Era previsto per oggi il via per il procedimento di secondo grado per le 39 morti causate dall'alluvione del 2009. La prima udienza però è stata rimandata a maggio. In primo grado sono stati condannati gli ex sindaci di Messina e Scaletta Zanclea, mentre sono stati assolti sette burocrati
Giampilieri, slitta inizio processo d’appello Alla sbarra ex sindaci e funzionari regionali
Tutto rinviato a maggio. Per l’inizio del processo d’appello per l’alluvione di Giampilieri bisognerà attendere. Il nubifragio, che colpì nel 2009 oltre Giampilieri anche Scaletta Zanclea e le frazioni Briga, Molino e Altolia, provocò la morte di 37 persone. Il procedimento di secondo grado vede imputati anche l’ex sindaco di Messina, Giuseppe Buzzanca, e quello di Scaletta, Mario Briguglio. I due in primo grado il 27 aprile 2016 sono stati condannati a sei anni ciascuno per omicidio colposo plurimo. Il rinvio dell’udienza è scattato perché è stata eccepita la complessità del processo.
Oltre ai due ex primi cittadini, il processo vede imputati sette tra funzionari, tecnici ed ex amministratori. Con la procura che ha presentato appello per l’assoluzione di Salvatore Cocina, ex dirigente della protezione civile regionale, mentre le parti civili si sono opposte alle assoluzioni di Alberto Pistorio, Giuseppe Rago, entrambi redattori del piano stralcio di bacino per l’assetto idrogeologico relativo all’area territoriale tra il torrente Fiumedinisi e Capo Peloro, i dirigenti della Regione Giovanni Arnone e Tiziana Flora Lucchesi, e Gaspare Sinatra, ex commissario straordinario del Comune di Messina.
L’alluvione di Giampilieri fu definita una tragedia annunciata. Prima del 2009 c’erano state infatti diverse avvisaglie, che però vennero ignorate. Quando la notte del 30 settembre cominciò a piovere nell’area a sud di Messina si consumò il dramma. Alcune delle case di via Puntale furono spazzate via. E con esse la gente che ci abitava dentro. La pioggia continuò a cadere fino al mattino dopo, creando un fiume di fango che causò frane e smottamenti.