La cancellata dell'area verde vicino allo Steri era stata divelta da diversi giorni, ma non era stata ancora riparata. Così l'altra notte ignoti hanno sottratto la statua in bronzo. Episodi in aumento che hanno già colpito il Giardino inglese, villa Giulia e villa Bonanno. Il Comune prova a correre ai ripari. Guarda le foto
II furto del busto di Tukory a Villa Garibaldi Fenomeno in crescita. «Verificare responsabilità»
È un fenomeno in crescita ma che va avanti silenzioso. Statue intere, o solo parti di esse, di marmo o di bronzo, non fa alcuna differenza, vengono trafugate di notte dalle ville comunali e dai giardini storici e ci si accorge di questi furti dopo parecchi giorni, spesso per puro caso. Esattamente com’è accaduto per la statua in bronzo di Layos Tukory realizzata nel 1937. Ad accorgersi che era stata portata via da Villa Garibaldi, a pochi passi dallo Steri, è stato un passante che ha notato il vuoto e ha denunciato il fatto. Il nucleo Tutela della polizia municipale sta seguendo la vicenda.
Ieri mattina, come ha dichiarato a Meridionews l’assessore comunale al verde Francesco Maria Raimondo, è stata fatta la denuncia di furto, trattandosi di patrimonio artistico del Comune. La magistratura quindi aprirà un fascicolo sulla vicenda.
Un furto avvenuto di notte e senza tante difficoltà, visto che c’era un varco aperto da circa dieci giorni. Una parte dell’inferriata in ghisa della villa storica infatti, era stata divelta, come dimostrano le foto scattate da una passante la sera dello scorso 11 febbraio. «L’ho trovata divelta – scrive Astrid Anselmi sulla sua pagina Facebook – buttata per terra all’interno della villa, pronta per essere recuperata da chissà chi e venduta a chissà chi altri. Chiamata la polizia, che ha chiamato i vigili urbani, che l’hanno presa in custodia, presidiando il luogo per il resto della notte. Per stavolta è andata bene». O almeno così sembrava fino a ieri mattina.
Grazie quindi all’intervento di una cittadina il varco è stato scoperto ma non è stato chiuso. «La ditta incaricata dei lavori – dice a Meridionews il vicesindaco Emilio Arcuri, assessore alla Riabilitazione e Riqualificazione del patrimonio comunale – ha programmato l’intervento, ma a causa del maltempo ancora non è stato possibile effettuarli».
Quando sia avvenuto il furto non è possibile saperlo, il guardiano della villa non si è accorto di nulla. Come non si è accorto in questi giorni che la statua del Tukory era stata rubata. Anzi, il guardiano, ieri, avrebbe detto al passante che ha notato il furto che «non ne sapevo nulla, fino al giorno prima c’era». Di contro era noto che ci fosse un varco nella cancellata e quindi sarebbe stato opportuno rafforzare controlli e vigilanza.
Adesso un’istruttoria sarà aperta anche dal Comune. «È mia intenzione accertare responsabilità. Questo atto vile servirà certamente a svegliare un po’ l’apparato – afferma l’assessore Raimondo – Farò un’ispezione, aprirò una istruttoria per capire esattamente le dinamiche, come sia successo e quello che non è stato fatto. Insomma, c’è un gruppo che lavora in questo settore ed è mio compito verificare eventuali responsabilità omissive e trovare soluzioni per quello che sta succedendo. In che modo si può rafforzare la vigilanza? Certo non è semplice, non avendo forze in termini umani e finanziari, ma bisogna studiare un modo efficace per rendere sicuri i nostri giardini e le nostre ville anche durante l’orario di chiusura».
I furti nelle ville della città sono stati diversi. Come il busto del Civiletti al Giardino Inglese o la statua del sottotenente di Fanteria Pietro Gullo di villa Bonanno, o ancora la testa in marmo della statua di Pietro Novelli di Villa Giulia e il lampione della Fonderia Oretea sempre a Villa Giulia. L’orario in cui questi spazi vengono presi di mira è con ogni probabilità quello notturno. Delinquenti che non si rendono conto dello scarso valore economico di queste statue né di quanto poco renda anche la fusione del bronzo. E di quanto, al contrario, sia grande il danno che arrecano in termini di patrimonio e identità culturali.