«Una donna fotografata di schiena con le mani incrociate che non solo rimanda a un significato sessista, ma trasmette anche l’immagine della donna schiava». È per questo che a Giarre, in provincia di Catania, è arrivata la richiesta formale di rimuovere un cartellone pubblicitario giudicato «offensivo e lesivo della dignità della donna». A chiedere la rimozione, con una lettera inviata al Comune, sono la Cgil di Catania insieme alle associazioni femminili Udi, La Ragna Tela, La Città felice e Fare Stormo-Il cerchio delle donne.
Il manifesto, che pubblicizza l’apertura di un sexy shop, è stato affisso nelle vicinanze di un rifornimento di benzina. «Un cartello pubblicitario – continuano le firmatarie Rosaria Leonardi, Giovanna Crivelli, Anna Di Salvo e Josè Calabrò nella lettera indirizzata al sindaco Leonardo Cantarella e all’assessore comunale alle Pari opportunità – proposto alla vista di quanti provengono dal casello autostradale per immettersi a Giarre e nei luoghi balneari della zona frequentata da tanti turisti, offensivo e lesivo della dignità della donna».
Al di là del tipo di attività commerciale che sponsorizza, «non crediamo che per pubblicizzare un negozio i cittadini o i turisti abbiano bisogno di messaggi di questo tipo, che invece contribuiscono a fornire e a nutrire una visione maschilista e utilitaristica del corpo delle donne. Una mentalità – aggiungono le firmatarie – che è ancora molto radicata e che noi, nel combatterla quotidianamente, vorremmo che le istituzioni facessero altrettanto, anche a partire dai messaggi nocivi che si nascondono dietro pubblicità di questo tipo».
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