Gigi Riva: “La Sardegna sta morendo”

Distruzione dell’economia. Perdita di posti di lavoro. Fame e disperazione. Ecco cosa è il Governo del Professore Mario Monti. Una ‘perla’ di Governo appoggiato dal Pdl di Berlusconi a Angelino Alfano, dal Pd di Bersani e dall’Udc di Casini. Il peggiore Governo della storia della Repubblica italiana. Un Governo che sta facendo solo una cosa: macelleria sociale. Al Nord, al Centro e al Sud. Isole comprese. Sicilia e Sardegna. Sì, anche la Sardegna. E della Sardegna, della ‘sua’ Sardegna parla, in una bella intervista rilasciata a Il Fatto quotidiano, uno dei più grandi calciatori italiani di tutti i tempi: Gigi Riva. (sotto, Gigi Riva, foto tratta da metronews.it)

Gigi Riva – o “Rombo di tuono”, come amava chiamarlo il giornalista Gianni Brera – non è nato in Sardegna. Ma è diventato sardo per amore. Oggi, a 67 anni, questa terra bellissima Gigi Riva la conosce bene: “Sono in Sardegna da cinquant’anni – dice – e una situazione di questo genere non l’ho mai vissuta. Basta farsi un giro per strada a Cagliari per capire: vedi i negozi che non lavorano e nelle vetrine solo i cartelli affittasi. Qui vivono anche i miei due figli e tre nipoti e le dico che la situazione non ha vie d’uscita”.

Oggi, osservando la Sardegna, Gigi Riva è pessimista, molto pessimista. Dice: “Questa situazione non ha una via d’uscita: troppe famiglie sono senza lavoro, senza mangiare. Oggi se ne accorgono anche in regione e dicono di voler intervenire, ma la verità è che non hanno i mezzi. È una marea che monta: le fabbriche e i negozi che chiudono, è troppo tardi…”.

Troppa crisi. Troppa disattenzione da parte dello Stato. Oggi, racconta il grande calciatore, la crisi economica di quest’Isola è generalizzata. “Mica è solo il Sulcis che è in crisi – spiega Gigi Riva -. E l’Alcoa e la Vinyls a Porto Torres e i pastori e il commercio? É spaventoso. Chiudono e basta. E questa gente non ha più niente nonostante che, per anni e anni, pur di avere un posto e uno stipendio, se n’è andata a lavorare dentro queste fabbriche pericolose, velenose. Ecco cosa hanno fatto i sardi per poter lavorare”.

Sembra di sentire la storia di Melilli, Priolo e Augusta, dove la gente di ammala in silenzio a causa dei veleni della chimica ‘pesante’ e delle raffinerie che arricchiscono la Lombardia e inquinano e impoveriscono la Sicilia. O la storia dell’ex Italsider di Taranto, oggi Ilva, il ‘mostro’ chimico al quale solo la magistratura sta provando a togliere la ‘licenza di uccidere’. (sopra, foto tratta da forum.sky.it)

Si soffre a Taranto. Si soffre a Melilli, a Priolo e ad Augusta. E si soffre anche in Sardegna. In quella Sardegna dove non sono mancate le speculazioni. “É una cosa che nasce da lontano – racconta Gigi Riva parlando della ‘sua’ Isola – da quando c’era la cosiddetta ‘Rinascita della Sardegna’ (il Piano di rinascita è del 1962, ndr) e hanno regalato soldi a questo e quell’altro: gente che veniva qui portandosi dietro macchinari usati e facendoseli pagare per nuovi. E adesso si vedono i risultati”.

Inevitabile la domanda su futuro. Il campione non si tira indietro: “E’ una situazione delicata e pericolosa, perché c’è troppa disperazione e i sardi li vedo decisi. Poi non vengano a dire che sono un popolo di banditi, perché questa gente, ai tempi della rinascita, è stata presa per il culo mentre si regalavano miliardi a imprenditori del continente e stranieri”. (sopra, manifestazione per il Sulcis, foto tratta dalapresse.it) 

La politica non può fare nulla? “Ma che devono fare? – si chiede Gigi Riva -. Se almeno nel Paese ci fossero risorse… e invece c’è la crisi. Lo vede? Anche questo governo è già incasinato: i politici non possono nemmeno aspettare di vedere che risultati porta che già vogliono tornare al potere. Sono abituati a mangiar bene e non possono rinunciare nemmeno al dolce”.

Un passaggio dell’intervista riguarda anche la Regione Sardegna. “Cappellacci, il presidente – dice Riva – è una brava persona, io lo conosco, posso dire che è un mio amico, ma è stato messo lì. Come tutti i politici sardi, d’altronde, che sono solo impiegati di quelli del continente. Sono convinto che se potesse fare qualcosa, lo farebbe, ma non può, è troppo tardi”.

E’ pessimista, Gigi Riva. Nel futuro vede l’emigrazione. “Nelle scuole – aggiunge – bisognerà ricominciare a dire ai bambini che la Sardegna è collegata con tutta Europa e bisogna andare a prendere il lavoro dove c’è, in Portogallo, in Germania o in Lussemburgo. Succederà come quando, molti anni fa, andai con un mio amico a Seui, un paesino, e c’erano solo vecchi perché i giovani lavoravano fuori”. (a destra, foto tratta da leganavalesulcis.it)

E l’informazione del nostro Paese? Viene raccontata o no la verità sulla Sardegna di oggi? “I giornali benestanti – conclude Gigi Riva – mettono la notizia, dicono che c’è la crisi, ma non la spiegano, non la trattano. Non ne hanno bisogno”.

 


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