Domani i cittadini che aderiscono a dodici sigle tra associazioni, coordinamenti e collettivi si sono dati appuntamento in piazza Verdi per «difendere i diritti conquistati dalle donne in anni di battaglie»
Giornata della donna, corteo cittadino «Ora recuperare valore dell’8 marzo»
Recuperare il valore della giornata dell’8 marzo. Questa mattina per le vie del centro città a Palermo sono stati affissi striscioni che invitano domani a partecipare a un corteo per «una giornata di lotta» alle 16.30 con concentramento a Piazza Verdi, che terminerà in piazza Pretoria. Un’iniziativa che mira a difendere i diritti conquistati dalle donne negli ultimi anni e a rimettere al centro la figura femminile come protagonista attiva della vita della società e non, riferiscono gli organizzatori «relegata al solito ruolo di moglie e madre perfetta, angelo del focolare».
«Tutto è partito da diverse assemblee cittadine alle quali hanno preso parte tante associazioni legate al territorio», spiega Maria Occhione del Collettivo Anillo de Fuego. Altre associazioni che aderiscono sono Coordinamento antiviolenza 21 luglio, Arcigay Palermo, UDI Palermo, Laboratorio Zen Insieme, Circolo Arci Nzocchè, Circolo UAAR di Palermo, Associazione LAB.ZEN 2 Onlus, UDU Palermo, Coordinamento Palermo Pride, Malaussène Circolo Arci, Pirati Pastafariani Palermitani.
«Da circa due anni a Palermo non ci sono state iniziative analoghe – spiega ancora Occhione – era ora che si facesse qualcosa in tal senso». Anche se «ci sono posizioni diverse tra i partecipanti abbiamo trovato un filo rosso comune che è quello di recuperare la memoria delle battaglie che nell’ultimo secolo hanno scritto la storia delle donne; una memoria a cui va affiancata la lotta quotidiana contro un sistema che, promuovendo maschilismo e omofobia, cerca di far leva sulle differenze non solo di classe ma anche di genere».
Un sistema che, secondo gli organizzatori, attacca ogni giorno i diritti conquistati dalle donne negli ultimi decenni. «Il sistema capitalista – si legge nella piattaforma che di chi aderisce al corteo – usa violenze di genere ogni giorno e con ogni mezzo. Di poche settimane fa è la propaganda pregna di omofobia del Family Day. O andando ancora indietro si arriva al capodanno tedesco e ai fatti di Colonia strumentalizzati dal mainstream in chiave razzista: violenze sessuali di massa su una decina di donne da parte di centinaia, a detta dei media, di arabi e di ubriachi. Ancora una volta è facile addossare all’immigrato il ruolo di violento».
Un filo rosso che arriva fino al ddl Cirinnà, considerato da chi aderisce all’iniziativa come «l’ennesima partita al ribasso – dicono gli organizzatori – che si gioca sulla nostra pelle: non ci rappresenta chi elemosina diritti e si accontenta delle briciole e per questo continueremo a pretendere tutto ciò che ci spetta a partire dalle piazze».