Nel 2010 il porticciolo palermitano ha cambiato volto, è stato ridisegnato da Sebastiano Provenzano e Giulia Argiroffi. I due giovani professionisti sono stati chiamati al Bia di Bilbao, forum internazionale di architettura, per parlare del loro virtuoso progetto di riqualifica e rigenerazione urbana
I due architetti che hanno progettato la Cala a Bilbao «Racconteremo il rapporto di Palermo con il mare»
Bia (Bilbao bizkaya architecture) è un forum internazionale di architettura che si tiene ogni anno a Bilbao organizzato dall’ordine degli architetti e dalla amministrazione comunale. Quest’anno il forum si occuperà della rigenerazione dei waterfront urbani in Europa. I professionisti che interverranno si confronteranno sullo stato dell’arte della disciplina, sulle proprie visioni, le singole ricerche ed esperienze e i progetti individuali. Tra gli invitati a presentare i propri virtuosi lavori, quest’anno, ci saranno anche Sebastiano Provenzano e Giulia Argiroffi, architetti palermitani che hanno riprogettato la Cala nel 2007, il porticciolo della città, rigenerandolo e facendolo diventale un luogo vivo, la passeggiata a mare per eccellenza.
Un comitato scientifico ha selezionato i relatori che parleranno al Forum di Bilbao ciascuno dei quali porterà un proprio contributo di riflessione sull’argomento waterfront: «Personalmente parlerò del rapporto complesso di Palermo con il suo mare, – spiega Sebastiano Provenzano – e dell’annosa guerra di posizione che ha separato per tanti anni Palermo dall’acqua. Confronterò il caso di Palermo con altri analoghi. Cercherò di individuare quale sia stato fino ad oggi e quale potrebbe essere per il futuro il paradigma che consenta di riavviare il processo di rigenerazione della costa e del rapporto tra questa e la città».
Nel 2004, insieme a dodici colleghi palermitani, hanno dato vita all’officina di architettura del porto di Palermo. Un laboratorio di progettazione voluto dall’allora presidente dell’Autorità Portuale Antonio Bevilacqua che per primo si è occupato di provare a porre le basi per la definizione del piano regolatore portuale di Palermo. In seno all’officina hanno studiato per un anno il porto le sue relazioni con la città pianificando la redazione del piano regolatore e contribuendo all’organizzazione nel 2004 della biennale di architettura che si tenne a Palermo.
Grazie a questa esperienza venne affidato a Sebastiano e a Giulia il progetto per la realizzazione della nuova Cala di Palermo, opera iniziata nel 2007 concludendo il proprio iter nel 2010. «Un progetto per noi molto importante – dice Provenzano – che abbiamo portato avanti in piena sinergia con l’autorità portuale in particolar modo con l’ingegnere Salvatore Acquista, il direttore dei lavori. Questo piccolo progetto rispetto gli altri raccontati qui al forum risulta interessante proprio per la sua capacità di avere restituito alla città un luogo del tutto abbandonato».
«Al Bia – aggiunge Provenzano – Presenterò proprio il lavoro della Cala, un progetto significativo che è stato realizzato e che da subito è stato accolto bene dai palermitani che lo hanno subito fatto proprio rendendolo un luogo tra i più vivi e vissuti della città».
Durante il Forum, dove i nostri architetti sono chiamati a portare il loro contributo, Provenzano porterà anche un altro progetto sull’area dell’ex palmeto nella quale la Vivisano Onlus realizzerà in sintonia con l’amministrazione comunale l’Autorità portuale e numerosi altri partner istituzionali e associazioni varie, il parco della salute, il cui cantiere è attualmente in corso. Questo frammento del giardino a mare di Palermo sarà un luogo del tutto pubblico, aperto alla collettività in cui utenze disagiate potranno trovare modo di svolgere attività all’aria aperta. «Un altro piccolo tassello – spiega ancora Provenzano – voluto in questo caso da una associazione no profit, ulteriore prova che la rigenerazione deve avvenire in partnership con i privati nella consapevolezza che esiste una differenza tra gestione e bene collettivo che tale è e tale deve rimanere. Credo che una interazione sana tra pubblico e privato, se ben guidata, pianificata e condivisa, possa essere l’unica vera soluzione al problema della riqualificazione della nostra costa».