E’ stato illustrato mercoledì pomeriggio al Polo tecnico del Comune lo stato di avanzamento della procedura per la realizzazione della greenway Palermo-Monreale. Durante la prima seduta pubblica di progettazione partecipata è stata mostrata ai rappresentanti delle circoscrizioni attraversate dal tracciato (VIII, V, IV) e alle principali associazioni del settore (ambientali, ciclistiche) la proposta progettuale unitaria risultata dalla sintesi dei due progetti vincitori.
Riassumiamo le puntate precedenti: nel 2017 il Comune emana tramite la piattaforma on-line Concorrimi il bando per lo studio di fattibilità (progetto preliminare) della ciclovia che ricalca il percorso dell’ex ferrovia a scartamento ridotto – mai entrata in attività – Palermo-Camporeale, nel suo tratto compreso tra la stazione Notarbartolo e Monreale, attraverso i quartieri Uditore, Passo di Rigano e Boccadifalco. Per realizzare la pista ciclabile sono stati stanziati 4,7 milioni del Patto per Palermo del 2016.
A luglio 2018 vengono dichiarati vincitori del bando ex aequo la Società di Ingegneria RSG s.r.l. e il Gruppo arch. Terrana, e il Comune sfrutta la facoltà di affidare loro la progettazione definitiva ed esecutiva dell’opera. Non potendo scegliere una sola proposta, si decide di unire le due risultate vincenti, ed allo scopo viene creato un Raggruppamento temporaneo di professionisti (Rtp), con evidenti ripercussioni per quanto riguarda i tempi e le problematiche nel dover fare una sintesi tra i due progetti che – seguendo le indicazioni dei commissari di gara – dovrà anche essere più aderente all’ex tracciato ferroviario.
Tra marzo e settembre 2019 si susseguono incontri tra il Rup dell’opera, l’architetto Fabio Paci, e l’Rtp per definire lo schema di contratto, verificare i requisiti dei progettisti, elaborare i passi successivi della progettazione e individuare i problemi geomorfologici del percorso (oltre a risolvere la questione del pagamento del premio, inizialmente corrisposto per metà ad ogni vincitore, e saldato solo nei giorni scorsi). «Inoltre – spiega il Rup – in questo periodo sono stati effettuati 5 sopralluoghi specifici, sono state verificate varie questioni attinenti il Prg, diversi immobili abusivi, gli ambiti con vincoli idro-geologici, ed alcune parti del vecchio tracciato che erano state vendute alla Regione».
A fine ottobre viene autorizzato il Piano dei rilievi, indagini strutturali e prove di laboratorio che saranno gestiti dallo stesso Rtp. Si tratta di accertamenti indispensabili da effettuare lungo tutto il tracciato per potere stilare lo studio di fattibilità tecnico-economica e successivamentei progetti definitivo ed esecutivo. Però tutta questa nuova fase progettuale riguarderà il I° lotto funzionale dell’opera per un costo di circa 426mila euro (comprese la direzione dei lavori e il coordinamento della sicurezza). Sono escluse alcune parti legate ad altri progetti infrastrutturali, cioè il futuro ponte Rapisardi e quello pedonale su viale Regione siciliana, e la messa in sicurezza per rischio idro-geologico della zona compresa tra la galleria di Boccadifalco e la fontana del Drago per la quale il commissario ad acta del comune di Monreale sta lavorando all’affidamento dei lavori.
Il percorso, così come risulta dalla proposta unitaria «che fornisce – sottolinea l’architetto Renato Sarno dell’Rtp – più valore aggiunto rispetto alle due proposte iniziali che puntavano una più al valore naturalistico (RSG) e l’altra all’aspetto identitario della Conca d’Oro (Terrana)», si snoda per circa 12 km, partendo dalla stazione Notarbartolo passando per via Zandonai-via Borremans (con possibile spostamento sul lato destro della ciclabile esistente e realizzazione di barriere di separazione dal traffico veicolare), fino a piazzale Giotto. Dopo l’attraversamento a raso tramite il semaforo pedonale, il percorso si diramerà: una direttrice passerà lungo l’ex via della Croce (le vie Giorgione e Cimabue) lambendo Parco Uditore; l’altra percorrerà la prosecuzione di via Paisiello. Poi si seguirà quasi fedelmente il vecchio sedime fino a via alla Falconara, dove sarà necessario un bypass (è in corso una trattativa con la Regione) e quindi al viadotto di Boccadifalco come punto panoramico. Visti i problemi del tratto successivo, per il momento l’alternativa progettuale è percorrere l’abitato di Boccadifalco e la strada provinciale con due destinazioni: un percorso arriverà fino alla vecchia stazione di Monreale (in sede promiscua); l’altro unirà la fontana del Drago con piazza Guglielmo II e il Duomo.
Lungo tutto il percorso sono presenti 5 ex caselli e due ex stazioni ferroviarie che potranno servire da interscambio, e saranno approntati punti con fontanelle, mentre la struttura stessa della pista dipenderà dalla zona attraversata, a seconda che sia in città o dentro un’area verde. Bisognerà acquisire alcune parcelle di terreno lungo il percorso (zone blu nella mappa), mentre altre adiacenti (in rosso) potrebbero essere ulteriormente inglobate per migliorare l’integrazione della greenway col territorio.
Il cronoprogramma prevede che all’anno nuovo partano circa 2 mesi di rilievi topografici ed indagini (nel frattempo a gennaio verrà firmato il contratto tra il Comune e l’Rtp per il servizio di progettazione). Poi si terrà una seconda riunione di progettazione partecipata, e quindi si arriverà alla stesura dello studio di fattibilità tecnico-economica. Dopo ci sarà la terza seduta di progettazione partecipata, l’ultima occasione per enti e associazioni di chiedere spiegazioni o modifiche, e quindi a metà 2020 verrà redatto il progetto definitivo. Il progetto esecutivo vedrà la luce entro la fine del prossimo anno, e nello stesso periodo, tra luglio e settembre 2020 dovrebbe essere pubblicato il bando di gara per i lavori, con l’assegnazione prevista a febbraio 2021 (ricorsi permettendo).
Però sull’avanzamento dell’iter pende la spada di Damocle dei finanziamenti: infatti il mese scorso il direttore generale dell’Agenzia per la coesione territoriale ha dichiarato che il Decreto Crescita del governo nazionale di aprile garantirà i fondi (compresi quelli relativi al Patto per Palermo) soltanto agli interventi dotati di progettazione esecutiva o con procedura di aggiudicazione avviata entro il 31 dicembre 2019. Una questione sulla quale il Rup replica che questo non è il loro caso, visto lo stato avanzato di progettazione, e che in ogni caso «l’amministrazione comunale porrà rimedio ad un ipotetico ritiro dei fondi».
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