Giovane Italia e baby rosa, un mix vincente Valoti: «Palermo è un territorio molto fertile»

Baby boom rosanero. L’exploit dei ragazzi di Scurto, neopromossi in Primavera 1 e proiettati verso la gara di Supercoppa contro il Novara in programma il 16 maggio a Coverciano, è un’impresa da antologia. Da almanacco – ancora meglio – dando un valore anche simbolico alla presenza dei giovani e di tutto lo staff della formazione regina del settore giovanile questa mattina allo stadio Renzo Barbera in occasione della presentazione del progetto La Giovane Italia.

Un almanacco, appunto, ideato dal giornalista di Sky Sport, Paolo Ghisoni, e dall’ex difensore del Milan, Stefano Nava, e composto da schede tecniche dettagliate relative ai migliori talenti italiani del panorama calcistico maschile e femminile Under 19. In prima fila, presso la sala stampa dell’impianto di viale del Fante, i palermitani Accardi, Fiordilino e La Gumina. Tre prodotti della cantera del Palermo che, al di là della soddisfazione di indossare la maglia del club della propria città, hanno coronato il sogno di chi gioca a calcio nelle giovanili: quello di compiere il grande salto ed entrare a far parte della prima squadra.

«È bello condividere questo progetto – ha sottolineato il ds Aladino Valoti – a noi del Palermo fa solo piacere dare risalto ai giovani italiani e in particolare a quelli del nostro vivaio. Valorizzare i giovani fa parte della nostra missione. In un territorio, peraltro, che considero molto fertile. Bisogna proseguire nella formazione dei ragazzi e dei tecnici e pensiamo di essere sulla strada giusta. In Italia – ha aggiunto – si parla tanto ma molto spesso manca un progetto reale orientato alla valorizzazione dei giovani».

Il dirigente del club di viale del Fante, prendendo spunto dal recente successo della Primavera, promuove i ragazzi della formazione guidata da Scurto: «Ho avuto modo di conoscere ragazzi con una straordinaria formazione alle spalle. Profili che, a prescindere dal valore tecnico, sono moralmente a posto». Sulla stessa lunghezza d’onda viaggia il responsabile del settore giovanile, Sandro Porchia: «Alle spalle c’è una formazione e un lavoro incredibile. Vincere non è facile, farlo con i giovani mi ha dato sensazioni uniche. Credo che la formazione sia un aspetto fondamentale nella crescita di questi ragazzi perché – al di là della retorica – per diventare calciatori bisogna essere innanzitutto uomini».

È proprio questa la chiave custodita all’interno dell’almanacco presentato questa mattina allo stadio: «Si tratta di un progetto arrivato alla settima edizione e partito nel 2010 dopo il fallimento della Nazionale ai Mondiali in Sudafrica – ha spiegato l’ideatore del volume, Ghisoni – e siamo reduci da un altro flop, questa volta relativo ad una mancata qualificazione degli azzurri alla Coppa del Mondo. L’intento del libro non è quello di dire ‘ve l’avevamo detto’ ma di illustrare uno scenario e fornire determinati input segnalando un ritardo che, dal punto di vista del calcio giovanile, continua ad essere piuttosto preoccupante nel panorama nazionale».


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