La squadra mobile di Catania ha scoperto un'organizzazione a delinquere formata da dieci uomini. Le vetture venivano ordinate nella città dei templi, con tanto di modello, colore e anno di immatricolazione. Quindi venivano rubate nel capoluogo etneo, con tecniche all'avanguardia in grado di neutralizzare i sistemi di geolocalizzazione. Le automobili, sottoposte a leggere modifiche, erano quindi rivendute a quattromila euro. Guarda le foto
Furti, Catania era l’autosalone dove rifornirsi Richieste da Agrigento, Panda e 500 al top
Catania era «l’autosalone» al quale rifornirsi per poi rivendere le macchine rubate ad Agrigento e provincia. Furti commissionati, con tanto di modello, colore e anno di immatricolazione. Una lista che vedeva in cima alle richieste le Fiat 500 e le Fiat Panda. La squadra mobile etnea ha scoperto una vera e propria organizzazione a delinquere, composta da dieci uomini, quasi tutti catanesi, colpiti all’alba di oggi da misure cautelari. I capi del gruppo, Orazio Puglisi, 49 anni, e Agatino Zammataro, 35 anni, sono stati trasferiti in carcere; altri tre sono stati costretti agli arresti domiciliari, tra questi c’è Salvatore Nicotra, il terminale agrigentino che si occupava di rivendere le auto, appositamente modificate per nasconderne la provenienza, quattromila euro il valore di ognuna.
Le indagini della polizia, su delega della Procura di Catania, hanno fatto luce sugli ultimi sei mesi di attività dell’organizzazione criminale. «Abbiamo individuato una decina di casi e siamo riusciti a sventare un furto», sottolinea Antonio Salvago, dirigente della squadra mobile. Ma resta imprecisato il numero di furti commessi. La dinamica era sempre la stessa: le richieste arrivavano da Nicotra e Maurizio La Marca, meccanico di 30 anni, per il quale è scattato l’obbligo di dimora nel Comune di residenza. Era quest’ultimo che interveniva sulle auto per le opportune modifiche. «Riteniamo che dietro Nicotra ci fosse qualcun altro che commissionasse le auto, ma non siamo riusciti ad individuarlo», aggiunge Salvago. Diversi erano i canali di vendita. Gli altri affiliati operavano su Catania per compiere i furti. Una struttura ormai specializzata che riusciva, tramite apposite centraline, anche a neutralizzare i sistemi di geolocalizzazione satellitari. Sul podio dei modelli più richiesti, insieme alle Fiat 500 e Panda, figurava anche la Golf Wolkswagen.
Ai domiciliari sono finiti Domenico Parisi, 33 anni, e Luigi Tornambè, 31 anni. L’obbligo di dimora è scattato per Andrea Biffi, 24 anni, in passato sottoposto ad arresti domiciliari, Massimiliano Consoli, 35 anni, con precedenti penali, Giuseppe Dainotti, 20 anni, e Innocenzo Iacona, 48 anni.
«E’ una buona notizia per Catania, all’apice delle classifiche nazionali per furti d’auto, soprattutto in rapporto al numero di abitanti», ha ricordato il dirigente della mobile che ha voluto lanciare un messaggio ai cittadini: «Denunciate e collaborate con la polizia, rifiutatevi di sottostare ai cosiddetti cavalli di ritorno».