Politica

Il G7 fa diventare «Siracusa provincia di Ortigia». Dalla denuncia per lo spot alle proteste dei residenti

Dal 26 al 28 settembre si terrà a Siracusa il G7 Agricoltura e Pesca. Per il ministro Francesco Lollobrigida sarà «un’occasione per mostrare al mondo l’eccellenza e la validità del nostro modello agroalimentare», per il presidente della Regione Renato Schifani sarà «un momento per promuovere la Sicilia non solo come destinazione turistica ma come leader nell’agricoltura e pesca sostenibili», per il sindaco Francesco Italia è già «un riconoscimento alla bellezza di Siracusa, al suo essere riuscita a diventare attrattore culturale e turistico». Un summit che riunirà i rappresentanti dei governi cosiddetti «più grandi del mondo» – Stati Uniti, Canada, Giappone, Francia, Germania e Regno Unito – e di nove Paesi africani. Un evento che è diventato un caso già dal momento del lancio: con la sola isola di Ortigia indicata quale location ufficiale come se non fosse parte della città di Siracusa, il video promozionale pubblicato e poi ritirato dopo la denuncia del videomaker che lo ha realizzato e gli annunci di manifestazioni di contestazione politica all’appuntamento del Gruppo dei sette e di proteste di gruppi di residenti della parte più antica della città.

Una contraddizione da contestare

«Convocare un vertice a Siracusa rappresenta una grande contraddizione». Ne sono convinti gli attivisti che si sono riuniti sotto il Coordinamento contro il G7. «La provincia siracusana è il simbolo della distruzione ambientale e umana, causata da uno sfruttamento estremo del territorio in nome di uno sviluppo a tutti i costi». E che, in effetti, per il territorio aretuseo di costi ne ha avuti. «Non crediamo alla retorica dei G7 e alle loro false promesse: i sette potenti dicono che vogliono implementare un modello di agricoltura e di pesca sostenibile. In realtà – aggiungono dal Coordinamento – non hanno risposte alla catastrofe ecologica». Basti pensare tanto alle alluvioni quanto alla siccità che stanno devastando l’agricoltura sull’Isola. Inoltre, come sottolineano gli attivisti che si stanno organizzando per contestare il G7, «il modello della piccola pesca costiera sta sparendo. Chi pescava sotto costa, adesso arranca con l’aumento del prezzo della nafta ed è messo all’angolo dalle grandi multinazionali della pesca o è trasformato in una comparsa della pantomima del turismo».

Siracusa provincia di Ortigia

«Dal 21 al 29 settembre a Ortigia, in occasione del G7, si terrà Expo Agricoltura». È il testo dell’audio del video della campagna di comunicazione istituzionale realizzata, per l’occasione, dal ministero dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. Nello spot ufficiale, che inizia con un seme che cade sulla pavimentazione di piazza Duomo, la parola «Siracusa» non viene mai pronunciata. E anche nel testo, per intero, non compare mai. C’è solo la sigla «SR» racchiusa tra due parentesi tonde. Un’assenza che è presente anche altrove. «Abbiamo scelto Ortigia per rappresentare al meglio il Sistema Italia – si legge in una nota del ministro Lollobrigida – Da Ortigia, cuore della Sicilia, puntiamo a rilanciare il futuro dell’agricoltura globale». E anche il presidente della Regione ha scritto in un comunicato ufficiale di essere «convinto che il G7 a Ortigia sarà un momento cruciale per promuovere la Sicilia». E perfino il concerto che Noemi farà al Teatro greco viene annunciato come «la tappa a Ortigia», nonostante il parco archeologico della Neapolis sia in un altro quartiere di Siracusa che dall’isola dista più di tre chilometri. Insomma, che l’evento espositivo Divinazione Expo 24 si terrà a Siracusa è stato chiarito solo due giorni fa dal ministero in una locandina. «Avere scelto di pubblicizzare Ortigia come se fosse una città diversa da Siracusa – sostiene Salvo Sorbello, presidente dell’Osservatorio civico di Siracusa – è stata una grave pecca. Stento a credere che sia stata una gaffe involontaria. È un errore spingere solo Ortigia – aggiunge più in generale Sorbello, che è stato consigliere comunale e che di Ortigia, oltre che residente, è stato anche presidente del Consiglio di quartiere – Siracusa cresce soltanto se tutti i quartieri ricevono la stessa attenzione».

Residenti resistenti

Negli anni, invece, le attenzioni si sono concentrate su Ortigia, il quartiere nel cuore del centro storico di Siracusa che è diventato anche il più turistico e si è spopolato. Nei giorni scorsi, ad annunciare una protesta in concomitanza con Il G7 ci hanno pensato anche i residenti riuniti nel comitato Ortigia resistente. Una delegazione del comitato ha già incontrato il sindaco, la giunta comunale, la prefetta, il soprintendente dei Beni culturali e ambientali, il questore e il comandante dei vigili urbani. «Abbiamo presentato un dossier dettagliato sulla situazione del centro storico di Siracusa – ha riferito Davide Biondini, il presidente del comitato che conta già oltre 400 membri – evidenziando l’abusivismo, la criminalità, l’inquinamento acustico, lo smog, la mancanza di parcheggi. Tutti problemi che fanno abbassare la qualità della vita per molte famiglie». Ed è per questo che il comitato dei residenti di Ortigia che provano a resistere ha annunciato una manifestazione durante i giorni dell’evento. Ma sono già stati invitati a rinviare ogni protesta a dopo il G7. «Sarebbe auspicabile – ha dichiarato l’assessore alla Cultura Fabio Granata – non proiettare sull’evento dinamiche legate a fatti locali e parziali, dando invece una idea di coesione sociale e culturale. Mettiamo da parte polemiche e discussioni. Lo si farà dopo – ha aggiunto – ma senza che qualcuno pensi di “utilizzare” Expo o il G7 per trovare audience su temi locali e cittadini».

Il video riciclato

A fare audience, invece, è già stato il caso del primo video di lancio del G7. Pubblicato sul portale del ministero, sui canali di Palazzo Chigi, su vari siti istituzionali e mandato in onda in Rai, lo spot è stato presto rimosso. La motivazione ufficiale è stata che le immagini fossero «non adeguate per sponsorizzare». In realtà, dietro c’è una denuncia. A presentarla contro il ministero è stato proprio chi quel video lo ha realizzato, ma oltre due anni fa e per un altro motivo: il videomaker siracusano Gabriele Vinci che lo aveva confezionato per la candidatura di Siracusa a Capitale italiana della Cultura, nel marzo del 2022. A fornire le immagini al ministero è stato lo staff del sindaco Italia che, convinto di agire «in buonafede», ha rilasciato una liberatoria a titolo gratuito per il prodotto audiovisivo. Dei sessanta secondi totali ne sono stati utilizzati soltanto diciotto. Un riciclo non proprio sostenibile per il videomaker che, tramite il suo avvocato, ha presentato una diffida per violazione del diritto d’autore – con tanto di richiesta di risarcimento danni – al ministero che, però, ha rimbalzato la questione all’amministrazione comunale.

Marta Silvestre

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