Il modello dei Distretti nel Mediterraneo

TANTE OPINIONI A CONFRONTO AL BLUE SEA LAND DI MAZARA DEL VALLO. E UN OBIETTIVO COMUNE: LA COOPERAZIONE

“I Distretti e reti a confronto all’interno della Sessione plenaria dell’Osservatorio della pesca del Mediterraneo”.

Questo il tema affrontato nell’ambito di “Blue Sea Land”, l’Expo delle eccellenze in corso di svolgimento a Mazara del Vallo.

Ha moderato i lavori Nino Amadore, giornalista del Sole 24 Ore.

“La Regione siciliana punta alla valorizzazione del modello distrettuale – ha dichiarato Sami Ben Abdellaali, dirigente cooperazione con i paesi del Mediterraneo e il mondo Arabo della Regione siciliana – quale strumento vincente nel dialogo Mediterraneo e questo convegno internazionale ne è la dimostrazione evidente. Siamo pronti ad esportare il modello del Distretto della pesca verso tutti quei Paesi che vedono nella partnership tra Cluster il motore di sviluppo economico, sociale e culturale”.

Abbiamo ridefinito la mission dei Distretti campani – ha riferito Filippo Diasco, dirigente dipartimento risorse agricole e alimentari della Regione Campania – puntando sui settori merceologici, istituendo il Distretto della difesa e della sicurezza e il Distretto della ristorazione aggregando 2 mila ristoratori della zona flegrea. Per contrastare la crisi economica e salvaguardare le nostre eccellenze dell’agroalimentare – ha aggiunto – stiamo riorganizzando la rete dei Distretti superando la territorialità e valorizzando i prodotti. La presenza della Regione Campania a Blue Sea Land testimonia il nostro interesse a sviluppare percorsi interregionali il linea con le tematiche emerse nel dibattito”.

“Il modello distrettuale nell’agroalimentare – ha affermato Biagio Pecorino, presidente del Distretto unico regionale dei cereali Swb della Sicilia – è la marcia in più nel processo di internazionalizzazione delle imprese ed è stimolo costante nell’avvicinare il consumatore ai prodotti, vocazione del territorio”.

Intervenendo ai lavori, Giuseppe Briuccia di Price Waterhouse Cooper, ha rimarcato la necessità di snellire la burocrazia che costituisce un freno alla progettualità ed alla capacità del sistema impresa di produrre reddito”.

“Istituire da subito un tavolo permanente nazionale sui Distretti – ha proposto Massimo Barbin, presidente del Distretto ittico di Rovigo – per standardizzare le pratiche ed esportare il modello in un rinnovato processo di internazionalizzazione delle Pmi”.

“Siamo interessati al know-how del Distretto della pesca di Mazara del Vallo – ha dichiarato Kobena Kouassi Adjoumani, ministro della pesca della Costa d’Avorio – il nostro paese è lontano dal Mediterraneo ma è nostro intendimento partecipare al processo di cooperazione e partenariato per sviluppare la nostra economia e trasferire valore aggiunto ai nostri prodotti ittici, prima fra tutti il tonno”.

“Il nostro Paese è presente con una delegazione governativa e di privati per esplorare le opportunità offerte dal confronto allargato – ha affermato Awad Saad Saeed Al-Soquadri, ministro della Pesca dello Yemen – ci serve l’esperienza, la competenza e le mconoscenze di questa Regione per gettare le basi all’avvio di partnership istituzionali e commerciali forti. La Blue economy è l’obiettivo principale della nostra politica – ha aggiunto Al-Soquadri – e penso anche di molti Paesi presenti, vogliamo migliorare la capacità reddituale delle nostre aziende ittiche e puntiamo sulla cooperazione internazionale e sul modello di Distretto della Pesca di Mazara del Vallo”.

La sinergia con i Cluster marittimi per la formazione in questo settore è essenziale per creare una prassi riconosciuta dagli Stati e pianificare un approccio sostenibile – ha detto Roderick Galdes, ministro della pesca di Malta . Il quale ha aggiunto che occorre rafforzare la cooperazione fra i popoli con scambio di esperienze e obiettivi comuni basata sulla capacity building per governare le politiche marittime nel lungo periodo per una pace duratura nel Mediterraneo. La frammentazione esiste – ha aggiunto – ma occorre superare gli ostacoli che possono prevenire la cooperazione, processo fondamentale ad evitare la pesca indiscriminata, ed oggi ne è un esempio tangibile”.

