Giovanni Vallone: la Sicilia nel cuore e nella penna

Una grande distesa verde fa da cornice ad un ponticello che unisce le due rive di un fiume. L’obiettivo indugia sui dettagli e ci mostra più da vicino un ponte che identifichiamo con un Ponte Tibetano. E su quel ponte sospeso scorgiamo la figura di un uomo. Sì, lo riconosciamo. E’ proprio lui: Giovanni Vallone. Senza timore lo vediamo attraversare il ponte che lo porterà alla scoperta di un altro pezzettino della sua amata terra: la Sicilia. Perché questa è la sua vita, una vita vissuta alla continua scoperta di luoghi ai più sconosciuti e scorci incantevoli di paesaggi incontaminati. 

Sempre in sella alla sua motocicletta, alla quale ha attaccato la bandiera siciliana, trascorre intere giornate alla scoperta della nostra terra, della sua terra, attraversando desolati e impervi tragitti isolani, alla ricerca di ruderi o all’assalto di boschi, fiumi, monti e castelli. Un viaggiatore, anzi, come dice lo stesso Vallone di sé, «un viaggiatore con l’animo dello scrittore», un uomo che ama viaggiare e che, allo stesso tempo, ha una voglia irrefrenabile di dire le cose, di raccontare e raccontarsi. 

La sua carriera di scrittore inizia nel 2002 con la pubblicazione di “Arance e Limoni” (Bonanno editore), una motopasseggiata, come la definisce lui, per la provincia di Catania. Nel 2004 è stato al fianco di Angelo D’Arrigo, il deltaplanista siciliano scomparso tragicamente domenica scorsa, divenuto famoso in tutto il mondo per aver sorvolato l’Everest in compagnia di due aquile. La storia di questa vicenda è stata il pretesto per scrivere “Angelo e le Aquile: la meravigliosa storia di Ciumi, Gea e del deltaplanista che sorvolò l’Everest” (Cavallotto editore, 2005). A febbraio è stato uno dei protagonisti indiscussi del Salone del Libro di Viaggio svoltosi alle Ciminiere di Catania, durante il quale ha presentato, oltre al libro su D’Arrigo, presente anch’egli al Salone, la sua ultima opera: “I Castelli della Sicilia” che fa parte della collana “Quest’Italia” della Newton & Compton. “I Castelli della Sicilia” è in realtà la prima di una serie di collaborazioni con la casa editrice; le prossime pubblicazioni saranno: “Famiglie nobiliari di Sicilia” e “ Palazzi storici della Sicilia”.

La partecipazione-evento di Giovanni Vallone al Salone del Libro di Viaggio ha registrato il record di spettatori della manifestazione, oltre 200 persone, anche perché, dopo la presentazione del libro, è stato proiettato un video-documentario amatoriale montato da Pierluigi Mazzola, girato come se fosse una passeggiata tra i castelli dell’entroterra siciliano, in grado di mostrarci posti inesplorati e ricchi di sicilianità.

Ma “I Castelli della Sicilia”, sottolinea più volte l’autore, non è un libro didattico. E’ un modo di viaggiare per la Sicilia e far conoscere ai siciliani le bellezze della loro terra, per invitarli a girare l’isola. Il Castello è stato per lui solo uno spunto per parlare della sua amata Sicilia. Il libro, infatti, è costituito attraverso “mini-itinerari” con le tappe dei Castelli ed è diviso in aree geografiche che corrispondono alle province della Sicilia. Per ogni castello, inoltre, c’è una scheda dettagliata con le caratteristiche principali e la ricostruzione di ciò che oggi non vediamo più, perché restano solo delle rovine. Una caratteristica importante del libro che ne aumenta, se possibile, il valore, è l’aggiunta di un dizionario castellano nelle ultime pagine.
Questo libro, quindi, non appartiene ad un genere preciso, ma sta a metà tra il saggio, il racconto che rimanda al mito, il resoconto di un Grand Tour del XXI secolo, ma soprattutto l’autore sottolinea che il libro è attraversato da un grande gusto del narrare. «Ne viene fuori – afferma lo stesso Vallone – un racconto mitico della Sicilia e una guida per il viaggiatore curioso, proprio come lo sono io».

