Sono i temi affrontati da Angelino Alfano oggi a Palermo, per la mattinata di lavori nel gruppo sulla criminalità organizzata presieduto da Nello Musumeci. «La commissione siciliana è un presidio che rafforza la lotta alla mafia e noi siamo qui oggi per siglare un patto tra di noi contro la criminalità organizzata», ha dichiarato
Il ministro Alfano in commissione antimafia regionale Beni confiscati, infiltrazioni nella politica e minori migranti
Scioglimento dei Comuni per mafia, affidamento dei beni confiscati, minori migranti non accompagnati. Sono stati questi i temi dell’incontro a porte chiuse alla commissione regionale antimafia che ha visto protagonista il ministro degli Interni Angelino Alfano. «La commissione siciliana è un presidio che rafforza la lotta alla mafia e noi siamo qui oggi per siglare un patto tra di noi contro la criminalità organizzata», ha affermato prima di incontrare il presidente Nello Musumeci e il prefetto di Palermo Francesca Cannizzo.
Sul fronte dei beni confiscati, il ministro ha dato «piena disponibilità da parte mia a lavorare affinché gli immobili confiscati alle cosche criminali possano dare una mano a risolvere l’emergenza abitativa». Più complesso il tema dei minori, al riguardo del quale il ministro cita un accordo firmato a luglio con le Regioni e i Comuni per rendere più efficiente il sistema dell’accoglienza. «Al ministero degli Interni è stata istituita una specifica unità di missione, perché il tema dei minori ha un profilo di sicurezza – spiega Alfano -. Vogliamo che non entrino nel circuito dell’illegalità, a partire dalla prostituzione. Un’azione forte passa dall’inserimento dei dati dei minori nel Ced (il centro elaborazione dati del ministero, ndr), poi collegato al sistema di Schengen».
Tema centrale dei lavori parlamentari è stata poi la normativa sulle infiltrazioni mafiose nelle pubbliche amministrazioni. Secondo i dati diffusi da Alfano, dal ’91 a oggi sono 258 i Comuni in Italia sciolti per mafia, 63 solo in Sicilia. Il ministro ha ricordato il disegno di legge approvato dal Consiglio dei ministri nel quale vengono affrontati temi come la scarsa capacità manageriale dei commissari straordinari, l’unicità dell’incarico, l’allontanamento dei burocrati durante il periodo di scioglimento, la durata del provvedimento e l’esclusione dei Comuni coinvolti dal patto di stabilità. «Prendo spunto dalla seduta di oggi per rafforzare quel ddl – conclude il ministro -. Forniremo queste indicazioni anche alla commissione nazionale antimafia». Alla quale, entro due settimane, arriverà il documento con le osservazioni della commissione siciliana.