Giuseppe Arnone contro Luciano Violante: “Renzi lo rottami”

IL LEADER STORICO DEGLI AMBIENTALISTI SICILIANI IERI, IN UN ARTICOLO SUL TEMPO, HA ATTACCATO IL CANDIDATO ALLA CORTE COSTITUZIONALE DELL’ATTUALE CAPO DEL GOVERNO E DI BERLUSCONI. E L’HA FATTO RICORDANDOGLI I SUOI RAPPORTI CON MIRELLO CRISAFULLI

Ieri il quotidiano Il Tempo di Roma, ha ospitato, con grande evidenza – nell’edizione cartacea ed in quella online – un durissimo intervento di Giuseppe Arnone contro la candidatura di Luciano Violante alla Corte Costituzionale. Arnone, storico ambientalista siciliano, ricorda lo sconcertante rapporto che lega Violante a Mirello Crisafulli e le iniziative assunte dall’ex presidente della Camera, immediatamente dopo lo scandalo che ha coinvolto l’ex parlamentare siciliano, per garantire la candidatura al Parlamento di Roma del politico ennese.

Arnone parla di “incredibile indagine” che portò all’archiviazione di Crisafulli. “Indagine talmente inconsistente” disposta dell’attuale Procuratore della Repubblica di Agrigento, Renato Di Natale, all’epoca procuratore aggiunto presso il Tribunale di Caltanissetta.

Arnone sollecita al Ministro della Giustizia, “un’ispezione in ordine alla scandalosa archiviazione, in assenza di alcuna seria indagine, a beneficio del politico Crisafulli”.

Arnone ricorda “che, nella richiesta di archiviazione di Crisafulli, non vi è neanche lontanamente traccia di intercettazioni telefoniche sui telefoni dell’uomo politico ennese”. Mentre Di Natale, ad Agrigento, “dispone intercettazioni anche quando si tratta di assai presunte corruzioni dell’importo di 20,00 e 50,00 euro per pagare visite mediche dei figli (del ‘corrotto’)”.

Arnone, nell’articolo, ripercorre una vicenda in realtà già chiarita. Ovvero la video-intercettazione tra Crisafulli e il capo mafia Bevilacqua, appena uscito di galera e con una condanna a dieci anni sul groppone.

In quello’occasione, ricorda Arnone, Violante garantisce la “verginità antimafia” di Crisafulli con la sua segreteria ennese “unitaria”.

“Sì, proprio così – ricorda Arnone – Violante, mentre si decidono le liste (si parla delle elezioni politiche nazionali del 2006 ndr), ritiene di rendere pubblico l’asse d’acciaio con Crisafulli, aprendo la propria segreteria politica proprio ad Enna, assieme a Crisafulli”.

“Caro Violante – scrive sempre Arnone – era Enrico Berlinguer che ci ha insegnato che i parlamentari fanno bene a occuparsi di appalti, per di più con i mafiosi? Per Violante, il più ‘autorevole’ dei politici antimafia, quel colloquio era normale, e Crisafulli degno di trasferirsi, col suo avallo, dal Parlamento siciliano a quello di Roma. Adesso esaminiamo la più strampalata e sconcertante archiviazione di cui abbia mai beneficiato un politico accusato di mafia”.

Arnone ricorda la richiesta di archiviazione a carico di Crisafulli. “L’indagine – scrive – porta la firma dei Procuratore Capo di Caltanissetta Messineo e del suo Procuratore Aggiunto Di Natale. Negli anni successivi, il primo diverrà Procuratore Capo niente meno che a Palermo (oggi è in pensione), il secondo, Di Natale, oggi Procuratore Capo ad Agrigento”.

“L’archiviazione – prosegue Arnone – riporta l’interrogatorio di Crisafulli. I Procuratori, molto stranamente, non chiedono nulla, niente di niente, sulle più scottanti frasi videoregistrate, quale il colpo che doveva battere quell’impresa per ottenere l’appalto, od il perché il mafioso si rivolgesse a lui per assensi o benedizioni, o perché imprenditori si rivolgessero al boss per incontrare il politico”.

“Sempre nell’archiviazione – ricorda ancora Arnone – si sprecano pagine per chiedere ai testi di ricostruire, non gli appalti, bensì le divisioni, ad Enna, tra … Comunisti Italiani e RC, tra Margherita 1 e Margherita 2, tra CCD e CDU. Direte, cosa c’entravano le beghe tra i partiti locali? Nulla, ma se si deve archiviare l’inchiesta su un potente di Sicilia, così apprezzato da Violante, tutto fa brodo. Le venti pagine dovevano pur riempirsi. O no? Forse è il caso che il Ministro Orlando mandi gli ispettori. E che Renzi mandi a casa Violante. È tempo di rottamarlo”.

Per la cronaca, i rapporti tra Giuseppe Arnone e Mirello Crisafulli non sono mai stati sereni. Una volta i due stavano venendo alle mani. 

Sempre per la cronaca – ma questo lo dice anche Arnone – Crisafulli è stato prosciolto dalle accuse che gli venivano mosse. Ed è su quest’archiviazione che Arnone attacca a testa bassa.

Ancora per la cronaca, il Partito (cioè i Democratici di sinistra, allora il Partito si chiamava così) non ha mai adottato provvedimenti nei riguardi di Crisafulli. Tranne la sua esclusione dalle liste alle elezioni politiche nazionali del 2012.

Ieri non siamo riusciti a contattate Crisafulli per una replica. Se l’onorevole Crisafulli lo vorrà, avrà a disposizione lo stesso spazio che abbiamo offerto ad Arnone.

 

Redazione

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