Fedelissimo dei Lo Piccolo e figura di spicco di Cosa nostra, l’ex boss girava libero per Palermo da febbraio di quest’anno. La sua pena a dieci anni per mafia era stata accorpata a una precedente già scontata. «Un provvedimento così può arrivare da un momento all’altro per chi ha tanti e tanti procedimenti»
Giulio Caporrimo torna di nuovo in carcere Residuo di pena per l’ex boss di Resuttana
Si riaprono le porte del carcere per Giulio Caporrimo, ex capomafia della famiglia mafiosa di Resuttana. I carabinieri del nucleo investigativo del Comando provinciale di Palermo lo hanno arrestato questa mattina alle 7 e portato al Pagliarelli. Dovrà scontare, per via di un residuo di pena per reati di mafia ed estorsione, quattro anni e sette mesi.
Era stato scarcerato a febbraio di quest’anno dal carcere di Parma, dove stava scontando dal 2011 una condanna a dieci anni per associazione mafiosa, grazie a un ricongiungimento di pena ottenuto dai suoi legali, che ha accorpato l’ultima condanna a una precedente già scontata. E così, per effetto del cumulo, era tornato a Palermo da uomo libero. Ma era già uscito in passato. Anche nel 2010, infatti, le porte per lui si erano riaperte, ma già all’indomani, di ritorno a Palermo, era sul punto di riprendere in mano le redini della cosca di San Lorenzo.
Adesso gli inquirenti decideranno dove inviarlo, se nuovamente al carcere di Parma o altrove, per finire di scontare la pena. Un ritorno in galera che probabilmente aveva messo in conto. «Tutti possano essere raggiunti da un provvedimento del genere, perché hanno tanti e tanti di quei procedimenti che il cumulo può arrivare da un momento all’altro», spiegano dal Comando. E così è stato per Caporrimo.