Funerale di Pippo Baudo: in centinaia a Militello in Val di Catania, tantissimi i volti noti

Si è stretto attorno al feretro di Pippo Baudo, l’intero paese di Militello in Val di Catania che fuori dalla chiesa di Santa Maria della Stella ha abbracciato simbolicamente, per l’ultima volta, il proprio cittadino illustre e tanto amato. «Scegliendo di celebrale il funerale qui ci ha fatto l’ultimo regalo» dicono i cittadini al termine della cerimonia funebre. Presenti i familiari, istituzioni, rappresentanti delle forze dell’ordine e volti noti arrivati da tutta Italia: Al Bano, Gigi D’Alessio, Lorella Cuccarini e Michele Guardì. Presenti anche il presidente del Senato, Ignazio La Russa, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, il governatore siciliano Renato Schifani e il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno. Non c’è l’ex moglie Katia Ricciarelli ferma a Roma a causa di un infortunio, ma è andata a salutarlo con una rossa rossa alla camera ardente, allestita al Teatro delle Vittorie. La figlia di Pippo Baudo, Tiziana, ha sempre seguito la salma, il figlio Alessandro è arrivato dall’Australia direttamente a Militello in Val di Catania.

«L’atmosfera che si respira è di partecipazione e di affetto: siamo nella sua terra natale ed è stato commovente il benvenuto degli abitanti di questa cittadina quando Pippo ha fatto il suo ingresso. Una accoglienza commovente di questa gente, che ha visto in lui un modello e un punto di riferimento». Lo ha detto padre Giulio Albanese, padre spirituale di Pippo Baudo, nel corso dei funerali. «Baudo, con la sua condotta, in più circostanze ha dimostrato di affermare il bene, la gratuità e il dono di se stesso, soprattutto nei confronti dei poveri – ha aggiunto -. Militello si stringe attorno a lui e ai suoi familiari. Oggi soffriamo per la sua perdita ma insieme confidiamo nella consolazione che viene dal Signore».

Lo aveva espresso chiaramente Pippo Baudo, voleva tornare a Militello in Val di Catania ed essere sepolto nella tomba di famiglia, così come ha sottolineato Gigi D’Alessio: «Secondo me lui voleva questo: aveva espresso il desiderio di ritornare dove era nato e quindi la gente è qui per omaggiarlo. Ma soprattutto è la festa di Pippo oggi. Vediamola così – ha detto prima di entrare nella chiesa di Santa Maria della Stella ai funerali di Pippo Baudo – Ho 25 anni di ricordi. Mi mancheranno i consigli, il padre che ti dice qui hai fatto bene, qui mi raccomando, stai attento quando fai questa cosa. Cioè Pippo era il timbro sul passaporto. Una volta che ti mettevano il timbro potevi andare dappertutto. I più grandi artisti da Giorgia a Ramazzotti da Fiorello alla Pausini, a me devono tanto a lui».

«Ho avuto modo di collaborare con lui: per me oggi era doveroso essere qui come rappresentante del governo e come amico personale suo e della famiglia. Voglio ricordarlo con un sorriso: se lui ci vedesse, vorrebbe che sorridessimo – sottolinea il sottosegretario alla Cultura Gianmarco Mazzi -. Oggi siamo qua a ricordare la persona più che il personaggio – continua Mazzi -. È stato detto tanto dell’artista, ma non basta mai perché chi l’ha conosciuto o ha avuto modo di lavorarci sa quanto fosse veramente fenomenale».

Non solo uomo di spettacolo e grande professionista della Tv nazional popolare , ma soprattutto un uomo del popolo che è rimasto sempre legato alla sua terra di origine e al rapporto diretto con le persone. Tanti hanno raccontato che sapeva dare sempre un incoraggiamento a coloro che ne avevano bisogno, pochi ricordano invece quando Pippo Baudo si scagliò contro la mafia, ma ci ha pensato don Giulio Albanese, durante la sua omelia: «Il senso della giustizia è stato forte e sempre impresso nell’animo di Pippo. Soprattutto nel coraggio manifestato in più circostanze contro la mafia, un male da estirpare secondo lui, ricercando sempre e comunque la legalità».

Ha poi ammonito don Giulio Albanese, riferendo alcune cose che Pippo Baudo gli aveva detto prima di morire: «Molti – ha sottolineato – lo ricordano come uomo generoso, discreto, pronto ad aiutare senza clamore. Nel nascondimento. Poco prima di morire, mi ha confidato che il successo (e lui, come sapete, ne ha avuto tanto) non basta a riempire il cuore...Il successo non basta a rendere felici! Questa è una parola di verità che risuona in sintonia con il Vangelo».

A ricordare il Pippo nazionale anche il vescovo della Diocesi di Caltagirone, monsignor Calogero Peri: «Carissimo Pippo, noi ti auguriamo di splendere come stella non soltanto nel firmamento degli uomini, come già avvenne, ma tanto luminoso anche e soprattutto in quello di Dio. E nel firmamento di Dio, ce lo vogliamo ricordare, si splende solo per l’amore operoso e concreto che abbiamo vissuto. Tutto il resto passa e si dissolve come pula al vento, perché solo l’amore resta ed è per sempre».

«Sono stato qui nel 1974. Pippo voleva che venissi a cantare nel suo Paese – ha detto infine Albano in lacrime -. La mia risposta è stata strapositiva. Ed oggi vivo una tripla emozione perché ripercorro le tante cose che abbiamo fatto insieme».


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