Funzionario “infedele”, ma a chi?

Era stato un licenziamento immediato, forse senza precedenti, quello dell’ingegnere Maurizio Consoli, direttore dei servizi informatici del Comune di Catania, congedato l’ottobre scorso. L’accusa che gli era stata rivolta era quella di aver “procurato grave discredito all’Amministrazione di appartenenza”. Un licenziamento, il suo, che secondo alcuni potrebbe avere altre motivazioni: l’ingegnere – ha denunciato a dicembre il free press “Sud” – avrebbe scoperto delle irregolarità nel bando per l’appalto dell’informatizzazione comunale, che ha poi segnalato. E proprio per questo motivo sarebbe stato allontanato dapprima dai servizi informatici, e poi licenziato. «L’intenzione è chiara, ovvero quella di mettere ai servizi informatici qualche persona di fiducia per spostare il bilancio come meglio si ritiene», afferma il legale di Consoli, Mario Giarrusso. E adesso Consoli − rappresentato dagli avvocati Andrea Scuderi e Mario Giarrusso − ha presentato ricorso per chiedere l’immediata reintegrazione nell’incarico di dirigente che aveva fin ora svolto. I fatti per cui è accusato, si contesta nel ricorso, sono insussistenti e non giustificano l’applicazione della massima sanzione disciplinare, ovvero il licenziamento in tronco. L’udienza è stata fissata per il 18 di febbraio.
 
Tutto ha inizio due anni fa, nel 2008, quando vennero evidenziate le carenze del Sistema Informativo del Comune di Catania, dispersivo per la mancanza di scambio di informazioni tra i vari settori amministrativi del Comune. Viene espressa l’esigenza di un progetto di rilancio dell’informatizzazione, di cui l’ingegnere Consoli è nominato referente principale. L’ingegnere procede all’elaborazione del progetto, ma al momento della consegna alla Regione rileva la presenza di incongruenze tra il nuovo assetto del Comune e il progetto sottoposto a finanziamento. Tali anomalie sono segnalate all’Amministrazione, dalla quale Consoli non riceve nessuna risposta, se non il “via libera” della Ragioneria per un’eventuale segnalazione alla Regione. Così fa: congiuntamente al progetto invia alla Regione un report sullo stato di avanzamento dei lavori in cui evidenzia le irregolarità. Questo il motivo, apparente, dell’accusa di “tradimento”. In seguito arrivano le prime contestazioni di addebito disciplinare e il licenziamento.
 
Stando a quanto emerge dai documenti, si accusa Consoli di aver inserito nel progetto, di sua spontanea volontà e in modo occulto, l’innalzamento dei servizi informatici a Direzione, per una questione di prestigio personale. Eppure la lettera di trasmissione del progetto reca la firma del sindaco che, in seguito, affermerà di “aver firmato in fiducia un malloppo di centinaia di pagine”. Inoltre, − sostiene Maurizio Consoli − tale riorganizzazione sarebbe stata prevista e discussa in più occasioni con il direttore generale Maurizio Lanza, la società regionale Sicilia e Servizi e altri dirigenti del Comune. Nella documentazione presentata dall’ingegnere in sua difesa, emerge anche un verbale di commissione consiliare risalente al 2008, in cui il direttore generale Lanza afferma: “Una delle priorità di quest’Amministrazione è quella di voler dotare il comune di una rete informatica capillare e completa, riattivando la Direzione che sarà sotto le dipendenze del Direttore Generale”.
 
Abbiamo chiesto una spiegazione al direttore del personale, Valerio Ferlito − anche lui tra i destinatari a cui Consoli dichiara di aver inviato la bozza del progetto, ma che afferma di non averne saputo nulla fino al momento della segnalazione alla Regione – che ci ha risposto: «I verbali di commissione sono parole. Consoli attribuisce all’amministrazione cose fatte da lui».
 
L’avvocato di Consoli, però, la pensa diversamente: «La riorganizzazione avrebbe dovuto prevedere la direzione informatica. Ma, siccome c’erano stati dei rilievi che Consoli aveva fatto, riguardanti tre bandi di gara d’appalto per quasi 4 milioni di euro, ciò ha comportato un cambiamento di atteggiamento nei confronti dell’ingegnere. Invece di approvare il progetto e premiare i servizi informatici, questi sono declassati e messi sotto la direzione di una persona di fiducia. Tant’è che hanno dovuto prendere un consulente informatico».
 
Sul fronte opposto, il dott. Ferlito, al quale abbiamo chiesto di replicare, preferisce non entrare nel merito: «Non abbiamo interesse a stabilire un contraddittorio dove il giudice è la pubblica opinione». Le motivazioni del licenziamento? «Sono scritte nell’atto», risponde Ferlito: “mancanza di requisiti comportamentali essenziali”, “slealtà e scorrettezza”. Un atto che Giarrusso commenta così: «Consoli viene licenziato per “mancanza d’onore”, se ci atteniamo all’articolo cui si fa riferimento nell’atto di licenziamento. Ma l’onore non c’entra niente con le questioni amministrative. Nella fattispecie, quest’articolo era usato per i reati di tipo sessuale inerenti alla moralità di pubblici dipendenti. L’articolo è stato usato con il solo obiettivo di denigrare l’ingegnere Consoli, ma non si regge in piedi».
 
«Il dovere di lealtà non è legato alla cricca che è momentaneamente al potere – aggiunge Giarrusso – ma allo Stato e alle sue regole. Non c’è una fedeltà personale sulla base della quale si possono calpestare le leggi. La fedeltà è legata al fatto che i pubblici dipendenti, secondo la Costituzione, devono essere al servizio dei cittadini».


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Si discuterà oggi il ricorso dell’ingegnere Maurizio Consoli, direttore dei servizi informatici del Comune di Catania, che nei mesi scorsi era stato licenziato dall’Amministrazione con una motivazione d’altri tempi: “mancanza d’onore”. In realtà, secondo i suo legali, il funzionario sarebbe stato cacciato per aver fatto il suo dovere, denunciando, con un atto di disubbidienza, alcune irregolarità

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