I timori di Trapani per il rischio di perdere Ryanair «Regione assente, ma da low cost più educazione»

Nella Favignana che ha visto un incremento di presenze turistiche a due cifre nell’estate che se ne sta andando, ultimamente ci hanno fatto l’abitudine a ospitare turisti polacchi e cechi. E pure qualche lituano. Oltre ai già presenti tedeschi, olandesi e inglesi. E almeno fino a fine ottobre il mosaico di nazionalità sull’isola dovrebbe rimanere stabile. Dopo è tutto da vedere. Per capirlo bisognerebbe bussare alla porta di Ryanair, la low cost che dal 2006 collega l’aeroporto di Trapani-Birgi con il resto d’Europa. Al momento con circa venti destinazioni nazionali e internazionali, tra cui Cracovia, Varsavia, Bratislava, Kaunas, Eindhoven e Monaco. Quando la compagnia irlandese modifica i suoi programmi, nella provincia più a ovest di Sicilia cambia l’utenza turistica. «La maggior parte dei turisti nei mesi estivi è straniera – conferma il sindaco di Favignana, Giuseppe Pagoto – anche grazie alle tratte appetibili di Ryanair con il Nord Europa. Quando ne cancella qualcuna, si vede». Ecco perché da queste parti è alta la preoccupazione per i segnali mandati dalla low cost di Dublino, che sembrerebbe prendere sul serio l’ipotesi di abbandonare Trapani. Il motivo? I ritardi con cui i 24 Comuni della provincia negli ultimi mesi stanno pagando quanto stabilito nel gennaio del 2014. «Purtroppo Ryanair in altri contesti territoriali ha smobilitato nel giro di 24 ore – continua il primo cittadino -, non possiamo rischiare».

Lo scalo Trapani-Birgi è gestito dalla società Airgest, per il 60 per cento costituita da enti pubblici (Regione Sicilia e Camera di Commercio), per il restante 38 per cento da privati. Nel gennaio del 2014 i Comuni della provincia hanno sottoscritto, tramite la Camera di Commercio, un’intesa con l’Airport Marketing Service Limited (Ams), la società che gestisce i servizi di marketing e di promozione di Ryanair. Si tratta di un accordo di co-marketing con cui le amministrazioni si impegnano a versare 2 milioni e 225mila euro l’anno, per tre anni, divisi in quattro rate. Soldi che servirebbero per la promozione del territorio trapanese sui voli Ryanair. Somme senza le quali la low cost saluterebbe questo angolo di Sicilia. A settembre scade il terzo pagamento del 2015 e alla Camera di Commercio non tornano i conti: mancano circa 1 milione e 200mila euro. Ieri si è svolta una riunione tra i sindaci interessati e – secondo quanto riferisce il quotidiano online economico Il Mattino di Sicilia – l’ente camerale si è impegnato ad anticipare 150mila euro. In attesa che i Comuni saldino gli arretrati. «Diverse amministrazioni hanno problemi di cassa – spiega il sindaco di Erice, Giacomo Tranchida – siamo a fine settembre e non sappiamo ancora a quanto ammonteranno i trasferimenti che ci spettano da parte della Regione Sicilia». 

E proprio Palermo è il convitato di pietra. «La Regione è il socio di maggioranza ma non dà notizie da mesi – continua Tranchida – Non rinnovano la governance. Forse vogliono mettere sul mercato la gestione dell’aeroporto? Che lo dicano chiaramente. L’ultima volta che abbiamo incontrato l’assessore Baccei è stata sei mesi fa». A far ulteriormente arrabbiare i sindaci del territorio è l’iter che ha portato all’attuale situazione. «L’accordo di co-marketing sostituisce il rapporto che aveva la Provincia, finita in liquidazione, con Ryanair – spiega il primo cittadino di Erice – La Regione è quindi doppiamente in torto, perché prima ha fatto esporre i Comuni e poi li ha abbandonati». Gli amministratori giurano che le difficoltà sono solo economiche e che rimane la totale condivisione sull’importanza di trattenere Ryanair, anche perché «l’aeroporto serve a chi viaggia per motivi di lavoro, studio, salute». Tuttavia traspare una certa insofferenza per l’atteggiamento della low cost che non ha ancora risposto all’invito del sindaco di Favignana, di un incontro con i primi cittadini. «Ryanair dovrebbe avere un po’ più di educazione, qui non ci sta il mercato delle vacche», attacca Tranchida che sottolinea come la mancanza di chiarezza sul futuro è un grosso ostacolo per una seria programmazione turistica. «Se devo programmare le attività per il 2016 avrei bisogno di sapere che tratte verranno garantite». Una dipendenza che andrebbe superata. Ne è convinto Pagoto: «In prospettiva si deve guardare ad altro, anche perché non è il ruolo dei Comuni finanziare tratte o vettori. Confidiamo che ci siano a breve altre compagnie che collegheranno l’aeroporto di Birgi, ci sono trattative in corso e mi aspetto novità per il prossimo anno».


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