Si è spento dopo 24 giorni in coma farmacologico il 48enne Leo D'Amico, originario di Sambuca di Sicilia. Era stato travolto, nel corso della quinta tappa della corsa rosa, da un mezzo che aveva forzato un posto di blocco perché aveva fretta di tornare a casa
Giro d’Italia, morto il motociclista investito ad Agrigento Uomo alla guida dell’auto ora risponde di omicidio stradale
È morto dopo 24 giorni in coma farmacologico Leo D’Amico, il motociclista 48enne investito ad Agrigento durante la quinta tappa del Giro d’Italia. Proprio all’inizio della frazione che ha portato il gruppo fino a Santa Ninfa, l’uomo è stato travolto da un’auto che aveva forzato uno dei posti di blocco lungo la strada statale 115 invadendo la carreggiata dove a breve sarebbero transitati i ciclisti. In quel momento a passare è stato però D’Amico, originario di Sambuca di Sicilia, che stava seguendo la gara con uno dei pass giornalieri e che non faceva parte dell’organizzazione della corsa rosa.
Subito gravissime le condizioni del motociclista: oltre ai problemi a livello cerebrale, ha riportato anche undici costole rotte e una contusione al polmone destro. Dopo l’intervento d’urgenza a Caltanissetta è stato indotto il coma faramcologico da cui però non si è svegliato. Nelle ultime ore poi l’aggravamento delle sue condizione e la morte.
L’uomo alla guida dell’auto che ha forzato il blocco, Gaetano Agozzino, 70enne di Agrigento, è stato arrestato. Da og per lui il capo d’imputazione non è più lesioni colpose gravissime ma omicidio stradale. Nelle ore successive l’incidente, interrogato dalle forze dell’ordine, aveva detto di non aver tenuto conto del divieto perché aveva fretta di tornare a casa.