I grillini a Crocetta: “Il 25 maggio manderemo a casa il suo Governo”

LINEA DURA DEL MOVIMENTO 5 STELLE. MENTRE NINO D’ASERO E FABRIZIO FERRANDELI PROVANO A RIMETTERE IN PIEDI LA ‘BARRACCA’ DI UN ESECUTIVO REGIONALE CHE IN AULA E’ SEMPRE IN MINORANZA. LA POSIZIONE DI FORZA ITALIA. LE RICHIESTE DI GIUSEPPE LUPO (PD). DI LA RABBIA DELLA UIL SICILIANA. LE DICHIARAZIONI DI MICHELE CIMINO E LINO LEANZA

I deputati del Movimento 5 Stelle all’Ars: “Ci conceda un minuto del suo tempo Crocetta e lo usi per vergognarsi davanti ai cittadini siciliani”

Non mancano, ovviamente, le reazioni all’ennesimo flop del Governo regionale di Rosario Crocetta che oggi, a Sala d’Ercole, è andato giù. Il governatore aveva fretta di far approvare dall’Aula il disegno di legge sulle variazioni di Bilancio. Ma l’Aula, per tutta risposta, ha rinviato il provvedimento in Commissione Bilancio. Se ne riparlerà dopo le elezioni europee. Meglio così: non è corretto approvare leggi di spesa a ridosso di importanti appuntamenti elettorali.

Dice il capogruppo del Movimento 5 Stelle all’Ars, Francesco Cappello: “Crocetta è il mandante morale ed Agnello è l’esecutore materiale di questo Governo fallimentare che non ha la fiducia ne dei siciliani che ha affamato, ne di una maggioranza politica implosa oggi in parlamento al momento del voto”. Il secondo riferimento, per la cronaca, è a Maurizio Agnello, assesso regionale all’Economia.

“Il presidente della Regione parla di irresponsabili e sicuramente si riferisce a se stesso – aggiunge il parlamentare Cinquestelle, Giancarlo Cancelleri – visto che ogni suo proclama è diventato uno spot elettorale, ma di concreto non ha prodotto nulla. Lui e il suo Governo hanno tardato fino a oggi questi provvedimenti, così come tutte le misure per lo sviluppo e la ripresa della nostra terra”.

In effetti, Cancelleri ha ragione da vendere: il Governo ha perso quasi due mesi di tempo dietro il rimpasto della Giunta e le nomine dei manager della sanità che, peraltro, sono ancora in alto mare tra ripensamenti e conclamati casi di illegittimità.

I deputati del Movimento 5 Stelle all’Ars la buttano sull’ironia “Ci conceda un minuto del suo tempo, presidente Crocetta: e lo usi per vergognarsi davanti ai cittadini siciliani. Il 25 maggio lo manderemo a casa con il voto dei cittadini, ma se ha a cuore la nostra terra gli consigliamo di dimettersi prima”.

Duro anche il commento di Vincenzo Gibiino, coordinatore di Forza Italia in Sicilia: “Marcia indietro della Finanziaria bis siciliana, che bocciata stamane dall’Aula di Palazzo dei Normanni si appresta a tornare in commissione Bilancio. Un testo pieno di furbi aiutini elettorali per i soliti amici del PD, che responsabilmente Forza Italia non ha potuto e voluto accettare. Per colpa di Crocetta, e di una manovra che non guarda al bene dei siciliani, dei nostri conti pubblici, gli stipendi di molti dipendenti regionali tarderanno ulteriormente ad arrivare”.

“Quanto accaduto testimonia come il Governo siciliano sia stato abbandonato dalla sua stessa maggioranza sul provvedimento più importante, la finanziaria – gli fa eco il capogruppo degli azzurri all’Ars, Marco Falcone -. Crocetta, solo e nel pantano, prova ancora a giocare d’astuzia, senza affrontare e sciogliere nodi fondamentali, forestali e operatori della formazione in primis. La Sicilia ha bisogno di programmazione, di una spending review seria, di una politica che sappia perseguire il cambiamento”.

“La manifesta incapacità del governatore è sotto gli occhi di tutti, a nulla servirà nascondere i ripetuti fallimenti del Governo regionale sotto il tappeto – rincara Vincenzo Figuccia, vicecapogruppo azzurro all’Ars -. Crocetta si assuma le proprie responsabilità e la smetta di istigare i siciliani contro le istituzioni, attaccando senza giustificazione un’opposizione che fa il proprio dovere. Crocetta si arrenda alla realtà dei fatti, a respingere il testo della Finanziaria bis è stata in primo luogo la sua stessa maggioranza”.

Diverso il commento del parlamentare regionale Giuseppe Lupo, presidnete dell’Assemblea regionale del PD siciliano: “Le forze politiche di destra – dice Lupo – hanno scelto, senza alcuna ragione plausibile e in modo decisamente irresponsabile, di impedire il pagamento degli stipendi a migliaia di lavoratori che aspettano ormai da troppi mesi. È triste che ciò accada nel giorno in cui la Sicilia festeggia l’autonomia”.

“La commissione Bilancio martedì prossimo – ha aggiunto Lupo – approvi il provvedimento e la conferenza dei capogruppo chieda di convocare al più presto la seduta in Ars per sbloccare il pagamento degli stipendi”.

