Il Governo Renzi tagliando i Pac ha tolto risorse alla SAS Impossibile mettere questo personale a carico della sanità

A due giorni dalla fine dell’anno la confusione, a Palazzo Reale, sede del Parlamento siciliano, continua a regnare sovrana. Basta un solo dato per fare riflettere sulla fantasia amministrativa un po’ patologica che ormai pervade la politica siciliana e, in particolare, il Governo di Rosario Crocetta. L’ultima trovata è rappresentata dal tentativo di togliere 45 milioni di euro dalla sanità pubblica siciliana, già in grande difficoltà, per pagare i dipendenti della SAS, la Società Ausiliari Sicilia, società consortile costituita un paio di anni fa sulle ceneri di società regionali-carrozzoni.

La SAS è una società controllata dalla Regione con l’87,72 per cento, mentre il restante pacchetto azionario se lo dividono, con quote minime, le Aziende sanitarie provinciali e le Aziende ospedaliere della Sicilia. La società opera nella sanità, nella gestione dei beni culturali e nella tutela dell’ambiente. Opera in presenza di soldi. 

Ma i soldi della Regione siciliana, come scriviamo da settimane, se li è presi in buona parte il Governo nazionale (prelievo di 915 milioni di euro dal Bilancio regionale nel 2013, prelievo di un miliardo e 350 milioni di euro quest’anno e un miliardo e 112 milioni di euro che il Governo Renzi si accinge a prelevare il prossimo anno). A questi si aggiunge il taglio di un miliardo e 200 milioni di euro dei fondi Pac operato, sempre dal Governo nazionale, in questi giorni. 

Proprio con i fondi Pac – da 250 a 300 milioni di euro – la Regione siciliana avrebbe dovuto operare per finanziare i servizi socio sanitari con progetti che i Distretti socio sanitari della Sicilia hanno già presentato, ma che il Governo Renzi ha ignorato. Con i fondi Pac destinati alle attività sociali la Regione avrebbe potuto dare risposte concrete a più della metà dei dipendenti della SAS. 

Invece, come già accennato, questi fondi Pac non sono più disponibili per la Sicilia. Verranno utilizzati per sgravi contributivi per le imprese dislocate, per lo più, nel Centro Nord Italia. Di fatto, per almeno il 50 per cento e forse più, è il Governo nazionale di Matteo Renzi che sta togliendo i lavoro ai dipendenti della SAS. 

Quella che non sembra razionale è la proposta del Governo Crocetta: e cioè togliere 45 milioni di euro alla sanità pubblica siciliana, già esangue, per pagare gli stipendi ai dipendenti della SAS. 

Già la SAS è stata una forzatura, perché si tratta di una società regionale che fa concorrenza alle società private che operano in questo settore. Ma andare a tagliare altri servizi della sanità pubblica siciliana per pagare gli stipendi a questo personale, beh, questo sembra veramente troppo. 

Al contrario di quanto cercano di far credere alcuni deputati che fanno parte della Commissione Sanità dell’Ars, nella sanità siciliana, oggi, c’è mancanza di posti letto. E questo si evince non dalle statistiche cervellotiche del ministero che lasciano il tempo che trovano, ma dal fatto che nei Pronto soccorso della nostra Isola risulta sempre più difficile ricoverare i pazienti negli ospedali. Per non parlare dei tanti primari non nominati e dei tanti reparti dove medici e infermieri sono sottoposti a turni massacranti da almeno tre anni.  

Andare a tagliare ulteriori risorse alla sanità pubblica siciliana significherebbe peggiorare un servizio che è già carente non per responsabilità di medici e infermieri, ma per precise responsabilità della politica.                


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