Il Console onorario del Mozambico a Milano, Simone Santi, ha parlato tracciato il profilo di un Paese africano emergente con una crescita dell’8,5 per cento all’anno. La recente scoperta del secondo giacimento di gas più grande al mondo pone il Mozambico a vertici di un processo di sviluppo economico nei prossimi anni. L’Eni ha investito 87 miliardi di euro – ha riferito Santi – la presenza italiana e importante in questa parte del mondo, sono pronti progetti di sostenibilità, sviluppo marittimo e piscicoltura in Mozambico per trasformare la pesca artigianale in industriale. In tal senso, la cooperazione internazionale è fondamentale nel cambiamento in corso e il modello distrettuale può rafforzare il sistema produttivo ed economico”.

“Coldiretti ha avviato una strategia che punta sulla qualità del prodotto, sul valore aggiunto dei territori e sulla qualità – ha riferito Alessandro Chiarelli, presidente regionale di Coldiretti Sicilia – ed il Distretto taglia le barriere e guarda oltre la fisicità dei confini, il Mar Mediterraneo va visto come una straordinaria opportunità. Il consumatore guarda al cibo di qualità, a mangiare sano con prodotti sicuri – ha rimarcato – e l’internazionalizzazione è la scommessa per il rilancio dell’ittico e dell’agroalimentare”.

“Sosteniamo il processo di internazionalizzazione e cooperazione con il modello messo in campo dal Distretto della pesca di Mazara del Vallo – ha affermato Vittorio Sandalli, vice direttore centrale per l’internazionalizzazione del sistema Paese e le autonomie locali del ministero degli Affari esteri – nella direzione di un rafforzamento del raccordo con i territori e del dialogo con i paesi del Mediterraneo allargato”.

La globalizzazione distrugge le produzioni locali, il modello distrettuale invece le valorizza – ha sottolineato Sergio Tancredi, parlamentare del Movimento 5 Stelle all’Assemblea regionale siciliana – l’obiettivo da perseguire è quello della qualità del prodotto, mantenendo l’identità ed il radicamento col territorio. La nostra sfida è proprio sulla qualità e non sulla quantità – ha aggiunto – il Distretto è una grande opportunità da  cogliere così come plaudiamo all’iniziativa dell’assessore alla Risorse agricole, Dario Cartabellotta, nell’aver intrapreso la strada giusta lanciando il progetto Born in Sicily per la caratterizzazione delle produzioni siciliane”.

A conclusione dei lavori, Giuseppe Castiglione, sottosegretario alle Politiche agricole ha riferito che l’Expo 2015 non è una vetrina, ma una rivoluzione culturale.

“Nutriamo il pianeta”, è il titolo e sarà incentrata su come si nutrirà il pianeta nel prossimo futuro.

“Non c’è dubbio che la dimensione nazionale diventa troppo piccola e allora dobbiamo organizzarci – ha detto Castiglione – lavoro al Ministero delle Politiche Agricole e dire che non ci sono le risorse è fuori luogo, infatti, stiamo attualmente programmando il 2014-2020, la comunità europea destina 52 miliardi di euro nell’agricoltura e in Italia però non c’è nessuna scelta politica di fondo. Questa è la fase in cui la politica deve dare un indirizzo. Bisogna far crescere l’impresa italiana che è troppo piccola e parcellizzata, dobbiamo aggregarla e farla crescere, l’intuizione dei distretti è positiva, ci sono nuovi mercati che si aprono ma bisogna conoscerli e studiarli”.

“In Sicilia nonostante le grandi aggregazioni – ha aggiunto – questi strumenti sono senza le risorse per farli partire, allora dobbiamo semplificare, dobbiamo fare in modo che il governo nazionale dialoghi con i governi locali e a sua volta che dialoghi con l’Unione Europea. Noi siamo capaci di fare una legge per la semplificazione e dopo due anni dei quattro decreti attuativi ne abbiamo applicato solo uno e già adesso pensiamo ad una nuova legge di semplificazione, questo è il vero dramma della nostra politica, ci vuole una maggiore regia politica per dare fiducia agli imprenditori.”

 

 

 


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