Il Catania tra arancini, granite e panettoni «Pellegrino pagherà il conto per tutti»

È una vera fortuna che, a marcare ancora le distanze tra Catania e Palermo, ci siano dispute filosofiche di portata metafisica. Come quella che oppone le due maggiori città siciliane sulla fondamentale questione del sesso degli arancini. Sesso a quanto parrebbe femminile, secondo la visione dei cugini d’Occidente. Indiscutibilmente maschile, secondo l’Accademia della Crusca e, ovviamente, secondo noi.

Salvo dunque questa disputa – chiusa peraltro in modo mirabile e definitivo proprio sulle pagine di Ctzen – grande è ormai il disordine sotto il cielo. Hanno un bel dire, i cugini palermitani, che la differenza sta altrove, e precisamente nel fatto che il Palermo gioca in serie A e noi stiamo in B. Trattasi in questo caso di materia tutt’altro che metafisica, sottoposta alle leggi della rotondità del pallone e pertanto di volta in volta decidibile solo nell’ambito della contingenza. La quale oggi dà ragione ai cugini – e come negarlo? Ma poco più di un anno fa vedeva noi gongolare, un po’ improvvidamente a dire il vero, a parti invertite.

Non ci nascondiamo: per anni abbiamo pensato – anche prima che la gerarchia tra le due squadre temporaneamente si invertisse, collocando la nostra, per alcune stagioni, nella posizione di regina del calcio siciliano – che la differenza tra Palermo e Catania stesse anzitutto nello stile di conduzione delle due società. Magniloquente e spendaccione quello dei rosanero, rappresentato perfettamente da un palermitano un po’ nordico come Maurizio Zamparini. Che certamente, nella sua squadra, ha buttato fiumi di denaro; raccogliendo, a fronte degli investimenti, sempre un po’ meno del previsto, e divorando allenatori su allenatori per vendicare i suoi propri sbagli. Saggio e oculato, viceversa, il nostro: rappresentato dal catanese senza aggettivi Pulvirenti, ma più ancora da una società che sapeva programmare, costruire, avanzare passo passo, ogni volta verso un nuovo traguardo. Scovando nuovi giocatori, rivendendoli anche, ma acquistandone poi di ancora più bravi. Inventando allenatori vincenti con scommesse a prima vista ardite: scommesse che si chiamavano Zenga,MihajlovicSimeone o Montella. E perfino difendendo gli allenatori meno riusciti (per esempioAtzori), senza mai agitare davanti a loro, salvo che in casi estremi, la scure dell’esonero. E comunque – ed è questo quel che più conta – riuscendo sempre a salvare, di stagione in stagione, la capra dei tifosi e i cavoli dell’azienda.

Come sappiamo, da un annetto a questa parte, in materia d’allenatori a Catania le cose vanno ben diversamente. Se lo ricorda bene Rolando Maran, che l’anno scorso è stato licenziato, con l’accusa di aver sbagliato la preparazione atletica (ma con il curioso dettaglio che ci siamo tenuti, inspiegabilmente, proprio il preparatore atletico), ed è stato infelicemente sostituito da De Canio. E poi è stato richiamato, decisamente di contraggenio, alla guida della squadra. E infine nuovamente licenziato, per affidare al buon Maurizio Pellegrino la missione d’una salvezza ormai impossibile.

Rischia d’impararlo, adesso, lo stesso Pellegrino. Il quale – stando almeno a voci che rimbombano ormai per tutti i corridoi – non sembra destinato, non dico a mangiare il panettone, ma nemmeno a sostituire la granita estiva con un più autunnale cappuccino. Ora, capiamoci bene, io non sono affatto sicuro che Pellegrino sia l’uomo giusto per far correre migliori acque all’incerta navicella rossazzurra. Ma penso che sarebbe stato più serio – e più rispettoso nei suoi confronti – non affidargli, per muovere verso una promozione presentataci come obbligatoria, un’imbarcazione dal motore potente, ma con evidenti falle alle fiancate e una spaventosa propensione a imbarcare acqua alla prima ondata. Non esporlo al prevedibile rischio di vedersi togliere il comando – tra poche ore, domani, tra qualche sabato – come un qualunque Schettino. Come se la colpa fosse sua, e non dell’armatore che ha varato l’imbarcazione.

Il Catania sapeva perfettamente, fin dall’inizio della stagione, che puntare su questo tecnico era un azzardo. Uno dei tanti di quest’anno. Come quello di affidare il ruolo di terzino sinistro al calamitosoMonzon – oggi lasciato fuori squadra e sostituito da Capuano – o quello di non procurarsi un sostituto in grado di far da prima punta quando manca Calaiò. Facile prevedere oggi che, secondo una regola non scritta, non giusta, ma quasi infallibile, debba essere Pellegrino a pagare il conto per tutti. Facile lasciarsi prendere, con un punto in classifica dopo tre giornate, dal ricordo dei fantasmi della stagione passata. Che oggi ci danzano davanti facendoci temere un altro complicato, inconcludente, zampariniano valzer di allenatori.

