Inizia oggi l'evento promosso dall'azienda statunitense. Si tratta di un network globale che in città arriva con la sua seconda edizione, tra workshop, dibattiti e incontri. «L'obiettivo della tecnologia è creare strumenti in grado di semplificare la vita», spiega Fabio Arceri del Google developer groupCatania
Gdg DevFest Mediterranean, in città 600 sviluppatori Evento Google che coinvolge designer e imprenditori
«L’obiettivo della tecnologia è creare strumenti in grado di semplificare, velocizzare e automatizzare certi processi, soprattutto quelli legati alla vita di tutti i giorni». Ne è convinto Fabio Arceri, manager, insieme a Federica Greco, di Google developer group Catania,(Gdg), che con i gruppi di Sicilia e Calabria sta organizzando nella città etnea l’annuale appuntamento noto come Gdg DevFest Mediterranean, che si terrà il 5 e il 6 novembre al Four point Sheraton Catania.
L’obiettivo della tecnologia è creare strumenti in grado di semplificare la vita
«Dalle applicazioni sanitarie altamente specializzate fino a semplici app per gestire la lista della spesa – dice Arceri -, la tecnologia ci viene giornalmente in soccorso, aiutandoci nelle scelte e nelle nostre attività». Ed è anche per questo motivo, probabilmente, che le community di casa Google – nate per rendere costanti le relazioni tra gli sviluppatori di tutto il mondo – ogni anno le dedicano una stagione di eventi. Conferenze che si svolgono in tutto il mondo per permettere a sviluppatori, designer, imprenditori, studenti e appassionati di tecnologie digitali di incontrarsi, confrontarsi e condividere le tecnologie made in Google. Un vero e proprio network globale fatto di più di 600 gruppi in tutto il mondo – 23 in Italia e 4 in Sicilia – di cui fa parte anche Catania, dove la Dev Fest è alla seconda edizione. L’iniziativa non è solo un’occasione di confronto tra gli esperti del settore e una piattaforma dove potersi mettere alla prova con competizioni pratiche, ma anche «un momento per guardare all’anno appena trascorso e ai progetti realizzati insieme grazie all’utilizzo delle tecnologie e dei programmi educativi», come spiegano gli organizzatori.
E tra i risultati più importanti i Google developers catanesi ricordano il premio di 15mila dollari da destinare a un progetto di computational thinking, ovvero diffusione del pensiero computazionale negli istituti scolastici non tecnici. Un premio ottenuto grazie al bando Google for Education, in collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria elettrica, elettronica e informatica dell’Università di Catania, le associazioni culturali Palestra per la Mente e Youth Hub Catania, il gruppo CoderDojo etneo e alcuni istituti scolastici tra cui il Fermi-Guttuso di Giarre e il Vaccarini di Catania. «Grazie a questa prova di capacità del Gdg Catania – racconta Arceri – abbiamo potuto avviare un progetto rimasto sulla carta per un anno, quello dei Gdg Garages, pensati per dare continuità e autonomia alla vita di community attraverso lo studio e l’approfondimento di tecnologie di sviluppo e design e la realizzazione di progetti a supporto del nostro territorio».
Come quello del rilancio del Bastione degli infetti, al quale il Gdg Catania ha contribuito creando il sito internet dedicato a quel luogo, realizzato dallo studente del Vaccarini Gabriele Messina, che a soli 17 anni rappresenta «una vera e propria promessa digitale». Fondamentale anche il contributo di Federica Greco, responsabile locale del programma Google Women Techmakers, volto a sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi del gender gap e dell’inclusione femminile nel mondo della tecnologia, per creare consapevolezza sulle problematiche associate a questo fenomeno.
Anche gli altri gruppi siciliani si muovono bene e stanno svolgendo «un egregio lavoro di contaminazione all’interno delle loro realtà». Quello di Gela, per esempio, è l’unico ad aver fondato un incubatore di idee imprenditoriali, quello dei Nebrodi è il primo ad aver portato la DevFest in Sicilia, mentre quello di Palermo può essere considerato «come un pezzo fondante dell’ecosistema tech e startup palermitano e per la Sicilia occidentale».