellitare della Marina Usa. Propio ieri, insieme con il filosofo Gianni Vattimo, il docente torinese è stato a Niscemi dove ha incontrato gli studenti del Liceo Scientifico. Insieme hanno parlato del diktat che la Sicilia sta subendo, della sua incostituzionalità, e della pericolosità del Muos per la salute.
Secondo Zucchetti questo viaggio per la stampa dimostra che “gli americani ancora temono la nostra pubblica opinione, la chiara volontà della maggioranza della popolazione siciliana e italiana nel ripudiare il destino di avamposto di guerra che la presenza del Muos comporterebbe per Niscemi e per la Sicilia”. Così scrive sul Manifesto, giornale con il quale collabora (e i cui giornalisti non hanno ricevuto nessun invito per il viaggio alle Hawai).
“Allora la partita – prosegue Zucchetti- non è ancora persa, anzi, si può quindi vincere. Possibile infatti che gli americani fidino davvero nel fatto che i giornalisti invitati siano così impudenti ed imprudenti da accettare un invito così compromettente che punta a trasformarli almeno in «embedded»? Che sperino davvero che nessuno scriva che la legislazione Usa sulle onde elettromagnetiche è assai più permissiva di quelle europee e italiana, non tutelando le popolazioni dagli effetti ritardati e a lungo termine delle radiazioni, e che quindi certamente i Muos americani rispettano i limiti delle «loro» leggi?
Non ci vuole poi molto a capire che se di effetti a lungo termine si parla questi sono per ora invisibili per degli apparati in funzione da pochissimo tempo, e che quindi la vista delle linde e pinte casette americane con famigliole felici e sane non ha alcun significato. Se non del turismo al servizio del sempre bonario padrone. Siamo ben certi che la stampa italiana rifiuterà in blocco questo tentativo di cooptazione e che sarà come un immenso boomerang.
E se invece non andasse così? E allora – chiosa il docente del Politecnico-getto però la maschera e parlo a nome mio e di un paio di miei amici e colleghi che da anni scrivono di armamenti o Muos sul Manifesto, cioè Manlio Dinucci e Antonio Mazzeo. Noi tre parliamo un ottimo inglese, siamo degli esperti di sistemi darmi e di Muos, siamo sempre eleganti e sappiamo anche comportarci nei party; io poi sono anche un discreto surfista avendo vissuto a Los Angeles, ed alle Hawaii mi divertirei un sacco.
Invitate anche noi tre, cari amici americani, fateci godere almeno le briciole di questa grande abbuffata. Il governatore siciliano Crocetta ha avuto, dopo la sua gran revoca delle revoche sul Muos, articoli celebrativi sul New York Times e sulWashington Post. Noialtri, in fondo, ci accontenteremmo di un viaggetto”.