Cattolici in piazza per esprimere il loro punto di vista. Che non puo' essere quello di uno stato laico
Ieri a Palermo “La marcia per la vita” dei cattolici
CATTOLICI IN PIAZZA PER ESPRIMERE IL LORO PUNTO DI VISTA. CHE NON PUO’ ESSERE QUELLO DI UNO STATO LAICO
E raro che a Palermo piova il 6 aprile e ancor più che si abbatta sulla città un autentico nubifragio. Ma questo, ieri, non ha scoraggiato il popolo della vita che anche questanno ha attraversato allegramente il centro cittadino a sostegno dei principi, vita-famiglia-educazione. Sì, flagellato dalla pioggia; ma allegramente, sulle note dellInno alla Gioia e della .Primavera di Vivaldi.
La marcia della vita è partita puntualmente al suono dello shofar, lo strumento a fiato fatto di un corno vuoto di ariete. Usato dagli antichi ebrei per suonare lallarme e convocare le assemblee, questa volta ha dato il segnale con il quale è partita la marcia contro, sostanzialmente, il diritto all’aborto e quella grande conquista democratica che è stata la legge 194:
“Apriva infatti il corteo- si legge su una nota dei promotori- un passeggino vuoto con un cartello: Volevo esserci anchio, a ricordo dei sei milioni di italiani che non sono venuti alla vita da quando è in vigore la legge 194 che ha legalizzato laborto”. Cifre simboliche ovviamente, che non tengono conto del farwest che c’era prima della legge, oltre che del diritto di una donna di scegliere.
“Poi una folla di bimbi riparati sotto i teloni sostenuti dai genitori facevano sentire la propria presenza gridando i propri slogan oltre a quelli della marcia. E ancora gli scout – si legge sempre nel comunicato stampa- il gonfalone del Comune di Palermo, sacerdoti cattolici e pastori evangelici e il variopinto mondo delle 70 associazioni che hanno aderito alla Marcia per la Vita, costellato di striscioni, ombrelli aperti, palloncini e cartelli multicolori.
Nonostante lacquazzone si intensificasse, gli slogan, le preghiere, le musiche e il suono dello shofar facevano a gara a sovrapporsi.
La folla, prossima alle duemila unità- secondo i promotori- ha così raggiunto Piazza Verdi, dove Lea, “una splendida mamma di 10 figli, ha testimoniato della gioia che ha riempito la sua attività di madre e di moglie”. Ha parlato della sua rinuncia necessaria ad accudire i figli ad un ottimo lavoro ben retritribuito, e di alcune problematiche mediche che hanno accompagnato le sue gravidanze e la sua vita. E ancora: dei medici che a volte volevano indurla ad abortire e della sua determinazione a difendere la vita. Ha taciuto pudicamente dei tanti sacrifici perché in lei la nota dominante è la gioia di essersi consacrata allo splendido ruolo di mamma (una parola che taluni vorrebbero sostituire con genitore n ) nellassenza quasi totale di sostegni ed incentivi da parte delle pubbliche amministrazioni. Una gioia testimoniata dalla presenza del forte sposo e dei figli (tutti in ottima salute) che le facevano corona intorno”. Contenti loro…
Sono stati infine comunicati i messaggi di benedizione dei due pastori evangelici Porrello e Adragna e dei vescovi siciliani Zambito, Bommarito, Raspanti e Russotto, nonché del Cardinale De Giorgi.
“A marcia conclusa,- prosegue la il comunicato- nella vicina chiesa di Sant’Ignazio, stracolma di un popolo bagnato, è stata celebrata la Santa Messa dai sacerdoti partecipanti al corteo. Lomelia è stata un autentica lectio: dalla resurrezione di Lazzaro al gender, alla società liquida e ai danni collaterali di Bauman. E nonostante lora ormai tarda e lumidità che impregnava i presenti non è fuggito nessuno; anzi la lode a Dio si è levata maestosa sulle note dellorgano e dei canti, in un clima di grande concentrazione, suggellando così una giornata spesa nella difesa della vita, ma anche di una promozione della famiglia sempre più oggetto di approssimative valutazioni socio-culturali e di una non adeguata attenzione politica da parte della classe dirigente, come ha trasmesso il Cardinale Paolo Romeo, Arcivescovo di Palermo, nel suo messaggio ai manifestanti”.
Insomma cattolici in piazza per esprimere il loro punto di vista. Che, ovviamente, non può essere quello di uno Stato laico i cui principi e le cui leggi non possono ispirarsi ad una fede religiosa. A meno che non si voglia tornare al medioevo.
Foto di prima pagina tratta da palermomania.it