Giro d’Italia, che confusione sulla partenza da Palermo Orlando è sicuro, la Regione frena: «È solo un’ipotesi»

«Siamo grati agli organizzatori, a Rcs e al direttore Mauro Vegni per la scelta di Palermo come città di partenza del Giro d’Italia 2020 di ciclismo». Parola di Leoluca Orlando, che tramite una nota ufficiale diffusa dai canali stampa del Comune ha annunciato la partenza il prossimo tre ottobre della Corsa rosa dal capoluogo siciliano a dodici anni dall’ultima volta. Un annuncio che spiazza tutti, compresa l’organizzazione del Giro, che ancora non è entrata nel merito di quella che si presenta come un’edizione fortemente atipica, dopo la mancata partenza causa Covid e il rinvio della competizione dal 3 al 25 ottobre. Ma non solo.

«È un riconoscimento e allo stesso tempo un’opportunità per la nostra città – continua Orlando – un modo per contribuire, ancora una volta attraverso lo sport d’eccellenza a questa lunga fase di ripartenza del nostro paese. La tappa inaugurale è sempre un momento importante e significativo e siamo certi che Palermo e i palermitani accoglieranno gli atleti, le squadre e i tanti che seguiranno il Giro con il calore e la passione che questa manifestazione merita». Peccato che a ruota delle dichiarazioni del primo cittadino siano arrivate quelle dell’assessore regionale allo Sport, Manlio Messina, a raffreddare gli animi: «Nessuna polemica con il sindaco di Palermo e nessuno scontro, ma l’ipotesi di Palermo, per la partenza del Giro d’Italia era appunto soltanto una ipotesi. Siccome una delle tappe, quella che da Monreale porta ad Agrigento, passerà proprio dalla città di Palermo, abbiamo deciso di dare visibilità anche a un altro territorio siciliano».

Un altro territorio siciliano che non dovrà necessariamente essere Palermo, secondo quanto dice l’assessore, che rivendica il potere decisionale sulla scelta. «Voglio essere chiaro, non esiste alcun ‘giallo’ sulla centotreesima edizione del Giro d’Italia, che partirà il prossimo 3 ottobre, voluto fortemente dal governo Musumeci e che – sottolinea Messina – è finanziato dalla Regione Siciliana che ne stabilisce il piano territoriale assieme all’organizzazione. Ora stiamo valutando tre ipotesi, per cui siamo in stretto contatto con Rcs per l’esito delle valutazioni tecniche dei tre percorsi. Una volta che avremo l’esito, decideremo su quale sarà la scelta migliore, in base al territorio e anche all’individuazione di una città-simbolo della Sicilia. Daremo comunicazioni nei prossimi giorni, del resto la Sicilia è tutta bella, quindi non abbiamo che l’imbarazzo della scelta e poi il ciclismo è uno degli sport nazionali e il Giro d’Italia ha appassionati ovunque».

Intanto, pur con la dichiarata intenzione di Messina di non alimentare polemiche, la presa di posizione della Regione, unita all’assenza di una comunicazione ufficiale da parte dell’organizzazione, che pare non volere entrare all’interno della contesa, non può che gettare ombre sulla possibilità che la corsa iniziasse davvero da Palermo. Ci saranno molti cambiamenti rispetto all’ultima volta: nel 2008 la presentazione delle squadre ha avuto luogo in una piazza Castelnuovo gremita di appassionati e semplici curiosi, con i pullman ipertecnologici che hanno scelto come campo base via Ruggero Settimo. Adesso ci sono gli strascichi di una pandemia non ancora debellata del tutto con cui fare i conti e che ha già segnato la corsa rosa, che avrebbe dovuto prendere il via dall’Ungheria, per poi fare tappa appunto in Sicilia, con la Monreale-Agrigento, la Caltanissetta-Etna e la Catania-Villafranca Tirrena. Quella che dovrebbe partire da Palermo, invece, potrebbe essere una prova individuale a Cronometro, così come nel 2008, anche se quell’anno la crono per assegnare la prima maglia rosa era stata a squadre. 
 


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