Giorgio Ciaccio (M5S): “Difendiamo l’incolumità del magistrato Nino Di Matteo”

“Egregio signor Sindaco Orlando, egregio signor Comandante del corpo della Polizia municipale di Palermo, Messina…”.

Si apre così la lettera che il deputato regionale del Movimento 5 Stelle ha inviato, appunto al Sindaco di Palermo e al Comandante dei Vigili urbani. Tema: la protezione del magistrato, Nino Di Matteo, pubblico ministero nel processo sulla trattativa tra Stato e mafia. Delle cui lacune vi abbiamo parlato qui. 

“Non vi scrivo in qualità di rappresentante delle istituzioni – si legge nella lettera di Ciaccio – ma come cittadino che da anni cerca di dare il proprio contributo per cambiare questa terra, spesso martoriata dall’egoismo, dall’indifferenza e dalla mafia, ma soprattutto dall’assenza delle istituzioni”.

“Le minacce al magistrato di Palermo Di Matteo – scrive il parlamentare di Sala d’Ercole dei grillini – e i buchi neri nella sua protezione sono qualcosa di disarmante e preoccupante, che non possiamo ignorare. Non possiamo cadere sempre nella solita indifferenza, nel solito silenzio che troppo spesso ha ucciso tanta gente, colpevole soltanto di fare il proprio lavoro. I fatti di oggi portano la mia mente a 21 anni fa, a quel tremendo 1992 palermitano. L’isolamento è la cosa peggiore che possa capitare ad un servitore dello Stato. Chi è lo Stato? Come cittadino mi sento di dover fare tutto quello che è nelle mie possibilità per proteggere chi, con coraggio, sta sostenendo il peso della ricerca della verità delle stragi del 1992-93 e di un pezzo importante di storia d’Italia”.

“Troppi silenzi – prosegue Ciaccio – troppa omertà, troppa indifferenza, forse perché qualcuno nelle istituzioni teme quello che potrebbe emergere, quello che sta venendo fuori. Ma non possiamo lasciare i magistrati soli in questo percorso, perché li trasformeremmo inevitabilmente in martiri. Dobbiamo dire basta, dobbiamo rompere questo silenzio assordante che copre tutto, anche le innumerevoli richieste d’aiuto che la nostra terra quotidianamente emette”.

“Detesto l’antimafia ‘parolaia’ – si legge sempre nella lettera – quella dei politici e delle istituzioni, presente solo durante le commemorazioni. E poi? Oggi tutta la cittadinanza chiede alle istituzioni di essere presenti, di non abbandonare chi quotidianamente cerca di affermare principi di verità e giustizia. Ognuno di voi, oggi, può dare un segnale serio e forte a tutto ciò. Avete la possibilità di far capire che le istituzioni ci sono e che non stanno ferme ad aspettare l’ennesima strage”.

“Basta poco per colmare le gravi mancanze di uno Stato assente – prosegue la lettera -. Basta poco… veramente poco! Vi chiedo a nome di tutta la collettività d’installare opportuni cartelli di zona rimozione (attualmente assente, così come non c’era in via D’Amelio, dove abitava la madre di Paolo Borsellino) nelle zone di frequentazione abituale del magistrato”.

“Chi non è colluso deve metterci la faccia e la voce – conclude Ciaccio – e far seguire atti coerenti all’interno delle istituzioni. Noi ci siamo, adesso tocca a voi”.

La protezione del pm Di Matteo fa acqua da tutte le parti

 

 


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