Danilo Currò ha incontrato per caso i ragazzi ospiti del centro d'accoglienza Ahmed e li ha seguiti per un periodo. Ne è venuto fuori un catalogo, Black lips: ritratti tagliati a metà per rispetto della privacy. «Hanno le mie stesse passioni e tanti sogni nel cassetto da realizzare». Guarda le foto
I minori migranti visti da un 22enne messinese Gli scatti in finale a contest fotografico nazionale
Le foto del ventiduenne messinese Danilo Currò, tratte dal catalogo Black lips, sono finaliste al concorso SundayPhotographers promosso dal quotidiano torinese La Stampa, che ha per tema l’immigrazione. Il progetto fa parte del Photolux festival, la biennale di fotografia che si svolge a Lucca. Un trittico di scatti che vede protagonisti tre minori migranti senza riprendere gli occhi. Questa la foto arrivata in finale e che verrà votata dagli utenti sul web e da una giuria qualificata, composta anche dal direttore del quotidiano torinese, Mario Calabresi.
Currò è diplomato in Pittura e decorazioni pittoriche al liceo artistico Ernesto Basile. Inizia a fotografare all’età di 16 anni e con il passare del tempo partecipa a numerosi concorsi e mostre. Nel 2012 viene selezionato con uno scatto paesaggistico dalla National Geographic Italia e successivamente alcune sue fotografie vengono inserite negli album della Leica Talent Italia. Alla passione per la fotografia si aggiunge quella per il cinema che lo porta a cimentarsi su un vero e proprio set, realizzando due corti che hanno avuto un buon riscontro sul web.
A fine estate un incontro casuale ha permesso al 22enne di essere oggi tra i venti finalisti del contest nazionale. «Ho incontrato Alessandro Russo, che si occupa del progetto d’integrazione dell’associazione culturale Daf-Teatro della fantasia. Era insieme a otto giovani migranti che vivono al centro d’accoglienza per minori Ahmed». Nasce così l’idea prima di scattare qualche foto, quindi di mettere su un vero e proprio catalogo. Danilo ne parla con Giuseppe Minsteri, presidente dell’associazione Daf che sta promuovendo l’integrazione attraverso laboratori teatrali, artistici e anche sportivi. «Così è cominciato il mio viaggio nel loro mondo. Ragazzi con le mie stesse passioni, con storie incredibili alle spalle e sogni nel cassetto da realizzare. Ho cominciato a immortalare scene della loro quotidianità».
Negli scatti mancano gli occhi, scelta quasi obbligata perché i protagonisti sono tutti minorenni. «I tagli inaspettatamente hanno reso le immagini più particolari. Eliminando gli occhi, è come se venga meno la possibilità di dare giudizi sul loro vissuto. Sono ragazzi che fuggono da situazioni terribili per cercare un futuro e una vita migliore. Amano disegnare, c’è chi sa suonare sassofono e pianoforte, chi è bravissimo nello sport». Adesso spetta al popolo del web votare.