"pramac s. P. A. In liquidazione rende noto che, a seguito del deposito del decreto di omologazione del concordato preventivo di pramac, già comunicato al mercato lo scorso 25 giugno 2013, borsa italiana s. P. A. Ha comunicato in data odierna alla società il provvedimento con il quale, ricorrendo la circostanza prevista dall'art. 2. 5. 1 comma 5, lettera d) del regolamento dei mercati organizzati e gestiti da borsa italiana, ha disposto, a decorrere dalla seduta del 22 luglio 2012, la revoca dalla quotazione sul mercato telematico azionario delle azioni ordinarie pramac".
Gela, l’affaire della grande serra fotovoltaica: la Pramac sospesa dalla Borsa
“Pramac S.p.A. in liquidazione rende noto che, a seguito del deposito del decreto di omologazione del concordato preventivo di Pramac, già comunicato al mercato lo scorso 25 giugno 2013, Borsa Italiana S.p.A. ha comunicato in data odierna alla Società il provvedimento con il quale, ricorrendo la circostanza prevista dall’art. 2.5.1 comma 5, lettera d) del Regolamento dei Mercati organizzati e gestiti da Borsa Italiana, ha disposto, a decorrere dalla seduta del 22 luglio 2012, la revoca dalla quotazione sul Mercato Telematico Azionario delle azioni ordinarie Pramac”.
Perché mai ci dovrebbe interessare il delisting di una società dalla Borsa italiana? A meno che non siamo tra gli azionisti, praticamente, non ci sarebbe nessuna ragione. Eppure, a ben guardare, una ragione c’è. E ci porta fino a Gela, Comune della provincia di Caltanissetta, noto per la devastazione ambientale portata in dono dalle grosse industrie italiane del petrolchimico, e da un po’, anche per essere la Città natale dell’attuale Presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta.
A Gela, infatti, la Pramac ha ‘business’ importanti in corso. Parliamo del progetto del più grande Polo dell’Agri-fotovoltaico d’Europa, finanziato dal Cipe e da privati, e sponsorizzato (via autorizzazioni) anche dall’attuale Governo siciliano. Progetto che, come vi abbiamo raccontato nel dettaglio qui, ha suscitato, non pochi dubbi: sia per il profilo dei personaggi siciliani coinvolti, sia per i procedimenti amministrativi, sia per la presenza, durante la cerimonia della posa della prima pietra, del Presidente Crocetta, di un suo assessore, Mariella Lo Bello, e del suo fido Senatore, Beppe Lumia.
Gli interrogativi, a quanto pare, non riguardano solo la parte siciliana coinvolta in questa storia. C’è anche la parte ‘straniera’ che merita di essere conosciuta. Chi c’è dietro la Pramac S.pa.? Si tratta di un gruppo, cui fanno capo una trentina di società operanti nel campo delle energie, che è controllato al 50% dai russi della multinazionale Renova. Proprio la Pramac, attraverso la controllata Promac Swiss, dovrebbe fornire, secondo un accordo siglato nel 20011, i pannelli fotovoltaici per la mega serra fotovoltaica di Gela (230 ettari su terreni, a quanto pare, da espropriare). Un affare da 100 milioni di euro. Cose grosse.
Peccato che la Pramac Swiss SA, filiale locarnese, è ufficialmente in liquidazione dal 27 Luglio del 2012. E che la capogruppo italiana -la Promac S.p. a.- non stia molto meglio, come si legge sulle relazioni finanziarie e come si evince dal suo delisting in Borsa.
Quando parliamo di Promac, parliamo dunque del gruppo Renova, che fa capo all’oligarca russo Viktior Vekselberg. E che controlla a sua volta la Avelar Energy. Qualcuno si ricorderà di questi nomi, poiché una inchiesta della Procura di Firenze aveva acceso i fari su queste società. I pm fioerentini, infatti, indagano per corruzione, l’ex Senatore Marcello Dell’Utri, insieme con Marino Massimo De Caro (ex direttore della biblioteca storica di Napoli dei Girolamini, arrestato per peculato). Secondo l’accusa, quest’ultimo avrebbe versato su un conto dell’ex senatore circa 400 mila euro provenienti da un conto cipriota del gruppo Avelar.
Per i pm, Giuseppina Mione e Luca Turco e i carabinieri del Ros, quei 400 mila euro provenienti da un conto cipriota sono una tangente: e precisamente il compenso da parte della Avelar Energia per i servigi resi dal senatore Dell’Utri nel favorire il progetto per realizzare a Gela un mega impianto agro-fotovoltaico. Per tale ragione Dell’Utri e De Caro, che dal 2007 al 2010 è stato vicepresidente della Avelar, sono indagati per corruzione.
Altra curiosità, nel bord dell’Avelar c’è c’ è anche l’ italiano Roberto De Santis, consulente d’ affari noto per la sua amicizia con Massimo D’Alema.
Insomma, in Sicilia, e segnatamente, a Gela, a quanto pare, si accumulano ombre su ombre. E tanti interrogativi: perché la scelta è ricaduta su questo gruppo? Si è mai pensato alla 3Sun dell’Etna Valley? Non sarebbe stato più logico scegliere una società che ha sede in Sicilia per la fornitura di pannelli fotovoltaici?
L’unica cosa certa è che tutto questo affare diventa ogni giorno meno ‘solare’ del previsto.
Crocetta, Lumia e quelle ombre sulla grande serra fotovoltaica di Gela
http://espresso.repubblica.it/dettaglio/nuova-inchiesta-su-dellutri/2186911