Per Gela oggi è il giorno del dolore. Ieri pomeriggio la salma del piccolo Loris Rodoti è tornata a casa, nel quartiere Settefarine, accolta da un silenzio carico di dolore e domande ancora senza risposta. Solo poche settimane fa le stesse strade erano state teatro di una festa, organizzata dai residenti per celebrare la sua dimissione dall’ospedale dopo il grave incidente in bicicletta. Oggi, invece, il quartiere si è preparato a dirgli addio. Nel pomeriggio, nella chiesa di San Sebastiano, si sono tenuti i funerali del bambino, mentre l’intera città di Gela – nel Nisseno – osserverà il lutto cittadino, proclamato dal sindaco Terenziano Di Stefano. «La città si stringe nel dolore per la tragica scomparsa del piccolo Loris – dice il primo cittadino – Invitiamo tutta la comunità a partecipare con rispetto e raccoglimento al suo ultimo saluto». Le attività commerciali abbasseranno le serrande in segno di cordoglio. Ma al di là delle lacrime e della commozione, resta un’indagine che si allarga giorno dopo giorno. La procura di Gela e quella di Palermo lavorano su due fronti paralleli: da un lato l’incidente stradale che ha visto Loris investito da una Lancia Y, dall’altro l’eventualità di una responsabilità medica.
La procura di Palermo ha aperto un fascicolo su 17 tra medici e operatori sanitari che hanno avuto in cura il bambino nei tre ospedali dove è stato ricoverato: Gela, Catania e Palermo. L’ipotesi è di omicidio colposo e responsabilità colposa per morte o lesioni personali in ambito sanitario. Dopo il trasferimento in ospedale, le condizioni di Loris sembravano migliorare, tanto da permetterne la dimissione, poi il peggioramento improvviso e il decesso a Palermo. La pubblica ministera Giulia Beux ha incaricato un perito di ricostruire, attraverso l’autopsia, se ci sia stato un errore medico fatale o se la morte sia una conseguenza diretta del trauma subìto nell’incidente. La perizia sarà cruciale per fare luce sul caso.
Nel frattempo la procura di Gela prosegue con l’inchiesta sullo scontro avvenuto a Settefarine. Due persone sono attualmente indagate per omicidio stradale e lesioni: una ragazza di 29 anni e un uomo di 39: tutt’e due erano a bordo della vettura che ha investito il bambino. Chi indaga ha affidato a un tecnico l’incarico di ricostruire la dinamica dell’impatto, per capire se la velocità, la visibilità o eventuali manovre errate abbiano avuto un ruolo determinante nell’incidente. Loris Rodoti, in sella alla sua bicicletta, è stato travolto da quella Lancia Y in transito. Le indagini dovranno stabilire se ci siano state negligenze da parte dei conducenti e, soprattutto, se il suo destino fosse già segnato nel momento dell’incidente o se un intervento sanitario tempestivo avrebbe potuto salvarlo.
In attesa dei risultati dell’autopsia e delle perizie tecniche, resta solo il dolore di una famiglia che aveva sperato fino all’ultimo di poter riabbracciare il proprio bambino sano e salvo e che invece oggi gli ha dato l’ultimo saluto. «Oggi, Loris, dobbiamo chiederti scusa – ha detto durante i funerali il parroco don Daniele Centorbi – Non solo a te, ma a tanti bambini come te, se come adulti non siamo riusciti a consegnarti un mondo a misura di bambino, che rispetta le regole e che rispetta i più deboli e bisognosi». Alla fine della messa le maestre del piccolo Loris e le persone che frequentano la parrocchia nella quale andava il bambino hanno letto delle lettere. Alla fine della funzione la dirigente scolastica della scuola che il bambino frequentava ha letto la pagella di Loris e l’ha consegnata ai genitori: «Ammesso alla classe superiore – ha detto la dirigente – Questa classe la frequenterà in paradiso». Ai funerali hanno partecipato anche i bambini della scuola calcio dove Loris Rodoti si allenava. Fuori dalla chiesa hanno atteso la bara anche gli ultrà del Gela Calcio: fumogeni e uno striscione per rendere omaggio al bambino. Oggi la squadra di calcio maschile di Gela ha dedicato a lui la vittoria.
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