Foto di Gabriele Ruggieri

«Totò Schillaci è il volto bello di Palermo e della Sicilia». Cattedrale gremita per i funerali del bomber di Italia ’90

«Un eroe del pallone, della vita e dal riscatto». Questo uno dei passaggi più toccanti dell’omelia di monsignor Filippo Sarullo durante il funerale dell’ex calciatore Totò Schillaci, morto due giorni fa all’età di 59 anni dopo una lunga malattia. Le esequie sono state celebrate, a partire dalle 11.30, nella cattedrale di Palermo. In chiesa hanno preso parte alla funzione mille persone, suddivise tra 800 posti a sedere e 200 in piedi nei transetti. La maggior parte dei partecipanti è rimasta all’esterno. Presenti anche il sindaco di Palermo Roberto Lagalla e il presidente del Palermo Dario Mirri, il presidente della Figc Gabriele Gravina e l’ex presidente Antonio Matarrese. mentre tra i calciatori rosanero Francesco Di Mariano, nipote di Schillaci, Matteo Brunori e Jacopo Segre insieme al direttore sportivo Morgan De Sanctis e a una rappresentanza delle giovanili. In prima fila anche Beppe Bergomi, bandiera dell’Inter e compagno di Schillaci ai mondiali del 1990, come anche Luigi De Agostini, che con Schillaci ha condiviso anche l’esperienza alla Juventus e lo storico capitano della Roma, Giuseppe Giannini.

Prima di raggiungere la cattedrale, la salma di Totò Schillaci ha attraversato le strade del Cep, il quartiere d’origine, dove vive ancora Mimmo, il padre dell’attaccante. Al passaggio dell’eroe di Italia ’90, molti hanno pianto, intonato cori da stadio e Notti magiche, di Gianna Nannini ed Edoardo Bennato, la storica colonna sonora dei mondiali italiani. «Ciao Totò, figlio di Palermo», hanno scritto in uno striscione i tifosi della Curva nord del Palermo. Sulla bara le maglie del Palermo, del Messina e la numero 19 dell’Italia. Oltre ad alcune sciarpe e a un gagliardetto dell’Inter, presente al funerale con una propria delegazione.

«I familiari devono ricordarlo per tutte le volte che Totò è stato luce – continua nella sua omelia monsignor Sarullo – nei valori della lealtà e dell’umiltà. Luce che ha trasmesso anche con i suoi occhi. In tanti sono qui per quello che ha fatto come calciatore. Un fuoriclasse della storia umana e calcistica che da Palermo si è distinto a livello mondiale. Totò ha realizzato una favola rimanendo sempre umile e gentile, senza rimanere a guardare ma guadagnandosi tutto con sacrifico, impegno e dedizione; come fanno i grandi eroi. Un eroe del pallone, della vita e dal riscatto. Partito dal basso – prosegue – e da un quartiere dove devi scegliere tra la via dei soldi facili e quella del lavoro e dell’onesta. L’immagine della Sicilia e di Palermo è questa: quella di chi vuole riscattarsi con sacrificio per cambiare un destino che per molti sembra già segnato. Era pronto a tutto e, con lucida follia, Totò non si è arreso. Schillaci è il volto bello di Palermo, un figlio che non ha mai tradito le sue origini senza mai vergognarsi, costruendosi una corazza forte e invincibile».

Durante l’omelia, Schillaci è stato ricordato anche per la sua attività nel mondo del calcio giovanile dopo il ritiro da quello giocato. «Con la sua scuola calcio ha continuato a educare attraverso lo sport – continua Sarullo durante l’omelia – La vera forza non è sentirsi invincibili, ma rialzarsi. Totò hai vinto nel campo dell’eternità. La morte è solo il fischio finale della vita perché si è realizzato il passaggio più bello, ossia quello con la vita eterna. Ti sei ritrovato davanti a una porta senza pali o traverse. Il Padre ti ha convocato per la partita del cuore e sei entrato nella squadra più bella che è quella del paradiso». Al termine dell’omelia, i partecipanti hanno tributato un lungo applauso al bomber di Italia ’90. A prendere la parola anche l’arcivescovo Corrado Lorefice: «Schillaci è rimasto uno di noi, semplice e umile. Voglio ringraziarlo per la sua grande opera con i giovani, in mezzo a loro nella strada affinché potessero conoscere la via del bene e della libertà. Come don Pino Puglisi, che è sepolto qui, Totò ci dice che questa città la possiamo e la dobbiamo cambiare». Al termine della celebrazione il feretro si è fermato davanti a un gruppo di tifosi della curva Nord del Palermo, che hanno dedicato a Schillaci alcuni cori. In quel momento ha accusato un malore la sorella dell’ex bomber.


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