Agrodolce il commento del capogruppo del Nuovo centrodestra democratico, Nino D’Asero: “Ma dobbiamo tutti comprarci un tutù? Continuiamo a far dei balletti dei quali i siciliani rimangono spettatori disgustati”. dice D’Asero. Che parla di un disegno di legge che “doveva esser trasformato in una semplicissima legge per dare delle risposte concrete e pagare dovuti e legittimi stipendi a lavoratori i quali, invece, dovranno attendare nientemeno che il 27 maggio, quando il disegno dovrebbe ritornare in Aula”.

Dopo la carota, però, D’Asero impugna il bastone: “Il ritorno in Commissione era comunque d’obbligo visto che, a copertura delle spese necessarie per Municipi e forestali, l’emendamento governativo prevedeva l’utilizzo di risparmi che non sono ancora certi e che, quindi, non possono esser considerati quali entrate. E, alla tirata dei conti – conclude D’Asero – a pagare il carissimo biglietto per assistere a questi balletti sono sempre i lavoratori siciliani. Per questo, chiediamo una convocazione straordinaria e urgente dell’Aula, anche in deroga ai termini regolamentare”.

D’Asero dice una cosa giusta e una sbagliata. Dice una cosa giusta quando sottolinea l’assenza di soldi per coprire le spese per Comuni e forestali: per la precisione, all’appello mancano 100 milioni di euro. Dice una cosa sbagliata qualche chiede la convocazione dell’Aula per approvare una legge di spesa a pochi giorni dal voto: questo non si fa.

Anche Fabrizio Ferrandelli, parlamentare del PD ‘governativo’ (da distinguere da altri parlamentari del PD che non sembrano molto in linea con il Governo Crocetta), prova a chiedere una seduta urgente sotto le elezioni europee: “Il primo compito dei 90 deputati eletti all’Assemblea regionale siciliana – dice il giovane Ferrandelli salendo in cattedra con l’aria di dare lezioni a chi forse ha più anni e più esperienza parlamentare di lui – è quello di proporsi e non di opporsi a chi li ha eletti e cioè ai siciliani. Per questo è indispensabile che ritorni la ragionevolezza e tutti insieme si eviti, attraverso la convocazione di una seduta urgente, che un diritto elementare, e cioè l’erogazione degli stipendi e delle somme previste in manovra, si trasformi per migliaia di cittadini e centinaia di enti in un torto senza precedenti di cui tutti noi dovremo rispondere”.

“Ancora una volta niente stipendio per i trentamila lavoratori che dipendono dal bilancio regionale – dice  il segretario generale della Uil Sicilia, Claudio Barone, in versione ultra-governativa -. In un clima di totale irresponsabilità abbiamo assistito prima al blocco della Finanziaria bis e oggi anche allo stop di quel provvedimento che doveva servire solo a pagare pochi mesi di stipendio. I lavoratori sono rimasti ostaggio di una politica totalmente indifferente alle loro esigenze e interessata solo a giochi di potere”.

“Le famiglie – aggiunge il segretario della Uil siciliana – non ce la fanno più a tirare avanti e quelle soluzioni per risolvere l’emergenza, accolte favorevolmente da tutti i politici, si sono trasformate in bolle di sapone. Se questo succede per il pagamento di alcuni mesi di stipendio, cosa vedremo nel momento in cui in aula si dovrà votare la Finanziaria bis? Governo regionale e Ars non possono continuare a perdere tempo rimpallandosi le responsabilità”.

“Adesso la Uil – conclude Barone – è pronta ad una forte mobilitazione contro queste dimostrazioni di cinica indifferenza nei confronti dei più deboli. E chiederemo anche alle altre organizzazioni sindacali di concordare i modi e i tempi delle iniziative”.

Lino Leanza, leader di Articolo 4, ovviamente governativo, scomoda la celebre vittoria di Pirro: “Quanto accaduto oggi all’Ars è estremamente grave. E’ da irresponsabili ottenere una vittoria ‘politica’ sulla pelle di migliaia di lavoratori che potevano avere una boccata d’ossigeno da questa manovra”.

“Articolo 4 – aggiunge Leanza – sempre presente in aula con tutti i suoi deputati, aveva annunciato già ieri l’assenza di una parte di essi per motivi di natura personale. Non era ipotizzabile una simile imboscata. Certamente ci sono colpe anche nella maggioranza, ma quella ottenuta oggi da un gruppo di deputati irresponsabili è una vittoria di Pirro”.

“Chi si è prestato perché questa manovra avvenisse faccia un esame di coscienza e pensi, oltre che alle proprie convenienze politico – elettorali, anche alle conseguenze che tutto ciò avrà nella società siciliana”.

Un altro governativo è il parlamentare regionale Michele Cimino: “La manovra – dice Cimino – avrebbe determinato la somma di 20 milioni di euro per i Comuni e di 80 milioni per la forestazione, con l’avvio della campagna antincendio. L’Assemblea dovrebbe avere il coraggio di agire e invece preferisce non assumersi le giuste responsabilità, soprattutto in considerazione della grave congiuntura economica e sociale. Non è edificante strumentalizzare provvedimenti che, per alcune categorie sociali e per interi settori sono vitali”.

Nota a margine

Resterebbe da chiedere a Barone e a Cimino dov’erano quando Crocetta, Lumia e compagni non trovavano la quadra per spartirsi le poltrone della Giunta e della sanità. Erano ‘distratti’ o facevano parte anche loro della ‘spartizione’?

 


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