La città di Capaci si è stretta nel dolore per la morte di Simona Cinà, la giovane pallavolista trovata senza vita nella piscina di una villa a Bagheria nella notte tra l’1 e il 2 agosto. I funerali, celebrati nella chiesa Madre del paese, hanno visto la partecipazione di circa un migliaio di persone – […]
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A Capaci il funerale di Simona Cinà: lutto cittadino e indagini su quanto avvenuto in piscina
La città di Capaci si è stretta nel dolore per la morte di Simona Cinà, la giovane pallavolista trovata senza vita nella piscina di una villa a Bagheria nella notte tra l’1 e il 2 agosto. I funerali, celebrati nella chiesa Madre del paese, hanno visto la partecipazione di circa un migliaio di persone – parenti, amici, compagni di squadra e concittadini – in un momento di commozione collettiva. Ieri è stata eseguita l’autopsia, che ha confermato il decesso per annegamento. La ragazza, nuotatrice esperta, si trovava in una piscina di sei metri per quattro, profonda meno di due metri nel punto più alto. Secondo la ricostruzione, tra le 3:30 e le 3:50 di sabato 2 agosto avrebbe perso i sensi entrando in acqua, per poi finire sott’acqua con il volto rivolto verso l’alto, fino a quando non è stata riportata a galla.
Non sono emerse patologie cardiache silenti che possano giustificare il malore. Un’ulteriore ipotesi, legata a un lieve segno traumatico sotto la nuca, è che Simona possa essere scivolata e avere battuto la testa, ma i medici hanno escluso la rilevanza di questo elemento. I familiari, assistiti dall’avvocato Gabriele Giambrone, hanno chiesto di estendere gli esami tossicologici anche alle sostanze sintetiche, non escludendo che la giovane possa essere stata drogata a sua insaputa. I risultati sono attesi entro fine mese.
«Ai piedi della croce anche Maria ha vissuto il dolore della morte del figlio. Ma cari mamma e papà, fratello e sorella di Simona, il vostro dolore è grandissimo perché non avete una ragione di quello che è successo» – ha detto don Giuseppe Salamone durante l’omelia – E poi è innaturale che i genitori piangano la morte dei propri figli». Il sacerdote ha poi aggiunto: «È difficile trovare conforto. Il tempo aiuta a lenire il dolore, ma resta la necessità di capire cosa sia accaduto a Simona in quei cinquanta minuti. Vogliamo saperlo». Dopo la benedizione della salma, con il rito dell’aspersione e l’incensazione, la bara bianca è uscita dalla chiesa, accompagnata dall’abbraccio dell’intera comunità di Capaci, dove è stato proclamato il lutto cittadino. I compagni di squadra indossavano magliette bianche, tra cui quella con il numero 24 e il nome Cinà, in ricordo della giovane atleta.