Costruito per le Universiadi del 1997 ma mai portato a termine, da quindici anni il centro polisportivo di Librino è stato abbandonato all'incuria del tempo e distrutto dai vandali. Fino a ieri, giorno della Resistenza, quando la brigata dei Briganti e il comitato campo san Teodoro, insieme a cittadini volontari e associazioni culturali, hanno occupato la struttura per farla tornare fruibile
I Briganti liberano il campo san Teodoro «Il Comune non risponde, facciamo da noi»
«Sono sei anni che proviamo a confrontarci con l’assessorato. Adesso basta, il campo ce lo sistemiamo da noi». A parlare è Piero Mancuso del Comitato campo san Teodoro che ieri, insieme ad un centinaio di cittadini-volontari, ha impugnato paletta e rastrello per ripulire il centro polisportivo di Librino. «Dall’amministrazione non abbiamo mai avuto risposte concrete né credibili continua Mancuso perciò abbiamo deciso che ora non abbiamo più nulla da dirle, piuttosto un campo da ripristinare e abbiamo cominciato ieri».
Un 25 aprile di liberazione dai vetri rotti e dalle macerie per il centro sportivo di Librino costruito per le Universiadi del 1997 e da allora lasciato incompleto e abbandonato all’incuria del tempo e al vandalismo. «Più che un’occupazione è stata un’azione di pulizia e messa in sicurezza», racconta Stefano Curcuruto, presidente dei Briganti Rugby di Librino, associazione che da anni chiede di poter usare la struttura. «È bellissimo vedere quante persone ieri si sono presentate per darci una mano. E tra loro anche tanti ragazzini del quartiere, i più piccoli dell’associazione sportiva e tanti cittadini». Insieme al Comitato san Teodoro e ai Briganti, che il campo lo sognano e attendono da sempre, c’erano anche gruppi e associazioni attive nel quartiere come i ragazzi dell’Iqbal Masih, da cui nel 2006 nasce l’associazione Briganti Rugby, e i volontari del Teatro Coppola, già promotori di un’occupazione attiva in città dal dicembre scorso.
A far scattare l’iniziativa è stata la risposta dell’assessore allo sport di Catania, Ottavia Vaccaro, arrivata qualche giorno fa al presidente della federazione italiana Rugby, Giancarlo Dondi, che sollecitato da una lettera dei Briganti e del Comitato san Teodoro, il 19 marzo scorso faceva appello alle istituzioni competenti perché intervenissero per ripristinare la struttura, fondamentale per gli allenamenti della squadra, un’eccellenza del sport cittadino e nazionale.
«Il campo sportivo san Teodoro è utilizzabile fin da subito da tutte le associazioni sportive che ne fanno richiesta al competente ufficio, previo pagamento delle irrisorie tariffe stabilite dal consiglio comunale», risponde Vaccaro al presidente della federazione rugby. Trafila ben più complicata per la gestione: «Esiste una delibera ad hoc per la concessione a terzi della gestione, manutenzione e uso del campo san Teodoro», scrive. Si attenderebbe, quindi, solo l’avvio di un bando di gara per l’affidamento. Quello che «qualora i Briganti ne avessero i requisiti, potrebbe garantire loro l’assegnazione del campo». L’ipotesi dell’affidamento diretto del complesso sportivo? «Da scartare perché espressamente vietata dalle leggi e dai regolamenti in vigore», si legge nel documento.
Ma uso e gestione di cosa esattamente? Di «un campo che di fatto non esiste», come ci rispondeva l’assessore un mese fa. Pronto sulla carta ma mai effettivamente realizzato. Al momento l’unica struttura fruibile sarebbe un campo di calcio in erba sintetica i cui spogliatoi «sono stati recentemente vandalizzati e resi inaccessibili», raccontano i ragazzi del comitato san Teodoro. Che nel frattempo hanno stilato un calendario di incontri per rendere fruibile il campo fantasma. «Il lavoro da fare è ancora molto – spiega Mancuso – ma l’impegno e la volontà non mancano. Ci rimetteremo all’opera già il primo maggio».
Intanto su Facebook i commenti di solidarietà e le prime impressioni sulla giornata di ieri si susseguono numerosi. «Bellissima e indimenticabile, una giornata che mi ha dato tutto: l’impegno, la fatica, le emozioni, il gioco, il divertimento scrive Marinzia indimenticabile giocare per primi in un campo appena liberato con due squadre composte in un modo che più fantasioso non si potrebbe. Tutti diversi ma tutti uniti dalla voglia di liberare le enormi potenzialità di quello spazio dimenticato». Tra i messaggi anche quello del coach, Umberto Bonaccorsi, che sulla pagina della squadra scrive: «Accanto alla rabbia faceva capolino la gioia e la meraviglia di vedere al mio fianco i ragazzi delle nostre giovanili, che sono cresciuti e che vivono fianco a fianco a coloro i quali hanno vandalizzato questo posto (e chissà, forse qualche anno fa erano anche al loro fianco). E considerare che il rugby, il nostro rugby, quello Brigante, ha dato loro qualcosa che diversamente non avrebbero avuto, la consapevolezza di avere dei diritti e la voglia di combattere per ottenerli. E poi continua l’allenatore i Briganti senior, gli amici, le famiglie e i figli che hanno scelto di venire a darci una mano per qualcosa di più grande di un semplice “campo da gioco”».
Messaggi che non lasciano dubbi. La brigata si è mossa e non ha intenzione di fermasi. «Questo è stato solo il primo passo dice infatti Stefano Curcuruto Adesso continueremo a pulire. E quando il campo sarà fruibile porteremo finalmente i nostri piccoli ad allenarsi».
[Video di Giovanni Tomaselli del Teatro Coppola]
[Foto di Campo San Teodoro Liberato]