Ma da dove nasce questo amore viscerale per la Sicilia?
Dunque, come nasce la Sicilia per me. La Sicilia nasce da quando ero giovane. Ricordo che quando avevo diciotto anni, invece di andare in discoteca, preferivo alzarmi presto la mattina e girare paesini con la mia fedele compagna di viaggio: la motocicletta. E lo faccio anche oggi, con qualche capello bianco in più ed una penna in mano. Mi piace andare alla scoperta dei luoghi poco noti della nostra isola: ad esempio, sapevate che in Sicilia c’è un Ponte Tibetano?
Viaggiare e passeggiare per la Sicilia è una passione che ho avuto in modo coerente e costante per tutta la mia vita. 

E la voglia di scrivere quando è nata?
Mi sono laureato in Scienze Naturali nel 1995 e ho sempre unito la mia grande passione per la natura con quella, altrettanto grande, per la Sicilia. Ad un certo punto ho deciso che volevo monetizzare questa passione ed è iniziata la mia avventura nell’editoria. Questo sui Castelli è il mio terzo libro ed ho firmato un contratto con la Newton & Compton che mi vedrà collaborare con loro per altri due libri, sempre sulla Sicilia. Tra un libro e l’altro, ma soprattutto tra un’avventura e l’altra, ho scritto diversi articoli su itinerari isolani per il progetto “L’altra Sicilia”, in collaborazione con l’Osservatorio Turistico della Regione Sicilia, descrivendo più di 300 siti poco conosciuti. Si tratta di passeggiate archeologiche, naturalistiche, antropologiche, fatte in motocicletta, in macchina, in treno, in bicicletta, a piedi. 

E i siciliani, come ti accolgono durante le tue passeggiate? Durante le mie passeggiate porto sempre con me un registratore per registrare le voci dei siciliani. A volte lo nascondo, per paura che vedendolo non parlino. Ma il più delle volte, e ti assicuro, sono le più divertenti, glielo mostro, e loro si lasciano andare a racconti reali, aneddoti e leggende su quei luoghi sperduti e incontaminati. In generale sono tutti molto disponibili, ma da un paio d’anni ho deciso di attaccare alla mia moto la bandiera della Regione Sicilia, per precauzione, visto che spesso intraprendo strade solitarie e mi addentro in luoghi non proprio pubblici.

Dopo il grande successo ottenuto con i tuoi libri al Salone del Libro di Viaggio, quali sono i tuoi prossimi progetti?
Dopo il Salone ho deciso, sfidando la mia indole solitaria, di portare avanti un progetto tendente, come sempre, a far riscoprire la Sicilia ai siciliani.
Ecco quindi che ho messo in piedi un Tour che avrà tappe in tutta la Sicilia, un po’ come fanno i cantanti, solamente che io porto sul palcoscenico la mia terra. E lo faccio con gli argomenti di cui dispongo: i miei libri e l’amore per la natura. Questo tour sarà inoltre il pretesto per parlare del meraviglioso progetto naturalistico sulla migrazione degli uccelli. 

Di cosa si tratta?
Con l’arrivo del caldo primaverile, milioni di volatili migrano dall’Africa  verso il Nord Europa. E’ questa la cosiddetta migrazione primaverile. In autunno succede il contrario: freddo e ritorno al Sud. E si parla di migrazione autunnale. 
Durante il loro lungo viaggio, gli uccelli migratori fanno delle soste e la più importante area di sosta del Mediterraneo sono le vette dei Monti Peloritani. Purtroppo, però, a questo fenomeno se ne accompagna uno meno nobile: il bracconaggio. L’ obiettivo del mio Tour è quello di far diventare l’area dei Peloritani un polo primario di attrazione turistica: un panino ed un binocolo per osservare la migrazione degli uccelli in uno dei cieli più frequentati del mondo. 
Perché crediamo che per ogni turista che viene c’è un imbecille (o bracconiere) che se ne va!


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