Sono sette, tutti con meno di 22 anni e impegnati nella politica universitaria nell'associazione Arché. Ma con il Partito dei siciliani di cui fanno parte, il movimento civico Scegliamo Catania non avrà nulla a che fare. «Non cerchiamo una rappresentanza politica a breve termine, ma il dialogo con la città», assicurano i giovani che hanno presentato ieri sera il progetto. Ospiti della serata, con sindaco e candidati ad assistere in prima fila, il professore Pietro Barcellona, il notaio Carlo Saggio e il presidente dell'associazione Diplomatici Claudio Corbino che ha anche aiutato i ragazzi nell'organizzazione dell'evento, con format originale, al Piccolo Teatro
I giovani Pds lanciano Scegliamo Catania «Puntiamo a una smart city entro il 2025»
Si chiamano Diego Cimino, Alberto Consoli, Antonio Fusco, Francesco Impellizzeri, Enrico Muschella, Andrea Pagano, Fabrizio Papa i promotori di Scegliamo Catania, un nuovo movimento civico. Tre di loro sono studenti di Medicina, tre di Giurisprudenza, uno di Ingegneria. Il più grande ha 22 anni. Soprattutto, i sette giovani sono esponenti dell’associazione Arché, legata al Partito dei siciliani fondato da Raffaele Lombardo. Ma il movimento, assicurano, non è legato alla politica partitica. «L’obiettivo di Scegliamo Catania non è quello di avere una rappresentanza politica a breve termine. Vogliamo invece avviare un dialogo con la città», spiega Papa. E la presentazione del movimento, ben organizzata al Piccolo teatro di via Ciccaglione, è il primo passo: un dibattito con ospiti il professore emerito di filosofia del Diritto all’Università di Catania ed ex storico esponente del Pci Pietro Barcellona, il notaio Carlo Saggio, presidente della compagnia delle Opere per la Sicilia orientale, e l’imprenditore Claudio Corbino, attivo nel settore della formazione e presidente dell’associazione Diplomatici che ogni anno porta decine di studenti in visita alla sede dell’Onu a New York. Originale il format dell’incontro: gli ospiti intervengono sul futuro di Catania e i giovani promotori, seduti sul palco proprio di fronte, prendono appunti e intervengono nel merito.
Stancanelli, Berretta, CasertaE il dibattito, dopo il primo intervento del professore Pietro Barcellona, si incentra subito sul ruolo dei giovani in politica, tra delusione e voglia di cambiare definita «sessantottina». «Noi vorremmo cambiare le cose, ma siamo stretti tra la generazione precedente che ci ostacola e la nostra che è disinteressata alla politica. Il nostro sogno è una smart city, ecosostenibile, pronta nel 2025. Quando saremo noi alla guida della città non vogliamo lasciare in eredità problemi ai nostri figli», dice sicuro il portavoce del gruppo, Diego Cimino che fa sfoggio delle sue abilità oratorie per circa un quarto d’ora. E aggiunge: «Quello che sta facendo l’amministrazione comunale con le sponsorizzazioni delle piazze è la strada giusta, non bisogna avere paura dei privati se il pubblico non ha più risorse». Concetti, la smart city e la sponsorizzazione delle piazze, ben cari al sindaco di Catania Raffaele Stancanelli, presente in prima fila. Accanto a lui il parlamentare del Pd Giuseppe Berretta e il docente universitario Maurizio Caserta, in corsa per succedergli alle prossime elezioni.
La platea è composta però prevalentemente da elettori e simpatizzanti dell’ex Mpa. A fare da trait d’union tra i sette giovanissimi di Scegliamo Catania e gli ospiti del dibattito è Claudio Corbino che ha chiamato Barcellona e anche il notaio Carlo Saggio intervenuto per ribadire «il ruolo della forza vitale dei giovani nel cambiamento, la stessa che porta a formarsi una famiglia. Io ho cinque figli – spiega – e sono la cosa migliore che abbia mai fatto», afferma. Anche il giornalista Andrea Lodato ringrazia il presidente dell’associazione Diplomatici prima di assumere il ruolo di moderatore di un dibattito gestito, nei fatti e senza timidezze, dai giovani politici. Che hanno anche affrontato il tema della formazione politica, argomento ben caro ai tre relatori, tutti promotori del corso di alta formazione Dialoghi d’Aragona. «Nessuno fa più formazione politica. Trovo scandaloso che questi sette giovani siano tutti all’esterno dei partiti. Si dovrebbe lasciare loro il 30 per cento dei posti in lista», dichiara Corbino, evidentemente ignaro dell’appartenenza dei ragazzi al Pds.
«Ma se Corbino ha invitato gli ospiti e dato anche un contributo economico, come fa a dire che non hanno tessera politica?», fa notare qualcuno, a voce non troppo bassa, nel buio del Piccolo teatro. «Il progetto di alta formazione che abbiamo portato avanti con Saggio e Corbino ha visto l’assenza colpevole della città e dell’università. Nonostante un bell’articolo su La Sicilia», afferma intanto Barcellona. L’unico dei candidati a sindaco a intervenire sul tema è Berretta, che fa notare come «il Pd ha già una sua scuola di formazione politica, e una delle studentesse parteciperà alle primarie nazionali».