E quasi quasi, di fronte allo sgretolarsi della un tempo solida identità del progetto Catania, c’è perfino da rallegrasi che, tra le pieghe della cronaca, si possa ancora ritrovare il sorriso di una pallida aria di derby. Sorriso amaro, per noi. Sorriso dolcemente crudele, immagino, per il giovaneBenedetto Maria Motisi, ventun anni, di Partinico. Entrato nelle cronache sportive per aver sottoscritto l’abbonamento numero 6013 di quest’anno, quello che ha permesso alla squadra della città in cui vive e studia di superare il proprio record di tessere. Già: perché Benedetto vive e Perugia ed è tifoso della squadra umbra. E c’è da credere che abbia assaporato doppiamente il gusto dell’odierna vittoria dei suoi undici beniamini, contro quel che rimane del nostro Catania.

Buon per lui. A noi non resta che affidarci, di nuovo, alla proverbiale rotondità della palla, e alla mutevolezza degli eventi contingenti. Ben sapendo, però, che difficilmente potrà bastare un cambio di allenatore per convincere la suddetta palla a rotolare un po’ meno dentro la nostra rete, e un po’ più spesso in quella dei nostri avversari.


Dalla stessa categoria

Ricevi le notizie di MeridioNews su Whatsapp: iscriviti al canale

I più letti

Se a marcare la distanza con Palermo c'è ancora la disputa - vinta - sul sesso dell'arancino, i cugini ci hanno sorpassato certamente in merito alla scelta degli allenatori. Così, dopo la sconfitta col Perugia per 1 a 0, le scelte azzardate della società verranno pagate solo dal tecnico, in odore di esonero in periodo più di granita, che di panettone

Dal controllo della velocità alla segnalazione di un imminente pericolo. Sono gli Adas, i sistemi avanzati di assistenza alla guida che aumentano non solo la sicurezza, ma anche il comfort durante i viaggi in auto. Più o meno sofisticati, i principali strumenti Adas sono ormai di serie nelle auto più nuove, come quelle a noleggio. […]

Un aiuto concreto ai lavoratori per affrontare il carovita. Ma anche un modo per rendere più leggero il contributo fiscale delle aziende. Sono le novità introdotte dalla conversione in legge del cosiddetto decreto lavoro, tra cui figura una nuova soglia dell’esenzione fiscale dei fringe benefit per il 2023, portata fino a un massimo di 3mila euro. […]

Sono passati tre anni da quando un incendio ha distrutto l’impianto di selezione della frazione secca di rifiuti a Grammichele (in provincia di Catania) di proprietà di Kalat Ambiente Srr e gestito in house da Kalat Impianti. «Finalmente il governo regionale ci ha comunicato di avere individuato una soluzione operativa per la ricostruzione e il […]

«Era come avere la zip del giubbotto chiusa sopra e aperta sotto: ecco, noi abbiamo voluto chiudere la zip di questo giubbotto». Indispensabile se si parla di Etna, dove fa sempre fresco. È nato così CraterExpress, la nuova proposta che permette di raggiungere la vetta del vulcano a partire dal centro di Catania, con quattro […]

Sul nuovo social network X, tale Esmeralda (@_smaragdos), commenta un articolo del Domani a proposito dei finanziamenti alla Cultura elargiti dai Fratelli d’Italia siciliani: «Amici, soldi (pubblici) e politica. In Sicilia tutto fa brodo. Su questo penso non leggerò un commento croccante di Ottavio Cappellani. Perché gli amici so’ amici, gli ex amici so’ nemici». […]

Dodici mesi, 52 settimane e 365 giorni (attenzione, il 2024 è bisestile e quindi avremo un giorno in più di cui lamentarci). Un tempo legato da un unico filo: l’inadeguatezza. Culturale, innanzitutto, ma anche materiale, davanti ai temi complessi, vecchi e nuovi. Difficoltà resa evidente dagli argomenti che hanno dominato il 2023 siciliano; su tutti, […]

Il seme del cambiamento. Timido, fragile e parecchio sporco di terra, ma è quello che pare stia attecchendo in questi ultimi mesi, dopo i più recenti episodi di violenza sulle donne. In principio, quest’estate, fu lo stupro di gruppo a Palermo. In questi giorni, il femminicidio di Giulia Cecchettin in Veneto. Due storie diverse – […]

Mai come in campagna elettorale si parla di turismo. Tornando da Palermo con gli occhi pieni dei metri di coda – moltiplicata per varie file di serpentina – per visitare la cappella Palatina e qualunque mostra appena un piano sotto, lo stato di musei e beni archeologici di Catania non può che suscitare una domanda: […]

Riforme che potrebbero essere epocali, in termini di ricaduta sulla gestione dei territori e nella vita dei cittadini, ma che sembrano frenate dalla passività della politica. Sembra serena ma pratica- e soprattutto, attendista – la posizione di Ignazio Abbate, parlamentare della Democrazia Cristiana Nuova chiamato a presiedere la commissione Affari istituzionali dell’Assemblea regionale siciliana. Quella […]

Dai rifiuti alla mobilità interna della Sicilia, che avrà una spinta grazie al ponte sullo Stretto. Ne è convinto Giuseppe Carta, deputato regionale in quota autonomisti, presidente della commissione Ambiente, territorio e mobilità all’Assemblea regionale siciliana. Tavolo di lavoro che ha in mano anche due leggi su temi particolarmente delicati: urbanistica e appalti. Con in […]

Dall’agricoltura alle soluzioni per il caro energia; dalle rinnovabili di difficile gestione pubblica allo sviluppo delle imprese bandiera del governo di Renato Schifani. Sono tanti, vari e non semplici i temi affidati alla commissione Attività produttive presieduta da Gaspare Vitrano. Deputato passato dal Pd a Forza Italia, tornato in questa legislatura dopo un lungo processo […]