Il doppio volto della formazione: c’è chi ruba e c’è chi prende in giro la gente…

L’ESECUTIVO REGIONALE DICA COME PAGHERA’ I LAVORATORI DEGLI INTERVENTI FORMATIVI FERMI DALL’8 GIUGNO SCORSO E GLI OPERATORI DEGLI SPORTELLI MULTIFUNZIONALI IN ATTESA DEL TRANSITO AL CIAPI DAL PRIMO OTTOBRE AD OGGI. IL CAOS REGNA SOVRANO NELL’AZIONE POLITICA DELL’ESECUTIVO

Lo sfascio generale che si registra nel settore della Formazione professionale siciliana non ha più limite né confini. Proprio mentre si scopre il malaffare di un gruppo di dipendenti, il Governo regionale, presieduto dal presidente della Regione, Rosario Crocetta, continua con proclami, spot accattivanti, slogan, violazioni delle leggi regionali e nulla più.

Dall’8 giugno sono state avviate le attività della seconda annualità dell’Avviso 20/2011 finanziate con le risorse del Piano azione e coesione (Pac) attraverso il Piano giovani, ma le direttive sono state emanate solamente il 6 novembre scorso con il decreto dirigenziale n.5021, che ha già creato non poche polemiche.

L’assessore al ramo, Nelli Scilabra, dovrebbe riferire in quale maniera sarà pagato il personale per i cinque mesi che sono trascorsi senza lo svolgimento di alcuna ora formativa. E l’esubero dichiarato dagli enti formativi da chi sarà pagato? È stato lo stesso governatore Crocetta a dichiarare ripetutamente in questo primo anno di governo che nessun lavoratore della Formazione professionale sarebbe stato licenziato: ma così non è stato. Tanti lavoratori sono stati licenziati. E tanti altri non sono ancora stati pagati. La presa in giro continua.

Ancora: l’assessore Scilabra, dal canto suo, è andata oltre, pretendendo dagli enti il mantenimento dei livelli occupazionali, provvedendo alla revoca dell’accreditamento in caso di licenziamento anche di un solo lavoratore deciso dall’ente di appartenenza. Decisioni entrambe garantiste che avevano dato speranza agli operatori della Formazione professionale.

Peccato però che alle parole non siano seguiti i fatti. Slogan, proclami e nulla più, questo è il “live motiv” del Governo Crocetta. Le prime critiche sono già piovute sul Governo regionale. Il sindacato Sinalp ha già diffidato l’assessore per il mancato adempimento di quanto previsto dall’articolo 5 della legge regionale n.24 del 6 marzo 1976, per la mancata emanazione del Piano regionale dell’offerta formativa e il mancato parere della Commissione regionale per l’impiego (Cri), come previsto dall’articolo 5 della richiamata legge.

L’esecutivo Crocetta ha dato continuità all’azione politico-amministrativa del precedente Governo, guidato dall’allora presidente Raffaele Lombardo, disattendendo ripetutamente le leggi regionali di settore in vigore e la citata legge n.24/76.

Su tale vicenda richiamiamo un interessante approfondimento postato da un lettore (firmato dura lex sed lex) sul nostro articolo pubblicato stamattina e dal titolo “Formazione/ Il Sinalp diffida l’assessore Scilabra e la dirigente generale Corsello: Il Governo presenti il Piano formativo 2014/2020”.

“La legge 24/76 è a rischio di delegificazione se ancora una volta non è finanziata. Tuttavia la stessa legge applica e disciplina una materia che ‘statutariamente’ compete alla Regione e che la stessa legge n.24/76 richiama. Orbene, non è arduo ipotizzare l’incostituzionalità di una Legge di Bilancio carente di voce di spesa sulla legge n.24/76″.

