Nelle liste elettorali per le elezioni regionali in Sicilia vi è una carenza di giovani tra gli aspiranti consiglieri regionali. A cosa è dovuta questa carenza? Lo abbiamo chiesto ai diretti interessati
I giovani possono attendere
Attendendo le imminenti elezioni regionali, elezioni che decideranno chi sarà il nuovo presidente della regione Sicilia, abbiamo scrutato tra le liste elettorali e ci siamo accorti della carenza di personalità giovani tra gli aspiranti consiglieri. Un partito che a Catania sembra aver investito nella candidatura di un giovane è Alleanza Nazionale, presentando Salvo Pogliese – sono parecchi infatti i cartelloni con il suo volto, sparsi un po tra le vie della città. Diciamo che è quasi impossibile non incapparvi almeno una volta al giorno -.
Abbiamo deciso di chiedere ai diretti interessati le ragioni di questa carenza. Salvo Pogliese è l’unico giovane candidato con reali possibilità di elezione. A Step1 dice di ritenere questa competizione “particolare” perché, afferma, “si svolge in maniera circoscritta in 58 comuni per cui la persona più favorevole alla candidatura, necessita un radicamento allinterno del proprio territorio”. Da questo ragionamento risulta ovvio che soltanto in rari casi il radicamento allinterno di un paese o di una città è prerogativa dei giovani. Nonostante questa “particolare necessità e nonostante i DS lavorino molto con i giovani continua Pogliese rimane Azione Giovani (corrente giovanile di Alleanza Nazionale, N.d.R.) il partito con il più alto numero di giovani tesserati. Il 60% di giovani iscritti ai partiti è iscritto ad Azione Giovani; è, quindi, un segno del nostro partito il quale si impegna da sempre ad investire nei ragazzi“.
Abbiamo rivolto la stessa domanda anche ad un candidato della Sinistra Giovanile (corrente giovanile dei DS): Davide Longhitano afferma che la questione risiede nella sfiducia che aleggia tra i giovani, che non credono in una politica condotta attivamente e parla di “rassegnazione, nellattesa della manna dal cielo; sono però i partiti stessi a chiudersi con i propri figli darte, promuovendo solo la loro ascesa, deludendo le iniziative di altri, i quali, seppur in gamba, non hanno un nome“.
Uno dei “volontari” esclusi in questa corsa alle regionali è Mario Chisari, giovane esponente di Forza Italia, il quale, pur essendo nelle cariche istituzionali da già 7 anni, ha voluto cedere la sua candidatura “per far rientrare Basile, la cui personalità è più radicata“, come sostenuto da Pogliese. Un elezione data per scontata quindi quella di Basile. Chisari però, smentisce le nostre affermazioni sulla carenza di giovani nella vita politica attiva, anzi “si percepisce laumento dei ragazzi, e lo abbiamo visto con queste elezioni universitarie. Anche se i giovani sono tanti cè sempre bisogno di nuovo allinterno dei partiti“. Il mancato candidato fa poi una digressione sulle difficoltà della vita politica di oggi “è molto difficile trovare lavoro in generale, in politica ancora di più“. Ma allora perché i giovani continuano a non candidarsi o a non essere candidati? La domanda ci è sorta spontanea e la risposta di Chisari è giunta cauta: “se i giovani non si propongono alla candidatura vuol dire che non hanno capacità tali da mettersi in discussione“. Anche secondo Chisari il problema è comunque “interno ai partiti stessi, perché ci sono partiti che investono e partiti che non investono nei giovani, soprattutto alle comunali e alle regionali dove cè bisogno di nomi più influenti e radicati“.
Insomma, la gente difficilmente scriverebbe il nome di una persona poco influente allinterno del comune di appartenenza e di conseguenza i partiti evitano di investire forze economiche per promuovere la candidatura e leventuale ascesa di un giovane. Tutto, come sempre, deve avere un tornaconto. Conquistare seggi è ormai diventata la regola in una società la cui mentalità radicata fatica a credere in freschi e nuovi talenti capaci di promuovere cambiamenti, nonostante siano i giovani ad avere la prospettiva giusta da cui affrontare i problemi che affliggono la nostra realtà, quella siciliana. Una volta si diceva “le novità sono come il mare, portano solo guai“. Oggi, invece, si dice “ci vuole radicamento, esperienza e conoscenza“. Cè bisogno di volti sicuri che portino voti sicuri. I giovani possono attendere, anche per questa volta.