Giovanni Pacchiano: «Gaffe del Ministero, la poesia di Montale è dedicata a un uomo»

Baris Kniaseff. Chi sarà mai costui? Meglio non rivolgere questa domanda al ministero della Pubblica Istruzione. Si perché agli esperti del dicastero guidato da Maristella Gelmini dev’essere sfuggito che è proprio a questo semisconosciuto coreografo, che Eugenio Montale ha voluto dedicare la sua poesia “Ripenso al tuo sorriso”. Versi finiti sulle tracce per il tema d’italiano alla maturità.

Una svista trascurabile, se non fosse che ai maturandi è stato chiesto di individuare nella poesia “il ruolo salvifico della figura femminile”. E poi “Il ricordo della donna – si legge nella traccia – è condensato nel suo viso e nel sorriso nel quale si manifesta “libera, la sua anima”. E infine. “Nell’ultima strofa ricorrono espressioni relative “alla pensata effige della donna”. «Donna? Ma quale donna? Bastava semplicemente leggere le note della poesia per capire che i versi sono dedicati a un uomo» osserva Giovanni Pacchiano, curatore della rubrica “NarriItalia” del supplemento domenicale del «Sole 24 Ore», per anni professore di italiano e latino al Liceo Parini di Milano. Magari al Ministero non hanno un’edizione commentata di “Ossi di Seppia”, da cui la poesia di Montale è tratta, facciamo notare. «Anche in questo caso, sarebbe bastato leggere il quinto verso». “Codesto è il mio ricordo; non saprei dire, o lontano” scrive il poeta. «Quel “o lontano” è chiaramente un vocativo maschile – sottolinea l’ex professore – altro che ruolo salvifico della figura femminile!».

Ma non è finita qui, perché l’errore del Ministero è doppio. «Qualunque mediocre cultore di Montale sa che il tema della “figura salvifica della donna” compare molto dopo nella carriera del poeta. Precisamente nel “mottetti”, testi brevi di intonazione popolare, contenuti ne “le Occasioni”. La raccolta è uscita anni dopo “Ossi di Seppia” del 1925, in cui è contenuta “Ripenso al tuo sorriso”, la poesia che i maturandi dovevano commentare». Uno scivolone su tutti i fronti quindi. «Sì, perché se si assegna un tema, occorre che gli studenti abbiano informazioni esatte. Sarei proprio curioso di leggere uno di quei temi. Vorrei proprio scoprire dove l’hanno scovato “la pensata effige della donna” in quei versi dedicati a un uomo». Per la cronaca Baris Kniaseff è un coreografo, presumibilmente russo, di cui Montale parla anche in un suo articolo, uscito nel 1955 sul “Corriere dell’Informazione”, dal titolo “La fiera di Soročincy di Musorgskij e racconto d’inverno di Rossellini”. Baris Kniaseff, che il poeta conobbe anni prima, viene citato come coreografo de “La fiera di Soročincy”.


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