I terreni confiscati di Bicocca come motivo di riscatto «Agricoltura bio sarà occasione per minori in difficoltà»

Due lotti per cinque ettari. Tutto è ancora recintato dal filo spinato, ma presto potranno essere dei fazzoletti di terra dove sperimentare e promuovere nuove forme di agricoltura. E, soprattutto, dare un segnale forte contro l’illegalità e a favore del riscatto sociale. Sono le ambizioni che muovono Aiab (Associazione italiana agricoltura biologica), insieme al sostegno di realtà come I Siciliani giovani, Arci Catania, Asaec (Associazione antiestorsione Libero Grassi) e Cooperativa Sociale Sud Sud dopo l’aggiudicazione, di pochi giorni fa, dei terreni di contrada Jungetto confiscati alla mafia. Un’iniziativa che oltre a marcare i buoni propositi è intrisa dell’entusiasmo di varie realtà che nel Catanese si occupano di sostenere chi sta ai margini della società. A illustrare il progetto a MeridioNews è Alfio Furnari, che con Aiab e la cooperativa Sud Sud si occuperanno di convertire il terreno ad agricoltura biologica. 

«Faremo corsi di formazione dove anche chi è più svantaggiato potrà apprendere i metodi biologici – spiega – Abbiamo anche l’intenzione di coinvolgere il carcere minorile di Bicocca. Inoltre daremo i frutti del raccolto in beneficienza, alle suore, alle parrocchie e a strutture che si occupano degli ultimi come il centro Astalli e alla casa del Samaritano. Non vogliamo avere nessun profitto dal lavoro che andremo a fare in questi terreni, ma faremo necessariamente un business plan per stabilire i costi che si dovranno sostenere». I due terreni aggiudicati dalla rete di associazioni sono stati confiscati alla famiglia Aiello, dopo il processo Iblis, che ha cercato di fare luce sui rapporti tra alcune famiglie mafiose e parti della politica catanese.

I due terreni, dunque, non mirano soltanto a essere un’opportunità rivolta al sociale, ma avranno l’obiettivo di tenere alto il valore della legalità e, quindi, della lotta alla mafia. «Serviranno anche a stare a contatto con la natura e, contestualmente, ribadire il valore della legalità con diverse iniziative che verranno promosse da Asaec e da I Siciliani giovani, così da coinvolgere la cittadinanza nel rispetto della legalità», prosegue Furnari. Il primo obiettivo sarà convertire il terreno in biologico. «Noi di Aiab miriamo a educare gli agricoltori e consumatori ai prodotti biologici – sottolinea Furnari – Ovvero usare meno insetticidi e concimi chimici possibile tutelando la biodiversità e scegliendo dei metodi naturali per dare linfa e ricchezza al terreno: anche qui non useremo antiparassitari, ma sarà tutto naturale. Un esempio di agricoltura sostenibile può essere la piantumazione di alberi di diversa varietà, o l’interramento delle leguminose prima della fioritura per rafforzare il terreno». Aiab è partita negli anni Ottanta e ha promosso agricoltura biologica in varie parti della Sicilia. Una delle iniziative simili promosse a Catania è stata quella portata avanti per il giardino di Scidà, gestito da Arci.

Ed è proprio a questa esperienza che fa riferimento Matteo Iannitti, che collabora insieme ai Siciliani Giovani. «Cercheremo di ripetere l’esperienza del Giardino Scidà di Catania – dice Iannitti – Ma in questo caso è gli obiettivi sono ulteriori. Nei terreni di contrada Jungetto abbiamo la possibilità di intraprendere un percorso sociale insieme ai più svantaggiati, ma non escludiamo nemmeno una collaborazione tra agricoltori o che chiunque vorrà potrà servirsi dei frutti dagli alberi». Un’esperienza multiforme che, secondo Iannitti, ha svariati significati. «In questa zona volevano costruire altre celle per ampliare il carcere – osserva – mentre in questo modo potrà essere una vera e propria opportunità di riscatto, un alternativa di vita diversa, oltre che un consumo critico dei prodotti e la possibilità di proporre un turismo responsabile. Abbiamo l’opportunità di assistere a una pagina di storia mai scritta prima a Catania». Prima che i terreni passino definitivamente nelle mani delle associazioni, potrebbero passare diversi mesi. Dovrà infatti essere stipulata la convenzione e la polizza assicurativa col Comune.


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