“Semplificando, in caso di non finanziamento della citata legge ordinamentale si consiglia il ricorso al Tribunale amministrativo regionale (Tar) per bloccare in via cautelare la Legge di Bilancio e adire la Corte Costituzionale per violazione di norma di rango costituzionale . Infatti la citata legge n.24/76, promana dallo Statuto regionale che, emanato prima, è stato incorporato parte integrante nella norma costituzionale . Quindi le modifiche tutte dello Statuto e delle leggi discendenti devono essere approvate e modificate con l’iter parlamentare nazionale a doppia lettura”.

Lasciamo agli attenti lettori ed agli osservatori ogni possibile valutazione al riguardo.

Tornando allo sfascio del settore, va sottolineato come il caos totale regni nella gestione nefasta del progetto “Spartacus”. Più volte il Governo regionale ha rinviato la data di inizio delle attività presso il Ciapi di Priolo, mostrando tutti i limiti nell’azione posta in essere dal dirigente generale Anna Rosa Corsello.

La verità è che dopo un mese e mezzo il progetto non decolla. Solamente il 10 per cento dei circa mille e 300 operatori degli sportelli multifunzionali ha potuto firmare il contratto a tempo determinato per sei mesi. Procedura lentissima, quella del passaggio dei lavoratori all’ente di formazione della Regione siciliana. Una vergogna tutta siciliana, un’amministrazione regionale che ha mostrato tutti i limiti in quella che si sta rivelando la più fallimentare delle operazioni poste in essere dal Governo Crocetta.

Chi e come pagherà i lavoratori dal primo ottobre ad oggi? Lavoratori che non hanno ancora potuto mettere a frutto le competenze acquisite in tanti anni di attività nell’erogazione delle politiche attive del lavoro (Servizi formativi) perché sprovvisti di contratto o senza sede di lavoro oppure senza carico di lavoro. Se questo è l’inizio della nuova fase nella gestione del segmento da parte del pubblico, il fallimento è dietro l’angolo.

L’Unione europea ha stanziato per il periodo 2104/2020 qualcosa come 2,5 miliardi di euro per la Sicilia. Il settore pubblico, ed il Ciapi di Priolo in particolare, non ha le risorse umane, le attrezzature adeguate ed i locali per erogare le politiche attive del lavoro e formative. Il settore privato ha dimostrato, negli ultimi tre anni, la capacità di erogare un servizio di  qualità all’utenza siciliana, riuscendo a raggiungere gli obiettivi fissati dagli Avvisi 1 e 2 del 2010.

Perché tanta insistenza da parte del Governo Crocetta nell’avocare a sé Servizi e interventi formativi? Quale capacità progettuale potrà mettere in campo il pubblico? L’esperienza del Ciapi non aiuta a vivere meglio, anzi tutt’altro. Da un mese e mezzo che la Sicilia è stata privata del servizio, i cittadini sono stati privati dell’accesso alle azioni di politica attiva del lavoro e di formazione propedeutici per l’accesso agli strumenti di sostegno al reddito.

L’Isola non può permettersi di fare a meno di un segmento così strategico per il mercato del lavoro e la qualità acquisita “sul campo” dai lavoratori del comparto dei Servizi formativi non può disperdersi, perché sarebbe un grave danno per la collettività siciliana. Ed allora, è giunto il momento per ripristinare le regole del gioco e dare seguito a quanto previsto dalla normativa comunitaria in relazione alla gestione delle immense risorse messe a disposizione della Sicilia.

Le politiche attive del lavoro vanno promosse con il contributo fondamentale del settore privato e dei lavoratori professionalizzati e competenti. Non c’è più tempo da perdere, il Governo Crocetta dica come intenderà colmare il vuoto che ha creato dall’8 giugno ad oggi nel settore degli Interventi formativi procedendo a pagare i lavoratori.

Dica come intenderà pagare, dal primo ottobre ad oggi, gli operatori che attendono il trasferimento preso il Ciapi di Priolo.

L’esecutivo, infine, dica come intenderà ricollocare gli esuberi che ha creato e quelli strutturali. Diversamente la ‘macelleria sociale’ più volte sconsacrata dallo stesso governatore diverrà fatto compiuto.

 


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