«Questi politici nazionali che vengono a rubare a Palermo. Ma Palermo è dei palermitani». Questa una delle tante frasi usate da Pino Faraone, durante le sue campagne elettorali. Oggi il consigliere comunale del Megafono è in manette insieme ad altre 26 persone con l’accusa di tentata estorsione aggravata
Il consigliere Pino Faraone nei suoi comizi: «Con voi vi giuro, cambierò Palermo»
«Questi politici nazionali che vengono a rubare a Palermo. Ma Palermo è dei palermitani». Questa una delle tante frasi usate da Pino Faraone, durante le sue campagne elettorali. Oggi il consigliere comunale del Megafono è in manette insieme ad altre 26 persone con l’accusa di tentata estorsione aggravata, nell’operazione Apocalisse 2, messa a segno dai carabinieri, della squadra mobile e del nucleo speciale di polizia valutaria.
Faraone, tra applausi e comizi professava «legalità e giustizia» per i cittadini. Nel frattempo pero’, abbracci fraterni con uno dei boss più potenti del capoluogo siciliano: Francesco D’Alessandro. Capo mandamento di Resuttana e San Lorenzo, in cella dopo l’operazione ‘Apocalisse’ di qualche tempo fa, che ha azzerato la mafia di quei quartieri. Il consigliere comunale non ha mai negato la conoscenza con il boss. Lo stesso quartiere accomuna i due personaggi dagli ambienti differenti ma con una forte sinergia, stando alle intercettazioni degli investigatori.
Un incensurato politico che chiedeva il pizzo, di questo dovrà difendersi il consigliere del movimento del governatore Crocetta. L’accusa arriva grazie alle denunce di 14 tra imprenditori e commercianti grazie al quale è scattato il blitz. Proprio uno di loro ha tirato in ballo il nome di Giuseppe Faraone. Un imprenditore amico del politico. Il quale lo ha aiutato anche per la sua campagna elettorale del 2012. Quando con i suoi 896 voti è stato eletto come consigliere nella lista Amo Palermo. Il geometra Giuseppe Faraone, per gli amici Pino in vent’anni di carriera politica è stato un vero e proprio camaleonte, ritagliandosi delle cariche istituzionali di tutto rispetto. Come ex assessore alla provincia di Palermo tra il 2008 e il 2010. Un democristiano di ferro insomma, con una propensione verso i nuovi partiti. Come l’Mpa simbolo con il quale si candidò nel 2006 alle Regionali e il Megafono di Crocetta con il quale, per una manciata di voti nel 2012 non ha occupato una poltrona di Sala d’Ercole.
«Intendo presentare quanto prima un esposto alla Procura della Repubblica per chiedere un riesame delle schede elettorali”. Affermava in una nota il consigliere Giuseppe Faraone, primo dei non eletti nella lista Crocetta, che valutava la possibilità di un ricorso, alla luce di una serie di anomalie nell’assegnazione dei voti che lo avrebbero penalizzato a beneficio del candidato omonimo, Davide Faraone, deputato uscente del Pd.
Intanto pero’, le anomalie, gli investigatori le hanno riscontrate. Sul suo conto.