In Sicilia le società petrolifere hanno fatto diversi regali ai territori in cui si trovano gli impianti inquinanti. Dalla festa patronale di Milazzo al campetto di calcio nella città di Crocetta. Fino al tesoretto delle royalties e alle feste di fine anno. Ma che senso ha la beneficenza come strumento politico?
Il Capodanno in piazza coi soldi della Raffineria Da Siracusa a Gela, col petrolio eventi e bilanci
Panem et circenses. In Sicilia diventa petrolio e spettacoli. L’accoppiata, sull’Isola, è tutt’altro che un’eccezione. Per accorgersene, basta curiosare nell’albo pretorio dei Comuni interessati dalle attività di trivellazione e lavorazione del greggio. O semplicemente recarsi in piazza. Magari a Siracusa, dove la festa di Capodanno sarà a costo zero per il Comune. A pagare sarà Isab, la società che da anni opera a Priolo.
«Per il primo anno i cittadini potranno avere una festa che non peserà sulle casse comunali. E questo, considerando le difficoltà attraversate dagli enti locali, è un dato da sottolineare in positivo», spiega il vicesindaco Francesco Italia. Sul coinvolgimento di Isab nella sponsorizzazione della serata, Italia non si scompone: «So che la società petrolifera farà la sua parte, ma con noi c’entra poco – continua il vicesindaco -. L’organizzazione non è del Comune. Volevamo preparare un bando per le attività del 31, ma una testata giornalistica si è fatta avanti assicurandoci, in cambio del patrocinio gratuito, la realizzazione a costo zero della serata».
Il giornale online che si occuperà dell’evento è Siracusa News. È stata del quotidiano, infatti, l’idea di proporre un’alternativa – che contemplerà anche un collegamento con il gruppo teatrale del carcere di Brucoli e, più in generale, farà affidamento su artisti del posto – senza chiedere finanziamenti al Comune: «Sarà una festa in cui ci scommetteremo come operatori dell’informazione, coinvolgeremo anche altre testate, per offrire un prodotto giovane, al passo con i tempi», racconta il direttore Giangiacomo Farina. Sul sostegno di Isab, Farina sottolinea: «Saranno anche altre le aziende che nel loro piccolo faranno la loro parte. Se la linea editoriale di Siracusa News può risentirne? Per nulla».
I rapporti tra petrolio ed eventi locali sono di vecchia data. Negli ultimi anni l’Isab di Priolo è stato sponsor della società di calcio del Siracusa e della maratona cittadina, e ha messo a disposizione premi per concorsi nelle scuole della provincia. Argomento discusso anche negli altri siti siciliani che ospitano impianti simili. A Gela, dove l’economia degli ultimi 50 anni gira interamente attorno alla Raffineria dell’Eni, il cane a sei zampe ha finanziato un campo di calcio in erba nel quartiere Macchitella. Costo del regalo: 400mila euro. «Così saremo meno antipatici», commentò al momento dell’inaugurazione, nel settembre del 2013, l’ex amministratore delegato Bernardo Casa. Che nel frattempo ha fatto carriera diventando il responsabile nazionale del settore raffinazione. A Gela Eni finanzia anche il progetto per start up Autonomamente, che vede coinvolte istituzioni, associazioni e università di Palermo; in più copre una fetta del bilancio del Comune con le royalties che l’anno scorso ammontavano a 13,5 milioni di euro.
A Milazzo, l’estate scorsa, la società della Raffineria ha pagato per le attività di intrattenimento – tra cui uno spettacolo dell’attore Nino Frassica – connesse alla festa del patrono santo Stefano. Un contributo che ha sollevato perplessità alla luce della diffidenza con cui il sindaco Giovanni Formica aveva affrontato l’argomento in campagna elettorale. Oggi è lo stesso primo cittadino a tornare sulla questione: «Non posso negare che la società risponda puntualmente alle richieste di sostegno provenienti dal territorio – ammette -, ma questa amministrazione vuole che questi rapporti siano trasparenti. Non bisogna far passare il messaggio che una comunità possa venire meno alla tutela del territorio in cambio di qualche evento». Sui reali contributi ricevuti dalla Raffineria Milazzo, Formica aggiunge: «Hanno finanziato la festa patronale, ma parliamo di poche migliaia di euro. Nulla di che».
A Ragusa, altro grande centro siciliano interessato dalle trivellazioni a terra e amministrato dal Movimento cinque stelle, il rapporto tra Eni e politica cittadina è spesso al centro di polemiche. L’ultima, la scorsa estate, ha coinvolto il sindaco pentastellato Federico Piccitto, che ha confermato il via libera alle richieste di nuove trivellazioni da parte di Irminio, società legata a Eni: «Quella vicenda ci ha attirato diverse critiche, nonostante i fatti abbiano dimostrato che come Comune non potevamo fare altro, visto che la materia è di competenza regionale», commenta l’assessore alle Infrastrutture Salvatore Corallo. Ecco perché «l’idea di instaurare eventuali collaborazioni con le società petrolifere non è in agenda. Sarebbero altri gli interlocutori che cercheremmo nel caso ci servisse uno sponsor», precisa Corallo. E in effetti nel capoluogo ibleo di eventi targati Eni non si parla. Qui il cane a sei zampe è determinante nel far quadrare i conti. Nel 2014 le royalties ammontavano a 14 milioni di euro, che nel 2015 sono diventati 30 milioni. Cioè circa un quarto delle entrate dell’intero bilancio 2015.
Storie che spingono a chiedersi: che senso ha la beneficenza come strumento politico? Domanda valida a livello globale. «Se vuoi controllare qualcuno, aiutalo. O sposalo – rispondeva recentemente Arundhati Roy, scrittrice indiana vincitrice del Booker prize – Ingloba la resistenza, conquistala, finanziala. Costringila a dipendere da te. Trasformala in un progetto artistico o in un prodotto di qualche tipo».