FRATELLI E SORELLE D’ITALIA

In Italia il calcio è notoriamente lo sport “maschio” per eccellenza. Da sempre le donne sono state relegate ad un ruolo marginale sia nelle tifoserie che nella pratica del nostro sport nazionale. Ammettiamolo, le ragioni principali di questa emarginazione femminile stanno nella totale incompetenza delle donne sulle regole del calcio e nella loro inadeguatezza a partecipare alle discussioni sul calcio-mercato e calciatori, per non parlare dei commenti da bar dopo le partite di pallone di esclusivo monopolio maschile. Senza dubbio, gli uomini hanno ragione! Eppure, come cantava Rita Pavone nella canzone “La partita di pallone”, le donne segretamente hanno sempre coltivato il desiderio invadente di condividere la passione calcistica con il proprio uomo, ma l’universo del calcio è stato sempre per noi donne incomprensibile come lo può essere l’hobby del punto a croce per un uomo. Sin da bambina ho provato un totale disinteresse per il calcio, non riuscendo a capacitarmi come mio padre si potesse infuriare davanti ad un goal mancato in una partita in TV. Ricordo i Mondiali di calcio del ’90. Mi trovavo a Verona ed erano pochissime le donne che prendevano parte sia al tifo negli stadi sia ai caroselli del dopo partita. Sono passati 16 anni da allora e le cose sono molto cambiate. Il calcio non è più un monopolio maschile. I programmi TV sul calcio vengono condotti anche da energiche ed esperte conduttrici, stanno lentamente prendendo piede il calcio e l’arbitraggio al femminile, gli spalti degli stadi si popolano sempre più di presenze femminili. Il cinema tiene conto del cambiamento in atto da qualche anno, proponendo commedie calcistiche tinte di rosa, come ad es. l’esilarante “Sognando Beckham” e la serie tv “Le mogli dei calciatori”. I giornali e la televisione danno molto risalto a mogli e fidanzate dei calciatori, anch’esse protagoniste del gossip mondano. Dobbiamo forse ringraziare quest’ultime per aver suscitato l’orgoglio calcistico femminile che ha avuto il suo culmine negli ultimi Mondiali in Germania. Secondo una ricerca di un’agenzia di sondaggi inglese, il 40% dei tifosi in trasferta in Germania erano donne. Non che le donne siano diventate di colpo esperte critiche di calcio, ma per lo meno sono abbastanza intelligenti da memorizzare qualche regola calcistica e qualche giocatore per poter esultare anche loro ad un goal della nazionale italiana. In effetti, anch’io mi sono chiesta perché una velina può capire il gioco del pallone e io no! Dopo tutto sono pur sempre degli uomini che corrono dietro una palla (osservazione certamente riduttiva)! E allora via con le estenuanti e sofferte ore davanti alla TV, alle lamentele per i falli scorretti e agli urli liberatori in occasione dei goal. Confesso di essere ricorsa anch’io a qualche rito propiziatorio e scaramantico durante le partite, incrociando le dita tutte le volte che i nostri avevano la palla e facendo le corna quando se ne impossessava la squadra avversaria di turno. I Mondiali di Germania si sono indubbiamente colorati di rosa. L’Italia, come mai prima d’ora, si è unita nell’esultanza per i neo campioni del mondo, uomini e donne hanno festeggiato insieme nelle diverse piazze italiane. L’unica nota stonata, è proprio il caso di dirlo, dinanzi al plebiscito nazionale, realizzatosi grazie al gioco del calcio, rimane l’Inno italiano, quel “Fratelli d’Italia”, specchio di una visione patriottica maschilista che ovviamente ormai non c’è più.

Maria Francesca Terranova

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